MA A POLLARI L'ITALIA DEVE ESSERE GRATA - di Giuseppe Fortuna

giovedì 14 febbraio 2013

MA A POLLARI L’ITALIA DEVE ESSERE GRATA – di Giuseppe Fortuna 



La Corte di appello di Milano ha condannato l’ex capo del Sismi Nicolò Pollari a 10 anni per il sequestro dell’imam Abu Omar avvenuto a Milano a febbraio del 2003. La sentenza va rispettata, al pari di ogni pronuncia dell’ordine giudiziario. Come va ugualmente rispettata, fino a res judicata, la presunzione di innocenza.

Detto questo, almeno due considerazioni ci sembrano assolutamente inoppugnabili.


Il Sismi, ora Aise, è il servizio segreto competente in via esclusiva per le attività  di spionaggio e di controspionaggio all’estero e Pollari lo ha diretto da ottobre del 2001 fino a novembre 2007. Sei anni tra i più drammatici degli ultimi decenni per i paesi occidentali, con il mondo sconvolto dalla strage delle Torri gemelle, dall’intervento in Afghanistan, dai sequestri a catena di giornalisti e cooperanti, italiani e non, molti dei quali bestialmente macellati in Iraq.

Ebbene, è un fatto che in questi sei anni in Italia non si sia verificato alcun attentato come invece è purtroppo avvenuto in Gran Bretagna e in Spagna, mentre diversi nostri ostaggi sono stati liberati da agenti capaci ed eroici come Nicola Calipari, il dirigente Sismi che nel 2005 è morto per proteggere col suo corpo la giornalista de Il Manifesto Giuliana Sgrena. 

L’altra considerazione, ugualmente self evident, è che tre capi di Governo hanno opposto il segreto di Stato sulla vicenda Abu Omar ritenendo, tutti, evidentemente, che la divulgazione di notizie su quanto sia davvero accaduto potrebbe recare pregiudizio alla sovranità  e alla sicurezza nazionali. E quel che più conta è che stiamo parlando di un leader di sinistra (Prodi), uno di destra (Berlusconi) e uno di centro (Monti). Il che vuol dire che l’interesse all'opposizione del segreto non è di parte ma è senza alcuna ombra di dubbio del paese e di tutti noi.

Grazie, quindi, generale Pollari per quello che ha fatto per l’Italia e per gli Italiani.


GIUSEPPE FORTUNA


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