PRIVACY: GARANTE, A SINDACATI DATI ANONIMI ORE STRAORDINARIO. PIL ITALIA TORNA INDIETRO A 2001, PESO FISCO VOLA A 44%.

sabato 02 marzo 2013

PRIVACY: GARANTE, A SINDACATI DATI ANONIMI ORE STRAORDINARIO
(ANSA) - ROMA, 1 MAR - Le pubbliche amministrazioni, in
assenza di disposizioni normative o di specifiche clausole
contenute in contratti collettivi, non possono comunicare le ore
di straordinario svolte da un dipendente indicando anche il nome
e il cognome dello stesso. Le comunicazioni vanno fatte in forma
anonima o aggregata. Lo ha stabilito il Garante privacy, che ha
imposto al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del
ministero della Giustizia di interrompere la trasmissione alle
organizzazioni sindacali dei dati relativi alle ore di
straordinario effettuate da un commissario di polizia
penitenziaria.
L'interessato, non iscritto ad alcun sindacato, aveva
lamentato - ricorda la Newsletter del Garante - la comunicazione
in forma nominativa, alle organizzazioni sindacali del comparto
sicurezza, del prospetto riguardante le prestazioni di lavoro
straordinario da lui effettuate e le relative competenze.
Ritenendo violate le norme sulla privacy, aveva chiesto che il
Dipartimento cessasse tale trattamento illecito dei dati.
Non avendo ottenuto riscontro, si e' rivolto dunque
all'Autorita' chiedendo che i suoi dati personali non venissero
ne' trasmessi alle organizzazioni sindacali, ne' affissi e
quindi diffusi in locali comuni.
L'istruttoria condotta dal Garante ha messo in luce come nel
caso in questione non esistano ne' disposizioni normative ne'
disposizioni contenute in accordi sindacali di settore che
legittimino la trasmissione in forma nominativa di informazioni
relative alle ore di straordinario svolto dai dipendenti
dell'Amministrazione penitenziaria: l'Accordo Nazionale quadro
per il personale del Corpo di polizia penitenziaria, risalente
al 2004, prevede infatti solo la comunicazione in forma anonima
dei prospetti delle prestazioni di lavoro straordinario.
Nella sua decisione l'Autorita' ha richiamato inoltre le
Linee guida del Garante del 14 giugno 2007 sul trattamento dei
dati personali nel rapporto di lavoro pubblico, che stabiliscono
che l'amministrazione pubblica puo' fornire alle organizzazioni
sindacali dati numerici e aggregati e non anche quelli
riferibili ad uno o piu' lavoratori individuabili.
Nell'accogliere dunque il ricorso dell'interessato e
ritenendo illecito il trattamento effettuato
dall'amministrazione penitenziaria, l'Autorita' ha disposto il
blocco dell'ulteriore comunicazione dei dati del dipendente
addebitando le spese del ricorso al ministero. (ANSA).


PIL ITALIA TORNA INDIETRO A 2001, PESO FISCO VOLA A 44%
DEFICIT SU SOGLIA MAASTRICHT, DEBITO VOLA A 127%,SALE FABBISOGNO
(AGGIORNA E SOSTITUISCE SERVIZIO DELLE 17.52)
(ANSA) - ROMA, 1 MAR - L'economia italiana arretra e, con un
calo drammatico del 2,4%, indietreggia di oltre 10 anni,
portandosi al di sotto dei livelli del 2001. Una regressione
pesantissima dovuta in gran parte al crollo dei consumi delle
famiglie che, alle prese con una pressione fiscale mai vista
prima, hanno ridotto la loro spesa di oltre il 4%.
Sono numeri che hanno un peso del tutto particolare quelli
che l'Istat ha comunicato in una giornata segnata ancora dalle
incertezze del dopo voto e dalla difficolta' di dare forma ad un
nuovo possibile governo. Oltre al dato, allarmante, sulla
disoccupazione, anche le cifre sui conti pubblici del 2012 sono
da pelle d'oca. E a fine serata arriva la nota del Tesoro che
certifica l'impennata del fabbisogno a febbraio, a circa 12,5
miliardi dai 7,9 dello stesso mese del 2012. Sul dato pesano per
2 miliardi i Monti-Bond e per 4 miliardi gli incassi registrati
un anno fa con il passaggio alla Tesoreria Unica, quando
Regioni, enti locali e altre strutture pubbliche hanno dovuto
trasferire alla tesoreria centralizzata presso la Banca d'Italia
le proprie giacenze. Al netto di queste poste, grazie al buon
andamento delle entrate fiscali e delle imposte dirette, il
fabbisogno mostrerebbe comunque un miglioramento di circa 1,5
miliardi.
Nonostante l'aumento della pressione fiscale al 44% del Pil,
percentuale record che l'istituto di statistica non ha mai
misurato prima con l'attuale metodo di calcolo, il debito al
lordo dei contributi ai fondi Salva-Stati e' schizzato al 127%
del prodotto interno lordo, oltre sei punti percentuali in piu'
rispetto al 2011. L'incremento delle entrate dovuto sia alle
imposte indirette (+5,2% con Imu e accise) che alle dirette
(+5,2% con l'Irpef e le addizionali regionali) non e' dunque
bastato a contenere il debito che e' salito ad un livello mai
rilevato dall'Istat (anche in questo caso dall'inizio delle
serie storiche nel 1990) e che supera, anche se di poco, le
stime del governo.
Il deficit e' invece rientrato per il rotto della cuffia nei
parametri europei, attestandosi esattamente al 3%. Numero tondo
che lascia presagire una possibile, anche se non ancora
confermata, archiviazione della procedura per deficit eccessivo
aperta nel 2009 dall'Unione europea, ma che comunque non
soddisfa del tutto le aspettative. Secondo Bruxelles, l'azione
dell'Italia per il risanamento dei conti pubblici (almeno in
termini di pareggio strutturale di bilancio) ''ha avuto
successo'', ma bisognera' guardare alla ''qualita''' delle
misure di correzione che, ribadisce la Commissione, devono
essere ''sostenibili e durature''.
Sicuramente il miglioramento rispetto al 3,8% del 2011 indica
come il rigore imposto dal governo Monti in questo caso abbia
pagato, abbassando il livello in modo determinante. Ma il
risultato non e' stato comunque all'altezza di quanto lo stesso
esecutivo avesse previsto. Se infatti l'ultima nota di
aggiornamento del Def di settembre dello scorso anno ha
perfettamente centrato le previsioni sul calo del Pil, sul
deficit il governo ha continuato a mantenere una visione
piuttosto ottimistica, stimando un rapporto al 2,6% che pero'
non si e' poi concretizzato.
L'unica nota veramente positiva arriva dall'avanzo primario
(ovvero dall'indebitamento al netto della spesa per interessi)
salito in rapporto al Pil al 2,5%, in miglioramento rispetto
all'1,2% del 2011. (ANSA).

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