MPS: VISCO,NULLA DA NASCONDERE,NOI VIGILANZA NON POLIZIA. BANCA E' STABILE; GRILLI, PIENA FIDUCIA IN VIA NAZIONALE
mercoledì 30 gennaio 2013
MPS: VISCO,NULLA DA NASCONDERE,NOI VIGILANZA NON POLIZIA. BANCA E' STABILE; GRILLI, PIENA FIDUCIA IN VIA NAZIONALE
(ANSA) - ROMA, 25 GEN - Banca d'Italia va al contrattacco sulla vicenda Mps: sbaglia - dice il governatore Ignazio Visco -chi insinua che ci sia stata una mancanza di vigilanza. Via Nazionale sostiene di non avere nulla da nascondere, sottolinea che fra i suoi compiti non ''c'e' la lotta al crimine'' e l'istituto ''non puo' entrare nei forzieri'' delle banche. Da Davos, dove partecipa al World Economic Forum, Visco deve fare fronte al fuoco di fila di domande e richieste di chiarimenti dopo lo scoppio del caso a Siena. Il governatore concorda con il ministro dell'Economia Vittorio Grilli sul fatto che i controlli sull'istituto senese spettino a Bankitalia. Fra noi - spiega - non c'e' alcun contrasto, siamo stati in stretto contatto. E Bankitalia e' pronta - dice Visco - anche a rendere conto delle modalita' con cui la vigilanza viene effettuata. A tutti, il governatore ripete che la banca ''e' stabile'' e non c'e' ''un problema di tenuta'' dell'istituto di credito. Viene cosi' esclusa ''un'azione immediata'' come molti invocano chiedendo un commissariamento. Via Nazionale ha avviato un'indagine con la magistratura con cui collabora ma l'istituto centrale ''non e' la polizia delle banche'' e fa ''vigilanza non lotta al crimine''. Per questo ora bisognera' accertare le responsabilita' individuali nella vicenda e i reati che dovrebbero emergere dalle indagini degli inquirenti sono di natura pesante. Il numero uno dell'istituto centrale ripete e amplia quindi la linea espressa due giorni fa quando ha accusato esplicitamente gli ex vertici del Monte, in primis l'allora presidente Giuseppe Mussari, di aver tenuto celati i documentisui derivati che descrivevano la vera natura dell'operazione. Un caso 'criminale' dunque che lo avvicina (con le dovutedifferenze) piu' alle vicende Parmalat o Madoff che a unamancanza di attenzione o compiacenza da parte delle autorita' divigilanza. Ancora una volta il ministro dell'economia VittorioGrilli, anche lui a Davos, ribadisce la stime a la fiducianell'istituto centrale e il suo sistema di controlli. Visco rivendica: siamo stati noi ad aver fatto pressione perla sostituzione del vecchio management a Rocca Salimbeni.Ricorda: la severa regolamentazione e prassi vigente in Italiasulla vigilanza bancaria e sul trattamento dei crediti che haprovocato piu' volte malumori fra il sistema bancario il qualelamentava disparita' rispetto ad altri paesi europei piu''morbidi'. Una severita' rivendicata piu' volte anche da MarioDraghi, ora presidente Bce e gia' governatore di Bankitalia, eportata come esempio al momento della nascita della super visione unica Ue e la cui immagine rischia ora di venire incrinata. La Banca d'Italia infatti sta ricevendo diverse critiche sulle modalita' e la tempistica nella gestione della vicenda. Se effettivamente e' stata la pressione della Vigilanza a far cambiare i vertici consentendo l'arrivo di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola e facendo saltare tutta la prima linea dei manager e rinnovando il cda, tuttavia solo a novembre, e in maniera non esplicita, il mercato e l'opinione pubblica ha saputo delle potenziali perdite sui derivati. Il 28 novembre infatti l'ad Viola ha richiesto 500 milioni in piu' di Monti Bond per coprire ulteriori ammanchi. E' stato lo stesso Viola oggi in assemblea a rilevare comunque come solo il cambio dei dirigenti nel comparto finanza a giugno abbia permesso di'aprire i cassetti' e scoprire tutti i documenti riservati che hanno richiesto un lungo lavoro di analisi tutt'ora in corso data la complessita' della materia. E Banca d'Italia e Mps concordano su un punto chiave: non ci sono altre operazioni nascoste da scoprire e quindi i Monti Bond da 3,9 miliardi che sono un ''prestito oneroso'' a carico degli azionisti saranno sufficienti a far garantire a Siena il rispetto dei parametri Ue sul capitale. Bisognera' poi vedere se il piano dei nuovi vertici permettera' di generare utili tali da restituire i soldi allo stato. Ma questo e' un altro discorso. (ANSA).