REDDITEST, UNO STRUMENTO STATISTICO AL SERVIZIO DEGLI EVASORI - di Salvatore Scino
Di seguito e in allegato, il documento diffuso ieri da Salvatore SCINO, Vicepresidente del Consiglio comunale di Firenze, Ispettore della Guardia di finanza e per ben sei volte delegato Cocer del Corpo.
Comunicazione – Consiglio Comunale di Firenze
Vicepresidente Consiglio Comunale Salvatore Scino
REDDITEST- UNO STRUMENTO STATISTICO AL SERVIZIO DEGLI EVASORI
Il Redditest è il prodotto informatico che consente al contribuente di verificare se le spese sostenute nel corso dell’anno sono coerenti con i redditi familiari, dichiarati o da dichiarare.
Il ReddiTest può rappresentare uno strumento che permette al contribuente di correggere, eventualmente, la propria posizione fiscale prima che sia l’Amministrazione a riscontare le incongruenze, avviando controlli e invitandolo a chiarire la provenienza del denaro utilizzato per far fronte ad acquisti “squilibrati” rispetto a quanto dichiarato.
Si tratta evidentemente di un ulteriore strumento di compliance, attraverso il quale l’Agenzia delle Entrate invita il cittadino ad adempiere spontaneamente e correttamente agli obblighi tributari.
I dati richiesti nel questionario rispecchiano i criteri ritenuti validi dal nuovo accertamento sintetico.
Assumono, quindi, importanza, l’ammontare degli acquisti e delle spese significative sostenute da tutta la famiglia, la composizione del nucleo familiare, l’area geografica di residenza (il territorio è stato suddiviso in cinque aree territoriali: Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud e Isole, e occorrerà segnalare quella di appartenenza), i risparmi e gli incrementi patrimoniali.
Una volta riempiti i campi, l’applicazione stima il reddito familiare in base a procedure statistiche e attribuisce alle voci di spesa un coefficiente che misura la relazione tra il reddito e l’elemento di spesa conosciuto e gli altri dati non noti, ricostruendo, in questo modo, le informazioni mancanti, comprese quelle relative ai consumi indispensabili, come per esempio quelli alimentari.
Se coerenti uscirà luce verde. La luce rossa, invece, invita a fermarsi per controllare se sono “sfuggiti” nella dichiarazione dei redditi dati “sensibili” ai fini fiscali.
Sulla concreta utilità di questo strumento è però giustificato sollevare più di un dubbio,primo tra tutti la liceità della procedura che sulla base di meri calcoli statistici, inverte l'onere della prova. Il cittadino onesto che è proprietario ad esempio di una autovettura, non potrà provare in alcun modo il sotto utilizzo della stessa ad esempio perchè utilizza la bici per risparmiare.
Tutti gli apporti extra di familiari non conviventi sono da dimostrare con prove certe ( quali contratti registrati) non essendo sufficiente una autocertificazione. L’incoerenza infatti può essere determinata da un finanziamento esterno alla famiglia ma non monitorato dal sistema: per esempio un prestito erogato dal padre al figlio in occasione dell’acquisto di un immobile o di un’autovettura. Logiche di gestione familiari del tutto nuove e costose che non tutti saranno in grado di adottare. Sarà forse necessario anche per la contabilità familiare rivolgersi a dei specialisti con ulteriori aggravi.
Altro aspetto rilevante è il fatto che lo spesometro verrà adoperato a partire dal 2009, quindi anche per posizioni passate, quando molti non erano a conoscenza di questi ulteriori oneri.
Lo strumento del resto sembra affrontare casi difficilmente omologabili con la delicatezza di un’accetta.
L’effetto, voluto o meno, è effettivamente quello di “terrore” fiscale.
Certo, la guerra all’evasione fiscale è giusta ed irrimandabile e in ogni guerra, si sa, restano morti sul campo.
Il rischio è però che, in questo caso, i morti siano molti innocenti.
Alla fine infatti il redditest altro non è che uno studio di settore applicato alle persone fisiche.
Sono sicuro che tutto ciò porterà ad incrementare notevolemente l'economia in nero. Molti italiani terrorizzati dal redditest decideranno di acquistare senza fattura, ad esempio quando vai dal dentista, o dal ginecologo ecc. Conviene ad entrambi non fatturare.
Inoltre tale metodo è indubbiamente favorevole agli evasori.
Esso serve infatti esclusivamente a segnalare alle persone che hanno spese correnti molto elevate, poste a confronto al reddito disponibile, che possono risultare incoerenti ai controlli del Fisco.
Alla fine quindi a doversi preoccupare di una tale segnalazione sono solo quelli che occultano i redditi.
Ma allora, senza tanti “avvertimenti”, non era meglio non avvisarli e riscontrare direttamente l’evasione con l’accertamento sintetico e con le indagini finanziarie?
Del resto l’evasore incallito, che oggi occulta 100.000 Euro, ha così un bel programmino dell’Agenzia delle Entrate che gli spiega, con qualche simulazione, come apparire coerente.
Magari in questo modo il nostro evasore scopre anche che dei 100.000 occultati basta imputarne 40.000 in più per ottenere una bella patente di contribuente onesto.
Ma allora la domanda è: abbiamo (come collettività ) così guadagnato 40.000 Euro, oppure ne abbiamo persi 60.000?
Propenderei per la seconda.
Firenze, 26 novembre 2012
SALVATORE SCINO