MAURIZIO TURCO (CANDIDATO AL SENATO) E LUCA MARCO COMELLINI (CANDIDATO REGIONE LAZIO): CONTINUEREMO CON FORZA L'IMPEGNO DEI RADICALI-PDM PER LA SMILITARIZZAZIONE DELLA GDF E IL SINDACATO AI CITTADINI MILITARI

martedì 19 febbraio 2013

MAURIZIO TURCO (CANDIDATO AL SENATO) E LUCA MARCO COMELLINI (CANDIDATO REGIONE LAZIO): CONTINUEREMO CON FORZA L’IMPEGNO DEI RADICALI-PDM PER LA SMILITARIZZAZIONE DELLA GDF E IL SINDACATO AI CITTADINI MILITARI



In attuazione delle decisioni della Segreteria nazionale e con riferimento ai contenuti della lettera di proposta e di confronto di Ficiesse per le elezioni politiche e regionali 2013 pubblichiamo di seguito la lettera dell’onorevole Maurizio TURCO, candidato radicale della Lista Amnistia Giustizia Libertà  per il Senato, e di Luca Marco COMELLINI, segretario nazionale del Partito per la tutela dei Diritti dei Militari e candidato della medesima Lista al Consiglio Regionale del Lazio.


 

 

LETTERA DI MAURIZIO TURCO E LUCA MARCO COMELLINI AL SEGRETARIO GENERALE FICIESSE

 

Gentilissimo Segretario Generale,

come Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia, e quindi come candidati radicali nella lista Amnistia Giustizia Libertà , non possiamo non concordare con quanto scrivi nella tua nota dello scorso 13 febbraio.

Fin dal luglio del 2009 abbiamo sviluppato e seguito un programma politico in 6 punti all'interno del quale è cardine l'Istituzione del Corpo della polizia tributaria, come nuova e professionale polizia finanziaria.

Riteniamo che sia necessario istituire un Corpo autonomo della Polizia Tributaria svincolato da quei limiti della subordinazione gerarchica che attualmente impongono i codici ed i regolamenti militari al Corpo della guardia di finanza, essendo prioritario attuare una più efficace e qualificata lotta all'evasione fiscale, nonchà© la totale e incondizionata estensione dei diritti di rappresentanza sindacale al personale delle Forze armate e delle Forze di Polizia a ordinamento militare, che garantiscano un maggiore rispetto della legalità , dei diritti e della democrazia interna che, oggi, l’attuale forma di rappresentanza militare, prevista dalla legge 382/78, e successivamente dal decreto legislativo 66/2010, non è più in grado di poter garantire.

Va da se che la trasparenza dell'agire delle pubbliche amministrazioni e il controllo che di esso possono e devono poter esercitare i cittadini anche attraverso i singoli o le associazioni di categoria o civiche è il primo fondamentale passo verso la logica della migliore gestione della "res publica" affinchà© in essa non possano trovare spazio alcuno le logiche delle spartizioni e delle convenienze, delle connivenze, e delle mafie partitocratiche.

L'unificazione delle Forze di polizia passa necessariamente attraverso la smilitarizzazione dell'Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di finanza, trovando le sue ragioni non solo nella questione economica e quindi di sostenibilità  della spesa, ma anche e sopratutto in quella della subordinazione al volere del capo.

La storia passata ci ricorda che nel 1995 e ancora nel 1999 i radicali per due volte promossero, con successo, un referendum abrogativo popolare per la smilitarizzazione del Corpo della Guardia di finanza. La Corte costituzionale, rispettivamente con la sentenza n. 30 del 1997 e con la sentenza n. 35 del 2000, impedì ai cittadini di esprimersi sul quesito, dichiarando l'inammissibilità  dello stesso.

Il 7 gennaio 1991 il leader radicale Marco Pannella lanciò un appello ai gruppi democratici per la presentazione di un progetto di legge «per la smilitarizzazione e la professionalizzazione dei carabinieri e dei finanzieri, sia per il funzionamento dello Stato, sia per salvare i componenti delle due Armi dal duplice assalto della criminalità  mafiosa e di quella politico-militarista.

Pannella affermava che «tenere legati non alla deontologia ed alla capacità  professionale di tutori dell'ordine e degli interessi dello Stato e dei cittadini carabinieri e finanzieri, ma costringerli istituzionalmente all'obbedienza militare, contro o al di fuori dell'obbedienza alla giustizia ed alle leggi, premiare i peggiori e colpire i migliori, attrezzarle come esercito, e non come polizia e come amministrazione, è quanto si ottiene e si vuole ottenere rifiutando questa riforma. Non vi sarebbe stata la sequela di menzogne, di reticenze, di falsità , di complotti, di false testimonianze, di complicità  con i politici di ogni mafia e obbedienza, con l'esecutivo invece che con il diritto e la coscienza, da De Lorenzo in poi, che ha fatto dei vertici dell'Arma dei carabinieri, per decenni, un modo di vivere; non vi sarebbe stata la situazione esplosa con i delitti dei Comandanti della Guardia di finanza, alla Lo Prete ed alla Giudice, senza il carattere militare delle due Armi. L'incredibile passività , per non dire altro, del Parlamento nei confronti della deposizione, nelle scorse settimane, del generale Ferrara, è un sintomo di quanto occorra intervenire perchà© carabinieri e guardie di finanza non si trovino a dover combattere sotto il duplice attacco della malavita e dell'aberrante sistema istituzionale nel quale sono costretti, e da vittime, ad operare».

Quell’appello è oggi più che mai attuale e i fatti di questi giorni, i coinvolgimenti tra politici e alti ufficiali e dirigenti delle Forze di polizia a ordinamento civile e militare hanno riacceso le polemiche intorno alla irrimandabile necessità  di ricondurre apparti dello Stato all'interno della società  e sotto il controllo di essa. Quanto accade conferma i timori di quelli che come noi, e prima di noi, si sono sempre detti contrari ad accettare un solo altro passo compiuto in senso opposto alla logica e all’Europa.

Da tempo è conservata nei cassetti delle Commissioni Difesa e Finanze della Camera dei Deputati la nostra proposta di legge 3276, «Delega al Governo in materia di istituzione del Corpo della polizia tributaria, di nomina del Direttore generale di tale Corpo e di transito del personale del Corpo della Guardia di finanza nel medesimo», presentata dai sei deputati radicali, volta ad attualizzare alcune disposizioni di carattere ordinativo e funzionale relative al Corpo della guardia di finanza, tenendo anche conto delle particolari peculiarità  e dell'assetto organizzativo generale della pubblica amministrazione, in piena coerenza e a completamento dell'assetto delineato dalla legge delega n. 78 del 2000 e dai relativi decreti attuativi che hanno confermato e rafforzato il ruolo del Corpo quale Forza di polizia a competenza generale in materia economica e finanziaria alle dirette dipendenze del Ministro dell'economia e delle finanze e con compiti ad elevata specializzazione.

Smilitarizzare il Corpo significa sottrarre i finanzieri al dovere di cieca obbedienza alle gerarchie che con il potere della subordinazione li costringono alla riservatezza e all’obbedienza al capo, e non alla Legge.

Riportare il Corpo della Guardia di finanza e le altre Forze di polizia all’interno della società  civile equivale a rimetterle al sevizio degli interessi dei cittadini e dello Stato. Diversamente continueremo a dover ancora assistere a deprecabili deviazioni, nell’impotenza dello Stato vittima della partitocrazia che da 60 anni affligge, quindi, il popolo italiano.

Da oltre tre anni il confronto i cittadini in divisa e quindi l'Associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà , ci consente di portare all'interno delle Istituzioni parlamentari, in modo diretto e senza valutazioni dettate da mere opportunità  o convenienze, i reali problemi del personale. E necessario che questa nostra attività  possa continuare ancora nella XVII Legislatura e in seno al Consiglio regionale del Lazio, affinchà© gli obiettivi comuni possano essere efficacemente raggiunti.

Le vostre idee e proposte, che non possiamo non condividere, ci impongono di chiedervi di darci la possibilità  di proseguire il lavoro fino ad oggi svolto con la concretezza dei fatti e con il vostro irrinunciabile supporto.
 


MAURIZIO TURCO
Capolista alle elezioni per il Senato
della Lista Amnistia Giustizia e Libertà 

 

LUCA MARCO COMELLINI
Candidati alle elezioni per il Consiglio Regionale del Lazio
nella lista Amnistia Giustizia Libertà 
per Giuseppe Rossodivita presidente


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