SCANDALO AEREI VIP, UN COLABRODO DOGANA SCALO OLBIA. ARRESTATO FUNZIONARIO, OMESSI CONTROLLI IN CAMBIO DI REGALI - STATO-MAFIA: DOMANI DECISIONE GUP SU RINVII A GIUDIZIO. GIUDICE VALUTA PROCESSO - SERVIZI SEGRETI: MASSOLO, PRESTO CONVENZIONI CON PRIVATI
giovedì 07 marzo 2013
SCANDALO AEREI VIP, UN COLABRODO DOGANA SCALO OLBIA
ARRESTATO FUNZIONARIO, OMESSI CONTROLLI IN CAMBIO DI REGALI
(di Antonella Manca)
(ANSA) - OLBIA, 6 MAR - Chiudevano un occhio sui controlli
d'ufficio in cambio di soldi, regali, ma anche assunzioni di
parenti e amici nelle ville della Costa Smeralda, da parte dei
facoltosi turisti in arrivo con aerei privati a Olbia, lo scalo
piu' gettonato in Europa dai Paperoni di mezzo mondo. Il
responsabile dell'Agenzia delle Dogane arrestato, un altro
funzionario e un manager della societa' di gestione
dell'aeroporto Costa Smeralda denunciati. E' il risultato del
blitz effettuato questa mattina nello scalo gallurese dagli
uomini della Guardia di Finanza di Olbia, guidati dal maggiore
Cesare Antuofermo.
Ai domiciliari, su disposizione del Gip di Tempio Pausania,
e' finito Salvatore Siniscalchi, 60 anni, campano. Indagati
anche il collega Nicola Castagna, 32 anni di Nuoro, e Francesco
Cossu, olbiese di 51 anni, dipendente della Geasar, la societa'
che gestisce lo scalo, e responsabile dell'Eccelsa Aviation, il
terminal dei velivoli privati. Pesanti le accuse: corruzione,
concussione, peculato, truffa ai danni dello Stato, contrabbando
aggravato, istigazione a delinquere, turbativa di pubblico
servizio. Secondo l'accusa i tre, a vario titolo, avrebbero
messo in atto dei comportamenti criminosi in cambio di regali.
Riconoscimenti, come caviale, cognac russo, vestiti di lusso, ma
anche soldi per interventi chirurgici. Una fitta rete di
intrecci scoperta dagli inquirenti che vedeva al centro il
funzionario delle Dogane che - si legge nell'ordinanza - ''ha
potuto instaurare e consolidare molteplici rapporti di natura
personale con persone legate a personaggi di nazionalita'
straniera''.
E nelle 29 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare
firmata dal Gip di Tempio spuntano anche i nomi dei magnati
russi Alisher Usmanov e Oleg Deripaska, due tra gli uomini piu'
ricchi del mondo. Gli indagati avrebbero preteso fiumi di denaro
in cambio di finti controlli su merce e prodotti trasportati nei
loro jet privati. Le indagini andavano avanti dalla scorsa
estate, da quando sono iniziati gli accertamenti su porti e
aeroporti del Nord Sardegna, cui erano poi seguite, a settembre,
perquisizioni nelle abitazioni private e negli uffici
direzionali dell'Aviazione generale che hanno fatto luce su un
business criminale del quale si parlava da tempo ma che nessuno,
sino ad oggi, era riuscito a smascherare.
E' emerso anche il tentativo di screditare l'operato della
Guardia di Finanza che da tempo aveva puntato i riflettori sui
doganieri. Nelle carte dell'ordinanza emerge inoltre una pratica
usata frequentemente da Siniscalchi che gli consentiva di
autorizzare alcuni voli nonostante questi non fossero prima
transitati in Dogana, evitando in questo modo controlli ai
bagagli e quindi ''fastidi'' ai viaggiatori vip. (ANSA).
STATO-MAFIA: DOMANI DECISIONE GUP SU RINVII A GIUDIZIO
GIUDICE VALUTA PROCESSO PER BOSS, POLITICI ED EX CARABINIERI
(ANSA) - PALERMO, 6 MAR - Si conclude domani l'udienza
preliminare sulla trattativa Stato-mafia. Dieci gli imputati: ex
ufficiali dell'Arma, capimafia, politici e Massimo Ciancimino,
figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo. Per tutti la Procura
ha chiesto il rinvio a giudizio. Sulle loro sorti decidera' il
gup Piergiorgio Morosini che entrera' in camera di consiglio, al
palazzo di giustizia, in mattinata. Il verdetto e' atteso per il
pomeriggio.
Per gli ex militari del Ros Antonio Subranni, Mario Mori e
Giuseppe De Donno, per l'ex senatore del Pdl Marcello Dell'Utri
e per i capimafia Toto' Riina, Antonino Cina', Leoluca Bagarella
e per il pentito Giovanni Brusca l'accusa e' violenza o minaccia
a Corpo politico dello Stato. Di concorso in associazione
mafiosa e calunnia all'ex capo della polizia Gianni De Gennaro
e' imputato Massimo Ciancimino che, nel procedimento, veste
anche i panni di teste dell'accusa. Di falsa testimonianza,
invece, e' accusato l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino.
Inizialmente sul banco degli imputati c'erano anche il boss
Bernardo Provenzano - la sua posizione e' stata stralciata per
motivi di salute - e l'ex ministro Calogero Mannino che ha
scelto l'abbreviato. A entrambi i pm contestano la violenza o
minaccia a Corpo politico dello Stato.
L'accusa in aula sara' rappresentata dai pm Nino Di Matteo,
che dall'inizio ha seguito l'inchiesta sulla trattativa, Roberto
Tartaglia, Lia Sava e Francesco Del Bene. All'udienza si sono
costituiti parti civili la Presidenza del Consiglio dei
Ministri, la Giunta regionale siciliana, Rifondazione Comunista,
il Comune di Palermo, il Centro Pio La Torre, l'ex capo della
polizia Gianni De Gennaro, i familiari dell'ex eurodeputato
Salvo Lima, ucciso dalla mafia nel '92, il movimento Agende
Rosse rappresentato da Salvatore Borsellino, fratello del
magistrato assassinato da Cosa nostra, il sindacato di polizia
Coisp e l'associazione vittime della mafia.
Secondo l'accusa, dopo il delitto Lima, l'atto con cui Cosa
nostra avrebbe dichiarato guerra allo Stato, e sulla base di un
allarme attentati a esponenti delle istituzioni giunto fino
all'allora ministro dell'Interno Vincenzo Scotti, Mannino,
temendo per la propria incolumita' avrebbe spinto i carabinieri
del Ros, guidati da Subranni, ad avviare un dialogo con Cosa
nostra. La trattativa cominciata dunque prima degli omicidi dei
giudici Falcone e Borsellino e proseguita fino al 1994, avrebbe
avuto nel tempo diversi protagonisti mafiosi e politici. I
carabinieri avrebbero cercato in Riina prima, poi in Provenzano
al quale avrebbe garantito impunita' per anni, i loro
interlocutori. A fare da intermediari tra le istituzioni e le
cosche sarebbero stati l'ex sindaco mafioso, primo contatto del
Ros, poi Marcello Dell'Utri.
In cambio della fine delle stragi lo Stato avrebbe offerto una
linea piu' soft sul 41 bis - nel 1993 non vennero prorogati e
furono fatti scadere oltre 300 provvedimenti di carcere duro - e
la sostituzione dalla guida del ministero dell'Interno e del Dap
di personaggi considerati intransigenti nella lotta a Cosa
nostra. (ANSA).
SERVIZI SEGRETI: MASSOLO, PRESTO CONVENZIONI CON PRIVATI
NEL 2012 OLTRE 60% RECLUTAMENTI FUORI DA BACINI TRADIZIONALI
(ANSA) - ROMA, 6 MAR - ''Stiamo intensificando il rapporto
tra intelligence ed aziende private e presto faremo una
convenzione per lo scambio di informazioni''. Lo ha detto il
direttore generale del Dis, Giampiero Massolo, intervenendo
all'inaugurazione dell'anno accademico della Scuola di
formazione per i servizi segreti. Presenti nella sede dell'Aisi,
dove si e' svolta la cerimonia, il premier Mario Monti, i
ministri Annamaria Cancellieri, Giampaolo Di Paola, Corrado
Clini, Enzo Moavero, i sottosegretari Gianni De Gennaro ed
Antonio Catricala', il presidente della Corte Costituzionale,
Franco Gallo, il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, i
vertici dei servizi e delle forze di polizia.
Massolo ha parlato di un'intelligence sempre piu' aperta.
''Non siamo interessati - ha sottolineato - alla riservatezza
fine a se stessa. Ci sono informazioni che devono rimanere
coperte, ma lo strumento merita di essere illustrato''. Nel
2012, ha ricordato, ''oltre il 60% del reclutamento e' avvenuto
da bacini non tradizionali. Ci sono esigenze informative nuove
cui bisogna far fronte con professionalita' nuove che devono
essere adeguatamente formate''. A questo obiettivo, ''ha
aggiunto, ''risponde la Scuola di formazione che ora e' unica,
mentre prima ciascuna agenzia aveva la sua''.
Tra le minacce emergenti il direttore del Dis ha citato
quelle alla ''competitivita' del Sistema Paese, che rischiano di
portare ad un downgrading strutturale dell'Italia''. (ANSA).