DEBITI P.A: NODO COMPENSAZIONI, SOGLIA SALE DA 2014 - FISCO: LUSSEMBURGO PRONTO AD ALLENTARE SEGRETO BANCARIO - FISCO: MARONI, SE SERVE FAREMO GUERRA A ROMA

lunedì 08 aprile 2013


DEBITI P.A: NODO COMPENSAZIONI, SOGLIA SALE DA 2014
FORSE ANTICIPO A 2013; GRILLI DA REHN;CALDORO INVITA A MODIFICHE
(di Corrado Chiominto)
(ANSA) - ROMA, 7 APR - Il decreto P.A corre sul filo del
rasoio. Uno sforamento dei conti pubblici comporterebbe una
sanzione per l'Italia da parte dell'Ue. Il vaglio del testo, da
parte della Ragioneria e' stato piu' che scrupoloso. Cosi' nelle
ultime convulse limature ha rischiato di rimanere
''depotenziato'' il meccanismo individuato della compensazione
tra crediti della Pa e debiti fiscali: e' una norma importante
perche' consente alle imprese creditrici di ottenere quanto e'
loro dovuto con un un approccio semplificato.
Sarebbero state proprio le organizzazioni imprenditoriali ad
accorgersi che nel testo 'bollinato' dalla Ragioneria era
saltato l'aumento della soglia cosi' come indicato nel
comunicato di Palazzo Chigi. L'intervento congiunto dei ministri
Grilli e Passera ha pero' consentito di superare l'ostacolo
individuando le coperture. Ritornando al progetto iniziale.
L' innalzamento della soglia per le compensazioni da 516.000
a 700.000 mila euro e' ora scritto nero su bianco sul testo
inviato dal Tesoro al Quirinale. Scattera' nel 2014 e costera'
il primo anno 1 miliardo 250 mila euro. Poi il ''peso'' della
modifica sara' in deciso decalage: 380 milioni nel 2015 e 250
milioni nel 2016. Le risorse, per il momento, arriveranno da un
apposito fondo dell'Agenzia delle Entrate che serve, per
l'appunto, ai rimborsi fiscali. Inoltre non e' detto che, prima
della firma di Napolitano, la norma non possa anche essere
anticipata ulteriormente al 2013, in pratica facendo scattare la
novita' da subito.
Di certo il decreto sara' in Gazzetta gia' domani sera e,
cosi' come previsto nel dispositivo finale del testo, entrera'
in vigore il giorno successivo, da martedi'. E le
amministrazioni piu' virtuose, con risorse cash potranno
iniziare a pagare.
Per il decreto, pero', il percorso non e' finito. Oltre
all'iter parlamentare c'e' ora da superare l'esame della
Commissione Europea. Per questo il ministro dell'Economia,
Vittorio Grilli volera' domani a Bruxelles e incontrera' il
commissario europeo Olly Rehn per spiegare l'impatto che le
misure avranno sui conti pubblici italiani. ''E' un passo
importante nella giusta direzione, da domani la Commissione Ue
valutera' tecnicamente il decreto nei dettagli'', ha commentato
il vice presidente della Commissione, Antonio Tajani. Che ha
anche ammonito: ''Vigilero' affinche' le autorizzazioni ai
pagamenti non ostruiscano la direttiva sui pagamenti attuali''.
Sul fronte interno, comunque, non mancano perplessita'. In
particolare tra i governatori del Sud. A loro da' voce il
presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro che ha
invitato i Parlamentari meridionali a modificare il testo che
''da' all'ente ricco e non al piu' virtuoso''. Ma, nel confronto
territoriale anche il Nord avanza le sue lamentele. Il neo
presidente della Regione Lombardia, parlando a Pontida al popolo
della Lega ha parlato di ''inganno'' e sostenuto che ''hanno
fatto il decreto per dare i soldi a quei comuni del Sud che non
li hanno''. Pronta la replica del collega Caldoro che, senza
troppi giri di parole, gli ha dato del bugiardo.(ANSA).

DEBITI P.A.: DUBBI DA REGIONI, PRONTI 'CORRETTIVI CALDORO'
MARONI: DECRETI PER DARE SOLDI A SUD. G.ALFANO, CAMBIEREMO TESTO
(di Alfonso Di Leva)
(ANSA) - NAPOLI, 7 APR - Ok sugli obiettivi, ma su testo,
scelte e meccanismi il fronte della Regioni solleva dubbi,
crescenti con il passare delle ore, sul decreto varato ieri dal
Consiglio dei Ministri per consentire il pagamento dei debiti
della pubblica amministrazione.
E il divario fra Nord e Sud, prima ancora che sul piano
economico, per effetto del decreto aumenta subito su quello
politico, con due governatori di primo piano, il leghista
Roberto Maroni (Lombardia) e il pidiellino Stefano Caldoro
(Campania) che, a migliaia di chilometri di distanza, si
scontrano subito senza esclusione di colpi per difendere i
propri territori.
''Hanno fatto il decreto per dare i soldi a quei comuni del
Sud che non li hanno - tuona Maroni a Pontida galvanizzando la
base del Carroccio - I nostri comuni i soldi li hanno. Ecco il
grande inganno del Governo che deve andare subito a casa''.
''Bugia a Pontida. Guadagna solo il Nord'', e' la risposta
immediata di Caldoro che, da Napoli, rilancia una battaglia
avviata da due giorni, subito dopo aver saputo delle misure del
decreto. ''Questo testo e' da cambiare'', dice il governatore
della Campania e spiega i motivi. ''Non prevede una tesoreria
unica. Non e' equo. Da' i soldi al piu' ricco e non al piu'
virtuoso. Condanna il povero e aumenta il divario tra Nord e
Sud'' perche' ''agisce sulla liquidita' degli enti locali''. Chi
ha le casse vuote ''deve indebitarsi, con un aumento degli
interessi. In questo modo le amministrazioni del Sud che fanno
una politica virtuosa sono penalizzate''.
Una battaglia ''per il bene del Mezzogiorno, delle sue
imprese e dei suoi lavoratori'', condivisa anche dai sindacati
campani, per la quale Caldoro oggi ha lanciato un appello al
lavoro comune a tutti i parlamentari del Sud, raccolto, in casa
Pdl, da Mara Carfagna, Franco Cardiello e Gioacchino Alfano
(Pdl). E' quest'ultimo ad annunciare che gia' da domani
lavorera' ai 'correttivi Caldoro'' in Commissione Speciale alla
Camera.
In serata scendono in campo anche l'Udc, con l'on. Giuseppe
De Mita (''L'allarme di Caldoro va tenuto nella giusta
considerazione'') e il Pd, con l'on. Enzo Amendola e il sen.
Enzo Cuomo, che s'impegna a ''eliminare penalizzazioni ai danni
dei Comuni piu' virtuosi che hanno i conti in ordine ma poca
liquidita''' per ''evitare - dicono Amendola e Cuomo - che al
danno si aggiunga anche la beffa''.
La stessa identica immagine usata ieri da un altro
Governatore, il leghista Luca Zaia (Veneto) che, nel
sottolineare che ''il Governo ha lasciato a secco le imprese e i
sistemi industriali delle regioni del nord, cioe' del 70% del
Pil nazionale'', aveva tuonato contro la norma del decreto
(l'art. 37) che prevede la possibilita' di poter attuare in
Sicilia un federalismo fiscale competitivo, trattenendo sul
territorio una cinquantina di milioni all'anno. ''Per mesi - e'
l'attacco di Zaia - hanno ironizzato sulla richiesta, che
avevamo avanzato come governatori della Macroregione del Nord,
di trattenere sul territorio parte del gettito fiscale. Ora
invece questa possibilita' viene concessa a una regione che
certo non puo' essere annoverata fra le piu' virtuose''. La sua
conclusione e' chiara: ''Non puo' finire qui'''. (ANSA).


FISCO: LUSSEMBURGO PRONTO AD ALLENTARE SEGRETO BANCARIO
AUSTRIA, NOI NO. SCANDALO CAHUZAC, PORTO' 15 MLN IN SVIZZERA
(ANSA) - BRUXELLES, 7 APR - Il Lussemburgo corre ai ripari
dopo che il suo sistema bancario, per la Ue ''sproporzionato'',
e' finito al centro del dibattito dell'Eurozona, e per non
passare come il Paese salva-evasori, oggi apre alla possibilita'
di allentare il segreto bancario. Del resto e' troppo elevato il
rischio di finire nel ciclone dei continui scandali fiscali, che
si arricchiscono di dettagli ogni giorno: oggi la tv svizzera ha
rivelato che l'ex ministro francese del Bilancio, Jerome
Cahuzac, accusato di frode al fisco e coinvolto nel filone
Offshoreleaks sui paradisi fiscali, ha tentato di depositare 15
milioni di euro in Svizzera nel 2009.
E' il ministro delle finanze Luc Frieden ad uscire allo
scoperto in un' intervista all'edizione domenicale del tedesco
'Frankfurter Allgemeine': ''Vogliamo rafforzare la cooperazione
con le autorita' fiscali straniere, il Lussemburgo non punta sui
clienti che desiderano risparmiare sulle tasse''. Oggi il
piccolo Granducato e l'Austria sono gli unici due Paesi europei
che, in nome del segreto bancario, rifiutano lo scambio
automatico tra Stati Ue di informazioni sui conti correnti,
dietro richiesta dei giudici. ''La tendenza internazionale e'
verso uno scambio automatico di informazioni bancarie tra
Paesi'', ha detto Frieden, ammettendo quindi l'utilita' di
cedere informazioni come i pagamenti di interessi ai clienti
esteri.
Soddisfatto dell'annuncio il ministro delle finanze tedesco
Wolfgang Schaeuble, che da tempo era in pressing su Lussemburgo
e Austria assieme a Francia e Commissione Ue. Schauble ha anche
annunciato che Berlino intende rafforzare la lotta all'evasione
nell'Ue e per questo fara' presto una proposta ad hoc. Le cifre
del sistema bancario del Granducato hanno fatto discutere dopo
che Cipro e' stato travolto proprio dal fallimento delle sue
banche. In Lussemburgo ci sono 141 banche, solo 5 locali, e
rappresentano 22 volte il suo pil. E' inoltre il secondo centro
di fondi d'investimento al mondo, con 3800 holding che valgono
2.500 miliardi, 55 volte il suo pil.
Irremovibile invece l'Austria: ''La nostra posizione non
cambia'', fanno sapere dal ministero delle Finanze, dopo
l'apertura del Lussemburgo. Vienna giudica ''piu' efficaci'' gli
'accordi bilaterali', come quelli siglati con Svizzera e
Liechtenstein, che secondo le autorita' austriache consentono
comunque di tassare i conti ma senza eliminare il segreto
bancario.(ANSA).

FISCO: MARONI, SE SERVE FAREMO GUERRA A ROMA
(ANSA) - PONTIDA (BERGAMO), 7 APR - ''Se serve faremo guerra
a Roma e al governo'': lo ha detto il segretario della Lega
Roberto Maroni a Pontida. Sul 75% delle tasse e il patto di
stabilita' ''tratteremo - ha aggiunto -, fino al 31 dicembre
abbiamo tempo per trattare, altrimenti ci impegnamo a superare
autonomamente i vincoli imposti da Roma''. (ANSA).


FISCO: MARONI, SE SERVE FAREMO GUERRA A ROMA (2)
(ANSA) - PONTIDA (BERGAMO), 7 APR - Maroni ha utilizzato gran
parte del suo discorso conclusivo a Pontida per spiegare che la
creazione di una macroregione del nord e l'ottenimento di
''almeno il 75% del gettito fiscale sul territorio'' sono i
traguardi che la Lega non potra' mancare nei confronti del
solito nemico 'di Roma'. E ha utilizzato le sue parole
ultimative nei confronti del governo centrale anche per
rispondere ad Umberto Bossi che poco prima, dallo stesso palco,
lo aveva invitato a non rinunciare a dar battaglia anche a Roma
senza arroccarsi al nord. ''E' chiaro - ha detto Maroni - che i
nostri parlamentari a Roma agiranno insieme a noi al nord. Caro
Umberto, devi andare giu' a fare guerra al governo insieme a noi
e ai nostri parlamentari''. (ANSA).

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