IV CONGRESSO NAZIONALE FICIESSE, LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE ONORARIO USCENTE CARLO GERMI
IV Congresso nazionale Ficiesse
RELAZIONE DEL PRESIDENTE ONORARIO USCENTE
CARLO GERMI
Un caro saluto agli ospiti e a tutti i delegati. Devo necessariamente dividere il mio intervento in due parti ben distinte: una prima relativa al periodo della mia ultima esperienza da Segretario generale, dal novembre del 2009, data dell’ultimo Congresso sino alle mie dimissioni, ed una seconda, relativa alla esperienza in Associazione quale Presidente Onorario.
Nel mandato da Segretario Generale ho cercato di attenermi alle indicazioni fornite nella mia relazione programmatica, presentata nel Congresso del 2009, conducendo azioni e avviando iniziative tutte, però, condizionate dal clima economico, politico e sociale che, ricordiamo, non era molto diverso dall’attuale.
La situazione economica del Paese ha posto certamente in secondo piano alcune delle tematiche che l’Associazione si era prefissata di affrontare. In primo luogo la riforma del sistema di rappresentanza; i diritti sindacali sono apparsi argomento di giorno in giorno rinviabile, rispetto a questioni concrete che interessavano la sopravvivenza economica di tante famiglie.
Le varie manovre che si sono succedute, caratterizzate da diverse disposizioni che hanno interessato ed ancora coinvolgono molti dei nostri iscritti, soprattutto nella loro veste di cittadini e di capofamiglia ma anche quali appartenenti ad una organizzazione militare, disposizioni nelle quali si intravedono allungamenti dei periodi di servizio per il raggiungimento della pensione e decurtazioni consistenti degli emolumenti di quiescenza, per non parlare del blocco degli stipendi che previsto inizialmente per il triennio 2010 2013 è già  stato prorogato al 2014, hanno necessariamente focalizzato l’ attenzione dei diversi attori interessati.
Pertanto, lo sforzo profuso per il raggiungimento dell’obiettivo primario che mi ero prefisso, cioè la smilitarizzazione del corpo della Guardia di Finanza, come condizione indispensabile di una sindacalizzazione preclusa, peraltro, solo in Italia e in pochi altri Paesi Europei, ai cittadini a status militare, si è rivelato del tutto vano.
Tuttavia se nel nostro Paese, nei Governi succedutisi, nel Parlamento, ogni strada sembrava sbarrata, ho intravisto e cercato una possibilità  in Europa, dove peraltro il tema dei diritti del personale militare era stato affrontato da tempo e dove Forze Armate e Forze di Polizia di molti Paesi membri della Comunità  e non, avevano trovato la opportunità  di farsi ascoltare e la possibilità  di raggiungere obiettivi di libertà  sindacali e di democrazia allargata.
Nel Presidium meeting di Euromil, che si è svolto a Stoccolma nell’aprile del 2011, non senza difficoltà  , è stata accettata la candidatura di Ficiesse quale nuovo osservatore, per la durata di due anni, nell’organizzazione europea che rappresenta tutte le principali Associazioni militari sindacalizzate e non d’Europa, sia della Comunità  che dell’ Europa non Comunitaria.
Mi ero profondamente convinto e lo sono tutt’ora, dopo anni ed anni di delusioni e di tentativi contro muri di gomma, che la strada più breve e con minori ostacoli per il raggiungimento dell’ obiettivo, fosse il coinvolgimento degli organismi Comunitari, parlamento europeo in primo luogo.
Fosse cioè l’ appellarsi a tutte le Direttive Europee che si erano succedute in materia di diritti e che non venivano osservate in Italia. Farle applicare nel loro giusto spirito era, secondo me, la strada maestra. Prima o poi, mi assicuravano i colleghi degli altri Paesi, addirittura dell’Est Europeo, la questione si doveva risolvere così come era avvenuto nei loro Paesi.
Per la Guardia di Finanza giocava poi una ragione ulteriore, non esisteva, negli altri Paesi, una organizzazione deputata a compiti di polizia Economico-Finanziaria a status militare.
Le vicende legislative mi hanno poi interessato personalmente tanto che mi hanno indotto a lasciare la Guardia di Finanza anticipatamente, per cui, da pensionato, mi è cambiata completamente ogni prospettiva. Da quì la decisione improvvisa di dimettermi dalla carica di Segretario Generale. Ho pensato fosse giunto il momento di dedicare un po’ di tempo alla famiglia dalla quale ero lontano dal 1992. Alla decisione ha poi, certamente, contribuito la considerazione che dopo, 12 anni, fosse arrivato il momento di cedere il passo a chi avesse un maggiore entusiasmo.
Dall’anno scorso sono quindi il Presidente Onorario: devo dire però che il mio impegno in Ficiesse si è svolto più che nella funzione specifica, nella veste di socio iscritto alla Sezione Territoriale di Bologna.
Vivere l’Associazione da socio impegnato sul territorio è certamente diverso che viverla da Segretario generale, questo è intuibile, diverse sono soprattutto le responsabilità  , pesanti e pressanti quelle da Segretario, coinvolgenti e concrete quelle da socio.
Le esperienze fatte con la Sezione di Bologna mi hanno comunque da una parte arricchito attraverso molteplici iniziative che potrei inquadrare in tre aree:
· Area della politica:
1. con incontri a livello Regionale Provinciale e Comunale con esponenti politici di vari partiti ai quali si è cercato di spiegare le finalità  dell’ Associazione ed i problemi che affronta nel farle diventare oggetto di attenzione nelle sedi centrali degli stessi partiti;
2. con audizioni presso il Consiglio Regionale dell’ Emilia Romagna come è avvenuto per esempio nell’ iter di approvazione della legge Regionale n.3 del 9 maggio 2011 “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del Crimine organizzato e mafioso nonchà © per la promozione della cultura della legalità  e della cittadinanza responsabile.”
In relazione ai contenuti di questa legge che permette la partecipazione di Associazioni residenti nella Regione di concorrere a progetti specifici è stato creato un Comitato di coordinamento tra le Sezioni Territoriali dell’ Emilia Romagna con sede a Bologna che ha già  partecipato a due bandi, con la partecipazione presso la sede Regionale della CGIL ai progetti che si stanno elaborando in materia di sicurezza e in particolare, da ultimo, a quello relativo alla ricerca di soluzione alle problematiche relative al reimpiego dei beni sequestrati alla criminalità  organizzata con particolare attenzione alle aziende ed alle attività  economiche.
· Area del volontariato
1. L’ iscrizione del Comitato di Coordinamento nell’ elenco delle associazioni di volontariato della Regione Emilia Romagna ha permesso di partecipare a molti convegni, tavole rotonde, e dibattiti pubblici su tematiche che coinvolgono le associazioni di volontariato; inoltre ha consentito di mettere in rete Ficiesse con tantissime altre realtà  del settore permettendoci, in ogni occasione di incontro di spiegare che cos’è Ficiesse e quali sono i suoi obiettivi;
2. Sul tema cito soltanto una delle ultime iniziative: la partecipazione al Progetto Strategico Metropolitano indetto da Regione Provincia e Comune di Bologna con due progetti che vedono Ficiesse aderire sia al Tavolo della Legalità  e della Cittadinanza Responsabile, sia a quello del Benessere e Coesione Sociale, tra l’ altro, in quest’ultimo, se sarà  approvato, intendiamo applicare il progetto Efficienza, Trasparenza e Partecipazione ETP, elaborato dall’Associazione a livello Nazionale. E’ rilevante sottolineare che al progetto partecipano 564 Enti ed Associazioni in rete tra loro.
· Area della scuola
Attraverso contatti con i responsabili degli assessorati alla istruzione di diversi comuni delle province di Bologna, Ferrara Cesena e Forlì, che hanno presentato l’ Associazione ai diversi Presidi di Scuole Superiori e Medie, sono stati formalizzati accordi, per i quali sin dal 2010 alcuni soci volontari svolgono delle conferenze agli studenti sulla legalità  fiscale, sulla prevenzione rispetto alla criminalità  economica, sulla cittadinanza responsabile e da ultimo anche sulla prevenzione delle truffe, comprese quelle che vengono perpetrate attraverso la rete internet.
Nell’ultimo anno queste conferenze sono state svolte anche presso numerosi circoli e sedi di Comitati di Quartiere con la presenza di numerosi cittadini.
Sottolineavo quindi che queste esperienze mi hanno da un lato arricchito e da un altro convinto che il futuro della nostra Associazione si gioca in gran parte, soprattutto in relazione al clima politico sociale attuale, sui territori. La sua crescita, la diffusione delle sue idee, passa attraverso iniziative come quelle che vi ho illustrato. Avviare o comunque partecipare, nei diversi territori del Paese, a iniziative simili deve costituire la premessa ed il mezzo per il raggiungimento di alcuni importanti obiettivi.
In particolare ritengo ormai acquisita la certezza che i cambiamenti, nel nostro tempo possono passare solo attraverso la società  civile. Se i cittadini attraverso le nostre azioni si convinceranno che una Guardia di finanza non più militare, fortemente orientata al contrasto alla evasione fiscale e alla lotta alla criminalità  economica finanziaria, costituirà  uno strumento più idoneo e soprattutto più efficace, rispetto alla organizzazione militare attuale, allora l’ obiettivo potrà  facilmente essere raggiunto.
E quì il ruolo della Associazione: spiegare e convincere i cittadini, attraverso le iniziative che avvierà  nei diversi ambiti territoriali, che un operatore non più a Status militare, con i suoi diritti fondamentali tutelati al pari di tutti gli altri lavoratori, inquadrato in una organizzazione snella ed efficiente, meglio potrà  garantire i suoi interessi.
Concludo quindi chiedendo alla assemblea Congressuale di pronunciarsi nel suo documento finale su questi tre punti fondamentali:
1. Deve l’ Associazione, attraverso i suoi organi nazionali e periferici perseguire l’obiettivo della sindacalizzazione del Corpo della Guardia di Finanza anche attraverso la sua smilitarizzazione?
Sul punto si tenga presente che sul tavolo del Governo è presente la proposta del professor DI TANNO che nella sua audizione al Senato sulla indagine conoscitiva sulla riforma tributaria, in premessa afferma:
· ………Il dualismo Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza non ha più ragion d’essere. Esso, anzi, produce spesso e volentieri frutti avvelenati. All’Agenzia i compiti amministrativi. Alla Guardia di Finanza, se proprio se ne vuole mantenere l’esistenza – cosa della quale non avverto la necessità  – le funzioni di carattere militare (tipo dogane e frontiere). E’, infine, mia opinione, al riguardo, che un ulteriore investimento in uomini e mezzi dell’Agenzia (ma basterebbe il travaso di quelli della Guardia di Finanza) potrebbe, peraltro, portare risultati appaganti, tanto più in considerazione degli strumenti indagatori (leggasi accessibilità  ai dati bancari) messi a disposizione della stessa con i recentissimi DL 98 e 201 del 2011.
2. Deve o meno l’ Associazione mantenere il suo ruolo di osservatore presso l’Associazione EUROMIL?
Se l’ assemblea congressuale concorderà  i futuri dirigenti che saranno eletti dovranno impegnarsi ad onorare gli impegni assunti dai loro predecessori. Se l’assemblea non sarà  d’ accordo comunque i futuri dirigenti dovranno comunicare l’ avviso contrario deliberato dal congresso.
3. Dovranno o meno gli Organismi eletti da questo Congresso favorire con ogni possibile mezzo la crescita e lo sviluppo delle Sezioni Territoriali, nella convinzione che sarà  anche con la loro partecipazione attiva che potranno essere conseguiti molti degli obiettivi associativi?
E’ con questo invito che ringrazio tutti per l’ attenzione, saluto in particolar modo i delegati presenti con i quali ho avuto modo di collaborare ed auguro a tutti un buon Congresso.
CARLO GERMI
Presidente onorario uscente