INTERVENTO DI DOMENICO BELCASTRO, SEGRETARIO DELLA SEZIONE FICIESSE DI GENOVA, AL IV CONGRESSO NAZIONALE FICIESSE

giovedì 29 novembre 2012

INTERVENTO DI DOMENICO BELCASTRO, SEGRETARIO DELLA SEZIONE FICIESSE DI GENOVA, AL IV CONGRESSO NAZIONALE FICIESSE


Di seguito, il testo dell’intervento del segretario della sezione Ficiesse di Genova, Domenico BELCASTRO.

 

 

L’associazione è nata per ricoprire quel vuoto, culturale e di rivendicazione dei diritti,  lasciato dallo storico movimento dei finanzieri democratici, ai quali va riconosciuto il merito di aver  tenuto viva l’attenzione, negli anni 70 e 80, sulla necessità  di smilitarizzare il Corpo della G. di F..

 

All’epoca,  siamo nel 1999, i soci fondatori di Ficiesse, hanno ritenuto che quel contesto politico permettesse di puntare alla sindacalizzazione dei  corpi di polizia e delle forze armate.

 

Si è ritenuto insomma che fosse finalmente giunto il momento, per questo Paese, di ampliare e consolidare la cultura della democrazia anche tra i cittadini lavoratori con le stellette.

 

A 13 anni di distanza però, i fatti, e soprattutto le vicende politiche e sociali di questi ultimi anni, (vedi disfacimento dei partiti e della politica, la crisi economica, l’espansione incontrollata della criminalità  organizzata e dell’evasione fiscale, Ecc ….)   ci dicono con estrema chiarezza che non era così e, ancora adesso, nei confronti di questi temi siamo costretti a registrare quotidianamente l’indifferenza, e spesso anche l’ostilità , sia da parte degli organi d’informazione sia da parte della classe politica e del Parlamento.

 

La situazione quindi ci impone una seria riflessione sui fini e gli scopi che l’associazione dovrà  perseguire, e su quale strategia dovrà  adottare. E’ questo l’arduo compito assegnato a questo Congresso.

 

Sono decisioni vitali per l’associazione e vanno quindi prese collegialmente, con l’assunzione di responsabilità  di ogni singolo delegato.

 

 Non è più tempo di deleghe in bianco affidate a poche persone, la storia dei grandi eventi  nazionali, così come la storia delle nostre piccole vicende quotidiane,  ci insegnano che le deleghe in bianco producono solo disastri.

 

La democratizzazione delle forze armate passa necessariamente per la sindacalizzazione, noi ne siamo consapevoli, ed appoggiamo quindi il riconoscimento del diritto.

 

Ma i fini primari della nostra associazione sono ben altri e riguardano lo strumento fondamentale che ogni Stato ha per garantire la democrazia: il fisco.

 

L’equità  fiscale non è un’utopia la si può raggiungere dotandosi di buone leggi accompagnate da una intensa campagna culturale per farle conoscere e farle accettare ai cittadini, ed in particolare “al contribuente”.

 

Nessun Governo democratico potrebbe mai immaginare di ottenere buoni risultati in questo delicato e strategico settore usando lo strumento militare, noi tutti siamo consapevoli di ciò, e i dati sull’evasione fiscale che i mezzi di comunicazione ci illustrano quotidianamente lo confermano.

 

Ficiesse, però, in questo ultimo periodo sembra aver dimenticato o messo da parte le finalità  fondanti dell’associazione.

 

Ha preferito impegnarsi in cose più semplici, è umano, ma non accettabile.

L’abbiamo vista rincorrere la R.M. su temi poco rilevanti, tentare la scalata all’interno della stessa rappresentanza  con  metodi molto discutibili. Metodi  che in alcune realtà  territoriali hanno incrinano pericolosamente la fiducia dei  soci conquistata con fatica da pochi volenterosi; abbiamo assistito impotenti alla cooptazione nel direttivo nazionale di delegati  Cocer, con l’evidente fine di garantire loro quella visibilità  utile solo ad una loro nuova elezione nell’Organismo di Rappresentanza Militare; siamo rimasti stupiti assistendo al disinteresse dimostrato dal  Segretario di fronte ad un percorso già  avviato di scambi culturali con la rete di sindacati europei denominata  Euromil; abbiamo assistito all’uso del sito e del forum come se essi stessi fossero l’associazione e non semplici strumenti di informazione e comunicazione; siamo stati assaliti da seria preoccupazione vista l’assenza di iniziative concrete tese a creare la necessaria collaborazione con i Partiti politici sui temi che rientrano nelle finalità  dell’associazione. (con tutto il rispetto per i generali certe riforme non si fanno con il sostegno dei generali. Oggi sarebbe stata opportuna la presenza di numerosi esponenti  dei Partiti Politici).

 

Tutto questo a discapito della credibilità  dell’associazione e della stessa democrazia interna.

 

Per far fronte a tali difficoltà  è necessario essere chiari innanzitutto con noi stessi: la via maestra che porta verso i fini dichiarati di Ficiesse la possiamo intraprendere perseguendo con serietà  e decisione la riforma per la smilitarizzazione della G.di F..

 

In un Paese democratico il ministro delle finanze per svolgere al meglio le proprie funzioni, non ha certo bisogno di forze militari, bensì di una struttura di polizia dotata di regole studiate appositamente per rendere possibile l’adempimento dei propri compiti istituzionali. E’ questo uno dei punti fermi su cui l’associazione dovrebbe iniziare a ragionare e coinvolgere le forze politiche e sociali.

 

Ma non basta.

 

E’ anche necessario ricostruire, tramite le regole statutarie che oggi approveremo, gli Organismi interni dell’associazione, assegnando ad ognuno il proprio ruolo democratico che gli spetta e riconoscendogli la funzione di incidere nelle decisioni; non si tratta di cose astratte, mi riferisco alle sezioni, al direttivo nazionale, alla segreteria.

 

Se ci discostiamo troppo da queste linee guida, basi fondanti di ogni consorzio democratico, corriamo il rischio di non sentirci più indicati come soci di un’associazione ma come semplici componenti di un reparto militare.

 

Questa mattina abbiamo il privilegio di vivere una giornata intensa ed entusiasmante, ascoltare discorsi di alto spessore contenenti buoni propositi e previsioni ottimistiche.

 

Tocca, però, ad ognuno di noi  dare un significato positivo a tutto questo, sarà  possibile solo se nel pomeriggio riusciremo a dotare Ficiesse di regole condivise, e allontaniamo da noi la malefica tentazione di dare deleghe in bianco.

 

La democrazia si basa sulle regole condivise, anche perchà© gli uomini passano le associazioni rimangono, e se ben costruite rimangono per lungo tempo.

 

Roma. 24.11.2012

 

 

DOMENICO BELCASTRO

Segretario Sezione Ficiesse di Genova

 

 

 

 


Tua email:   Invia a: