REVISIONE DELLO STRUMENTO MILITARE: LA RIFORMA CHE POTREBBE PORTARE ALLA SMILITARIZZAZIONE DI CARABINIERI E GUARDIA DI FINANZA - di Giuseppe Fortuna

sabato 06 aprile 2013

<span style="font-family: " times="" new="" roman";="" font-size:="" 14pt;="" mso-bidi-font-size:="" 12.0pt;="" mso-fareast-font-family:="" "times="" mso-ansi-language:="" it;="" mso-fareast-language:="" mso-bidi-language:="" ar-sa;"="">REVISIONE DELLO STRUMENTO MILITARE: LA RIFORMA CHE POTREBBE PORTARE ALLA SMILITARIZZAZIONE DI CARABINIERI E GUARDIA DI FINANZA - di Giuseppe Fortuna




L’ultimo giorno dello scorso anno, e quindi a Camere già  sciolte, è stata emanata la legge n. 244 con la delega al Governo per la cosidetta “revisione dello strumento militare”, cioè per riformare gli assetti ordinativi e organizzativi di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri, sebbene, per questi ultimi, “limitatamente ai compiti militari”.

Il fine dichiarato del provvedimento, per il quale saranno determinanti le scelte operate in concreto con i decreti delegati, è quello di recuperare risorse lungo due direzioni: da una parte, riducendo fortemente numero di addetti e strutture della Difesa per aumentare, a bilancio invariato, gli investimenti in armamenti ad alta tecnologia, dall’altra, recidendo il cordone ombelicale con le Polizie civili che dal 1981 (anno di smilitarizzazione della P.S.) i generali ritengono abbia “imborghesito” il personale delle forze armate incidendo in modo fortemente negativo sulla loro capacità  operativa.

Si tratta di una visione che i vertici della Difesa inseguono da tempo e per comprenderla meglio basta leggere l’articolo pubblicato nel 2008 dal Sole 24 Ore (http://www.ficiesse.it/home-page/2556/sole-24-ore_-cura-shock-via-4omila-militari_-una-rivoluzione-senza-precedenti-per-le-ff_aa__-tra-le-misure-allo-studio-estensione-orari-di-servizio_-flessibilita_-d_impiego-e-addio-a-straordinari-e-recuperi---di-marco-ludovico), che riferisce di un piano di riordino presentato al Consiglio supremo della Difesa per la riduzione, appunto, di 40mila unità  d’organico, per un’imponente concentrazione di mezzi in due o tre grandi strutture interforze e, quanto al personale, per estendere l’orario di lavoro, rendere "flessibili" le modalità  di impiego e, specialmente, eliminare straordinari e recuperi, istituti che non si conciliano con gli impieghi nei teatri operativi.

Ma la riforma rischia di produrre un “effetto tsunami” su Carabinieri e Guardia di finanza, fino a metterne in discussione la militarità .

àˆ chiaro, infatti, che i compiti istituzionali delle due forze di polizia a struttura militare si devono necessariamente basare su organici molto più ampi di quelli delle tre Forze armate e sulla distribuzione dei comandi lungo tutto il territorio nazionale. Per non dire dell'insostenibilità  di una strutturazione delle carriere e di un'organizzazione del lavoro (specialmente con riferimento a straordinari e recuperi) che sarebbero decisamente più penalizzanti rispetto ai corrispondenti gradi della Polizia di Stato.


Inoltre, gli Stati maggiori certamente tenteranno, negli schemi dei decreti delegati (come d'altra parte già  avvenuto con il codice dell'ordinamento militare), di comprimere diritti fondamentali previsti dalla Costituzione e dai trattati internazionali sottoscritti dall'Italia, come quelli di associazione e di libera manifestazione del pensiero, e di riformare in pejus la legge sulla rappresentanza.

Di qui, il forte imbarazzo dei due comandanti generali che, per di più, sono da qualche tempo alle prese con i tentativi di unificazione con la Polizia di Stato e, per le Fiamme Gialle, anche con le Agenzie fiscali.

 
GIUSEPPE FORTUNA


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