PREFETTURE E FORZE DELL'ORDINE NELLE MANI DEL PROSSIMO GOVERNO. CONFRONTO SERRATO CON SINDACATI E COCER CHE ORA SONO OGGETTO DI GRANDE ATTENZIONE IN CAMPAGNA ELETTORALE (Sole24Ore)

sabato 05 gennaio 2013


Il Sole 24 Ore – 5 gennaio 2013

PREFETTURE NELLE MANI DEL PROSSIMO GOVERNO

di Marco Ludovico

ROMA - Il 2013 è l'anno zero di prefetture, questure e forze dell'ordine. Venuta meno l'abolizione delle province – per ora – il riordino dei presìdi di pubblica sicurezza è saltato. Ma il tema non si è prescritto, anzi: con il nuovo governo c'è da star certi che già  prima dell'estate si riparlerà  di riorganizzazione degli uffici, revisione/riduzione della presenza sul territorio di polizia e carabinieri, spese da tagliare o da diminuire. I vertici – Antonio Manganelli (Ps), Leonardo Gallitelli (Arma) e Saverio Capolupo (Gdf) – ormai sono allenati a questo genere di partite, ma ogni volta si ricomincia con l'ansia. La spending review, partita con grandi ambizioni, si è risolta a ridurre le assunzioni al 20% del turn over (si veda la tabella a fianco) anche se poi il decreto legge sulla proroga delle missioni all'estero, licenziato dal governo Monti a fine anno, ha stanziato 70 milioni per il 2013 e 130 per il 2014 per nuove immissioni nelle forze dell'ordine. Superata l'ipotesi di sopprimere 40 questure, il ministro Anna Maria Cancellieri ha fatto approvare dall'Esecutivo un regolamento per rafforzare l'identità  delle prefetture come Utg, uffici territoriali del governo, con un ruolo centrale: il prefetto deve garantire il coordinamento dell'azione amministrativa di tutti gli uffici statali. Il testo però ha ancora un iter lungo di approvazione e dovrà  fare i conti con nuovo ministro e nuovo parlamento. I sindacati di categoria – Sinpref, Siulp, Silp, Anfp, Sap – e i Cocer in questi mesi hanno tenuto un confronto serrato con i rappresentanti del governo; nelle ultime settimane, invece, sono diventati oggetto di grande attenzione, com'è ovvio, da parte delle forze politiche in campagna elettorale. Il timore degli addetti ai lavori, però, è che consumata la battaglia per le elezioni si ricominci punto e da capo con la solita musica. Ma c'è di più e di peggio. Intanto un problema annoso, irrisolto e sempre più pesante: i debiti del Viminale per gli affitti delle caserme dei carabinieri e delle strutture della polizia di Stato. Sono in ballo molte centinaia di milioni di euro – la cifra complessiva sarà  definita a breve – tasto comunque dolente del bilancio del ministero dell'Interno. Poi c'è il taglio inarrestabile dei fondi per la benzina, le auto, il vestiario, gli armamenti. I 24 milioni a disposizione per questo capitolo sono stati ridotti a 15, circa il 40% in meno. Non tutti sanno, per esempio, che i giubbotti antiproiettile scadono a distanza di un paio d'anni per l'usura del teflon: è sicuro, comunque, che quelli già  scaduti o che stanno per scadere non potranno essere ricomprati. La probabile nuova spending review sulla pubblica sicurezza dovrà  fare i conti, dunque, con i problemi ingenti sull'operatività  delle forze dell'ordine e la loro presenza indispensabile nei territori a rischio criminalità , quella organizzata in primis. Difficile così dar torto a chi sostiene che prima di parlare di costi della sicurezza bisognerebbe risolvere il tema del costo enorme della criminalità .

marco.ludovico@ilsole24ore.com

 

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