STATO IN CURA DIMAGRANTE DAI TRIBUNALI ALLE PREFETTURE. RIASSETTO IN VISTA ANCHE PER LE AGENZIE FISCALI (Il Sole24Ore)

lunedì 06 agosto 2012

STATO IN CURA DIMAGRANTE DAI TRIBUNALI ALLE PREFETTURE. RIASSETTO IN VISTA ANCHE PER LE AGENZIE FISCALI (Il Sole24Ore)

 
Il Sole 24 Ore – 6 agosto 2012

STATO IN CURA DIMAGRANTE DAI TRIBUNALI ALLE PREFETTURE

Riassetto in vista anche per le agenzie fiscaliAddio ai mini-tribunali e accorpamento delle Province, meno prefetture e Comuni costretti a lavorare in forma associata: l'Italia dei municipi deve prepararsi a perdere qualche punto di riferimento. Sono gli effetti dei tagli alla spesa pubblica, avviati nei mesi scorsi sull'onda dello spread in salita e rifiniti, da ultimo, dal decreto legge sulla spending review (95/2012).Il restyling, nelle intenzioni, sarà  a tutto tondo. A sentirne di più gli effetti sarà  di certo chi vive nei centri minori e con poche infrastrutture, che dovrà  spostarsi per utilizzare alcuni servizi pubblici, a partire dalla giustizia. Ma, per esempio, anche rinnovare il passaporto potrebbe diventare più complicato, dato che, in molti casi, la Pa non si è ancora digitalizzata. Dall'altra parte, gli uffici delle città  maggiori vedranno gonfiarsi i potenziali utenti. La direzione, comunque, è segnata: si punta a diminuire i presidi sul territorio, come già  sta accadendo per gli ospedali.La tagliola più ampia dovrebbe chiudersi sulla giustizia, al centro dei giochi anche per le novità  su filtro in appello e legge Pinto sui risarcimenti per i processi lumaca, veicolate dal decreto sviluppo. Il Governo, in attuazione della delega contenuta nella legge 148/2011 ha messo a punto due schemi di decreti legislativi: il primo, approvato in prima lettura dal Consiglio dei ministri a fine 2011, falcia il numero dei giudici di pace, eliminando 674 uffici su 846; mentre il secondo, esaminato da Palazzo Chigi il 6 luglio, elimina 37 tribunali su 165, 38 procure su 166 e tutte le 220 sezioni distaccate. Scelte che hanno applicato in modo rigido le indicazioni della legge delega, salvando gli uffici che si trovano nei Comuni capoluogo di provincia (più un'altra decina) e rispettando la "regola del tre", che prevede che ogni distretto di Corte d'appello comprenda almeno tre dei tribunali esistenti. I decreti legislativi sono stati oggetto dei rilievi da parte del Parlamento. Le commissioni competenti hanno dato parere positivo ma condizionato all'accoglimento di numerose richieste: dal salvataggio degli uffici nei centri dove la criminalità  è più diffusa a quelli della provincia di Cuneo, in Piemonte, la più estesa d'Italia; dal recupero di alcune sezioni distaccate e dei tribunali con sedi nuove di zecca fino all'accorpamento dei due decreti e all'anticipo dell'efficacia dei tagli, rimandata dal decreto sui tribunali a 18 mesi dopo l'entrata in vigore. Ora la palla torna a Roma: al ministero sono allo studio i possibili ritocchi prima del secondo passaggio in Consiglio dei ministri. Il percorso dovrà  concludersi entro metà  settembre, termine fissato per l'esercizio della delega.La spending review ha messo invece sotto esame enti e Pa, dettando i criteri da seguire per razionalizzare le Province: sopravviveranno solo quelle con un territorio di almeno 2.500 chilometri quadrati e 350mila abitanti, mentre dieci diventeranno città  metropolitane. A conti fatti, sono 64 le province (50 nelle Regioni a statuto ordinario e 14 in quelle a statuto speciale) fuori norma: in Toscana, per esempio, solo Firenze ha entrambi i requisiti. Ma la mappa delle nuove province è ancora tutta da scrivere e sarà  elaborata, sulla base dei parametri individuati, insieme con le Regioni. Secondo i passaggi fissati dal decreto legge, potrebbe essere pronta verso metà  ottobre. La nuova geografia provinciale darà  la linea per la riorganizzazione degli uffici periferici dello Stato: a partire dalle prefetture e dalle questure, destinate a diminuire con il riordino degli enti. Riorganizzazione su due livelli, poi, per le agenzie fiscali: oltre all'incorporazione dei Monopoli nelle Dogane e del Territorio nelle Entrate – da attuare entro il 1° dicembre – c'è la riduzione progressiva degli uffici locali. Infine, i Comuni: ai centri con meno di 5mila abitanti (tremila se appartengono a comunità  montane) il decreto chiede di esercitare insieme le funzioni, dal trasporto pubblico alla raccolta dei rifiuti. Si salvano l'anagrafe e le funzioni elettorali, che restano ancorate anche agli enti più piccoli.

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