FISCO: CNEL, CODICE UNICO PER ACCERTAMENTI TRIBUTARI. PROPOSTA DI LEGGE PER RAZIONALIZZARE E UNIFICARE NORMATIVA - IOR: L'ESPRESSO, CASO DIPLOMATICO CON LA SANTE SEDE. MONSIGNOR LUCCHINI E AVV. BRIAMONTE FERMATI DA GDF A CIAMPINO
domenica 24 marzo 2013
FISCO: CNEL, CODICE UNICO PER ACCERTAMENTI TRIBUTARI
PROPOSTA DI LEGGE PER RAZIONALIZZARE E UNIFICARE NORMATIVA
(ANSA) - ROMA, 23 MAR - Un Codice unico per l'accertamento
dei tributi, la revisione delle sanzioni amministrative e la
riforma del processo tributario. A proporlo e' il Cnel che, ad
oltre 40 anni dalla riforma del diritto tributario del 1971, ha
presentato a governo e Parlamento una proposta di legge per la
razionalizzazione di quello che appare ''un complesso variegato
e disomogeneo di disposizioni sparse in molteplici testi
normativi''.
Il Cnel critica soprattutto ''la frammentariera''' che
''ostacola fortemente (e a volte irrimediabilmente)
l'elaborazione di principi unitari, l'individuazione di
soluzioni per i casi non espressamente disciplinati, la
comprensione delle norme e, piu' in generale, la certezza del
diritto''. Secondo il consiglio ''ne risultano pregiudicati
tanto gli interessi del contribuente che dell'amministrazione
finanziaria. In primo luogo perche' la carenza di certezza del
diritto e di chiarezza delle norme rende piu' onerosi gli
adempimenti e piu' difficile la tutela delle proprie ragioni (e
questo ovviamente vale sia per il contribuente che per
l'amministrazione finanziaria). In secondo luogo, perche' quegli
stessi difetti pregiudicano il rapporto fisco-contribuente,
fornendo giustificazioni (tanto comode, quanto assolutamente
inaccettabili) all'evasione''.
Da qui la proposta di unificazione legislativa con la
creazione ''di un quadro unitario e organico di norme che
stabilmente agevolino lo spontaneo assolvimento degli obblighi
tributari e la collaborazione fra amministrazione tributaria e
contribuenti, nonche' riducano i costi di adempimento per le
imprese''. (ANSA).
IOR: L'ESPRESSO, CASO DIPLOMATICO CON LA SANTE SEDE
MONSIGNOR LUCCHINI E AVV. BRIAMONTE FERMATI DA GDF A CIAMPINO
(ANSA) - ROMA, 21 MAR - La vicenda giudiziaria che coinvolge
lo Ior, la banca del Vaticano, vive di una nuova accelerazione.
In base a quanto riporta il settimanale L'Espresso, in edicola
domani, a fine febbraio la Guardia di Finanza ha fermato
all'aeroporto romano di Ciampino monsignor Roberto Lucchini e
l'avvocato Michele Briamonte. ''Il primo - riferisce una nota
diffusa dal settimanale - e' uno dei collaboratori piu' fidati
del segretario di Stato Tarcisio Bertone, mentre il legale,
partner dello studio torinese Grande Stevens, e' da anni
consulente dello Ior''.
L'articolo del settimanale rivela che ''Briamonte e Lucchini
si sono opposti alla perquisizione esibendo un passaporto
diplomatico vaticano. Dopo una convulsa trattativa e numerosi
contatti telefonici con la Santa Sede - prosegue la nota -,
l'avvocato e il monsignore hanno potuto lasciare l'aeroporto
romano senza consegnare ai militari le loro borse''.
Nel numero di domani il settimanale ricostruisce la figura e
la ''carriera del giovane Briamonte, classe 1977, ascoltato
consulente della curia vaticana e che nel 2012 e' entrato anche
nel consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi''.
Proprio pochi giorni dopo l'incidente di Ciampino, come
ricorda l'articolo dell'Espresso, il legale dello studio Grande
Stevens si e' visto perquisire casa e ufficio su richiesta della
procura di Siena che indaga su un presunto caso di insider
trading denunciato dagli stessi vertici di Mps. (ANSA).
IOR:P.LOMBARDI,PASSAPORTO DIPLOMATICO BRIAMONTE PER MISSIONI
IN ITALIA NON GARANTISCE IMMUNITA'
(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 22 MAR - L'avvocato Michele
Briamonte, consulente dello Ior per lo studio legale
Grande-Stevens, ''ha un passaporto diplomatico della Santa Sede
per le volte in cui va all'estero'' per questa sua consulenza.
Il passaporto diplomatico ''vale per le missioni all'estero ma
in Italia non garantisce nulla, nessuna particolare
iummunita'''. Lo ha riferito il direttore della sala stampa
vaticana, Padre Federico Lombardi, rispondendo alle domande dei
giornalisti che chiedevano se il consulente avesse potuto
avvalersi di qualche immunita' e rifiutare perquisizioni da
parte della Guardia di Finanza. La vicenda e' stata sollevata da
un articolo dell'Espresso. (ANSA).