TV: A CACCIA DEI COVI DEI BOSS. 16/4 SU HISTORY, DOCUMENTARIO CON FORZE DELL'ORDINE - PACCHI BOMBA:007, FAI DECIMATA MA ANCORA PERICOLOSA - EURO FALSI ANCORA IN CALO, -40% IN 2012, VALORE GIU' A 3,5 MLN. TESORO, COLPITE SOPRATTUTTO LE BANCONOTE DA 20 EURO

sabato 13 aprile 2013

TV: MAFIA BUNKER, A CACCIA DEI COVI DEI BOSS
16/4 SU HISTORY, DOCUMENTARIO REALIZZATO CON FORZE DELL'ORDINE
(di Daniela Giammusso)
(ANSA) - ROMA, 12 APR - Insospettabili tane nelle
intercapedini delle pareti. Labirinti di cunicoli che dalla casa
'madre' portano a quelle degli affiliati. Mini-appartamenti
celati da una botola, dove vivere nascosti come topi, per
onorare al meglio le due regole fondamentali della latitanza:
''non abbandonare mai il tuo territorio e nasconditi meglio che
puoi''. Sono i covi dei boss svelati negli anni dalle forze
dell'ordine e ora raccontati come mai prima in 'Mafia
Bunker-Caccia ai Boss', viaggio esclusivo nel mondo sotterraneo
della criminalita' organizzata, in onda su History (canale 407
di Sky) martedi' 16 aprile alle 21 (su SkyTg24 Rassegne a
mezzanotte) e atteso a maggio sulla BBC.
Coprodotto dall'italiana Stan by me e dagli inglesi di Lion Tv
per Fox e BBC2 e realizzato insieme a magistratura antimafia,
Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, il
documentario nasce da un'idea di Simona Ercolani e dopo due anni
di gestazione debutta con il volto dello storico e scrittore
britannico John Dickie. ''Cosi' come il lavoro realizzato in
Sicilia negli anni Ottanta - racconta Dickie - anche
l'Operazione Crimine raccontata in questo documentario ha
segnato una svolta nella lotta a Camorra e 'Ndrangheta. Si e'
scoperto che la vocazione al coordinamento e' sempre esistita,
gia' negli anni Venti-Trenta e forse anche alla fine
dell'Ottocento. I bunker dei boss furono oggetto gia' della
repressione fascista, ma mai'' con una caccia ''cosi' efficace e
continuativa come quella degli ultimi anni. E' un segnale che lo
Stato sta facendo sul serio''.
Nel documentario Dickie parte alla scoperta dei bunker
individuati in Calabria e Campania, dove i boss, braccati dalle
forze dell'ordine, spariscono nelle viscere della terra, pur di
continuare a gestire illeciti interessi multimilionari. Vere e
proprie segrete del potere, senza eguali nel mondo, dove,
prigionieri gia' prima di essere presi, si sono nascosti
personaggi come Michele Zagaria e Francesco 'Ciccio' Pesce. Tra
interviste ad esperti e protagonisti, dal colonnello Pasquale
Angelosanto al dirigente della PS Renato Cortese, responsabili
anche della cattura di Carmine Alfieri e Bernardo Provenzano, e
con filmati inediti, intercettazioni telefoniche (come quella in
cui Zagaria stesso si 'lamenta' di un articolo con un
giornalista), ricostruzioni grafiche e blitz notturni seguiti
'live' nei territori 'caldi' di Casal di Principe e Reggio
Calabria, il documentario svela insieme l'incessante lavoro
degli uomini delle forze dell'ordine e l'insospettabile
topografia parallela costruita negli anni dai boss, con
'ndranghetisti che hanno sventrato la strada principale di un
paese come fossero operai del Comune o intere case scorrevoli a
celare appartamenti arredati come un hotel di terza categoria.
''Negli altri paesi - commenta Maurizio Masciopinto ricordando
il capo della Polizia Antonio Manganelli, recentemente scomparso
- non esistono i latitanti, ma quelli che scappano, i fuggitivi.
Il concetto di latitante e' tutto italiano, come la mafia.
Questo documentario dimostra che non esistono santoni protetti e
che lo Stato puo' vincere''. Tanto da far dire in diretta al
boss Zagaria, quasi sollevato per esser stato scoperto, ''lo
Stato vince sempre, lo so''. (ANSA).

PACCHI BOMBA:007, FAI DECIMATA MA ANCORA PERICOLOSA
FORSE FINITA 'STASI OPERATIVA', PUO' TORNARE AD ALZARE TIRO
(ANSA) - ROMA, 12 APR - ''Sono rimasti in pochi ma sono
ancora molto pericolosi. E possono tornare a colpire con la
stessa intensita' di Genova''. La firma della Federazione
anarchica informale sui pacchi bomba inviati alla sede de La
Stampa e all'Europol Investigazioni di Brescia, per gli 007 e
gli investigatori dell'antiterrorismo significa due cose: la
probabile fine della ''stasi operativa'' in cui la Fai si era
rifugiata dopo gli arresti del 2012; la conferma che, nonostante
le indagini, vi sono ancora diverse cellule pronte a colpire.
Quella che ha agito a Torino e Brescia - la cellula Damiano
Bolano, sigla mai apparsa finora e dedicata non a caso ad un
anarchico appartenente alle Cospirazione delle Cellule di Fuoco
rinchiuso nelle carceri greche - non ha alzato il tiro. Ma
nessuno tra gli investigatori esclude che la stessa, o altre
finora rimaste silenti, possano riprendere l'obiettivo
annunciato nel volantino di rivendicazione dell'attentato all'Ad
di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi: ''e' necessario far
lavorare di pari passo le armi della critica e la critica delle
armi''.
Vi sono sicuramente elementi ''attivi'' in Piemonte e in
Liguria, dicono gli investigatori, ma anche in Toscana e a Roma.
E non e' un caso, viene fatto notare, che la rivendicazione
spedita al Secolo XIX sia partita proprio dalla capitale. ''Non
hanno una grammatica comune ne' per quanto riguarda l'entita'
delle azioni ne' per la realizzazione degli ordigni - dice un
investigatore che da tempo indaga sulla Fai - fanno parte di una
sorta di franchising dell'eversione che propone un obiettivo
comune e invita a raggiungerlo con i modi piu' disparati. In
questo sta la loro maggiore pericolosita'''.
Composta da cellule che non si conoscono tra loro e pero'
unite da un patto di ''mutuo appoggio'' fondato sulla
''solidarieta' rivoluzionaria'' (vale a dire che ogni gruppo che
aderisce alla Fai si impegna ad attuare campagne rivoluzionare e
a dare la propria solidarieta' ai compagni arrestati, sempre
attraverso ''l'azione diretta distruttiva''), la Fai ha da tempo
superato il tabu' della lotta armata. Gia' nel 2006, in una
discussione resa pubblica dagli stessi appartenenti alla
Federazione, si sosteneva che ''bisogna essere piu' efficaci'' e
utilizzare mezzi ''piu' selettivi'', vale a dire ''pistole, non
esplosivo''. Tutto cio', anche se nel fascicolo che riguarda
l'agguato ad Adinolfi c'e' traccia di una riunione tra anarchici
della Fai a Napoli ''nella quale vennero espressi dubbi
sull'utilita' di ricorrere alle armi abbandonando l'uso
dell'esplosivo''.
Questa varieta' di ''strumenti offensivi'' viene ribadita
nell'agosto 2011 con il documento in cui veniva annunciata la
saldatura degli anarchici italiani, greci e spagnoli nel Fronte
rivoluzionario internazionale: l'azione diretta ''puo' andare
dal lancio di una molotov all'assassinio, senza alcuna gerarchia
di importanza e' indispensabile''. In dieci anni la Fai ha
rivendicato una trentina di attentati, dai plichi esplosivi
inviati a Prodi e alle autorita' europee con l'operazione Santa
Claus del dicembre 2003, alla gambizzazione di Adinolfi, che ha
rappresentato il salto di qualita'
Gli arresti di Alfredo Cospito e Nicola Gai per l'attentato
di Genova e quelli, qualche mese prima, di altri dieci presunti
appartenenti alla Federazione disposti dal Gip di Perugia - sia
gli uni sia gli altri sono citati nella rivendicazione - hanno
rallentato questo processo. Ma non lo hanno certo fermato. E
dunque la minaccia resta ''estesa e multiforme'', capace di
tradursi, scrivono gli 007 nell'ultima relazione al Parlamento,
in una serie di azioni che possono comprendere sia ''attentati
spettacolari potenzialmente lesivi'', come quello ad Adinolfi,
sia ''iniziative di non elevato spessore ad opera di altre sigle
eventualmente emergenti non dotate delle medesime capacita'
tecnico operative'', come i pacchi bomba a Torino e Brescia.
Quanto ai possibili obiettivi o ''scenari di scontro'', i
servizi ricordano le carceri, i Cie, le forze di polizia e le
forze armate, ma anche i poteri economico-finanziari, le lotte
ambientaliste, l'opposizione al dominio tecnologico, gli autori
delle riforme del welfare e del lavoro ed anche le espressioni
di quelle che gli 007 chiamano ''societa' del benessere''.
(ANSA).


EURO FALSI ANCORA IN CALO, -40% IN 2012, VALORE GIU' A 3,5 MLN
TESORO, COLPITE SOPRATTUTTO LE BANCONOTE DA 20 EURO
(ANSA) - ROMA, 12 APR - Si conferma il calo degli euro
falsificati. Nel 2012, per il quinto anno consecutivo, cala sia
il numero degli euro sequestrati e/o ritirati dalla
circolazione, scendendo a 78.764 pezzi (-40% sul 2011) per un
valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro (-15%). I dati,
si legge in una nota del Tesoro, confermano che la
contraffazione - in linea con quanto accade negli altri Paesi UE
- colpisce in particolare le banconote da 20 Euro (48,6% del
totale di banconote contraffatte).
(ANSA).

Euro falsi ancora in calo,-40% in 2012,valore giu' a 3,5 mln (2)
(ANSA) - ROMA, 12 APR - In particolare, si legge ancora nella
nota del Tesoro, per quanto attiene alle monete, il calo e'
stato in valore assoluto su anno anche molto elevato (-77% sul
2011), ma il dato risente dei sequestri significativi effettuati
prima della circolazione dalle forze dell'ordine proprio nel
2011. Al netto di queste operazioni il trend per le monete
risulterebbe, al contrario, in leggero aumento (+7%), in linea
con quanto sta complessivamente accadendo in altri Paesi
dell'area euro, dove il ritiro di monete metalliche in euro e'
complessivamente cresciuto.
Il 'XXIII Rapporto sulla falsificazione dell'euro', reso noto
oggi dall'UCAMP - Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di
Pagamento del Dipartimento del Tesoro, registra che il 52% delle
segnalazioni sono pervenute dagli Istituti bancari, il 42% dalle
Agenzie di custodia e trasporto denaro e il 5% dagli Uffici
postali. Il rimanente 1% delle segnalazioni proviene dagli altri
Enti istituzionalmente deputati al ritiro/sequestro delle
banconote e delle monete sospette di falsita', quali forze di
polizia e altri intermediari finanziari.
Su base geografica, la maggiore concentrazione di
segnalazioni di banconote ritirate/sequestrate e' stata
registrata nelle regioni del Nord Ovest (21.951), seguita da
quelle del Nord Est (17.172) e del Centro (15.664). Nel Sud e
nelle Isole sono state segnalate come ritirate/sequestrate
rispettivamente 9.799 e 3.675 banconote.
Con riferimento invece alle segnalazioni di monete
ritirate/sequestrate, la maggiore concentrazione e' stata
registrata nelle regioni del Centro (6.012) del Nord Est
(3.605), seguita da quelle del Sud (208). Nel Nord Ovest e nelle
Isole sono state segnalate come ritirate/sequestrate
rispettivamente 206 e 32 monete.(ANSA).

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