EVASORI IN MANETTE, BONANNI E LA RICETTA DEL MARZIANO. LA LEGGE NON FUNZIONA, LA CULTURA MANCA (Bruno Tinti su Il Fatto Quotidiano)

martedì 07 maggio 2013


Il Fatto Quotidiano - 3 maggio 2013

EVASORI IN MANETTE, BONANNI E LA RICETTA DEL MARZIANO

La legge non funziona, la cultura manca. E poi come si può pensare che Io faccia un governo che si regge sulla fiducia di B.?

di Bruno Tinti

Bonanni, segretario Cisl, ha spiegato a il Fatto che gli evasori fiscali devono finire in prigione, proprio come succede in America. Ha anche illustrato una sua ricetta: abolire il patteggiamento e diminuire le soglie di punibilità . Naturalmente ha ragione. Allora perchà© mi ha fatto tanto arrabbiare?

1. Bonanni sa benissimo che un governo che sta in piedi con la fiducia di B., cioè di uno che possiede aziende che di fatture false si sono nutrite e che è stato condannato in primo e secondo grado per frode fiscale, mai e poi mai emanerà  una legge che porti in prigione gli evasori. Sicchà©, se davvero crede a quello che dice, deve -- prima -- fare opposizione feroce al governo dell'inciucio e - poi-proporre una riforma della legge penale-tributaria.

2. La legge vigente fa schifo. Lo so perchà© l'ho scritta io e governo (D'Alema, con ministro delle Finanze Visto; non proprio un governo di destra) e Parlamento, l'hanno cambiata per evitare che funzionasse. In particolare si è fatto in modo che il "nero", cioè l'evasione praticata dal popolo dell'Iva, quella che è responsabile di 160 miliardi dl euro evasi ogni anno (dati della Corte dei conti), invece che "frode fiscale" fosse qualificata "dichiarazione infedele". Conseguenze: pena da 1 a 3 anni invece che da 1,6 a 6 anni e niente intercettazioni telefoniche. Nella prassi, il professionista, l'artigiano, il commerciante, l'imprenditore medio-piccolo, si beccano da 8 mesi a 1 anno e 4 mesi; sicchà©, anche senza patteggiamento, in galera non ci vanno per via della sospensione condizionale della pena.

3. Con II sistema penale Italiano, nemmeno una legge severissima garantirebbe la galera agli evasori. Se anche fossero condannati a 3 anni, sarebbero affidati ai servizi sociali. E, se di anni gliene ficcassero 6, di galera effettiva ne farebbero 1 scarso. Per non parlare dei condoni.

4. Le soglie dl punibilità  significano che, se uno evade meno di 30.000 euro di imposta (50.000 per il reato di dichiarazione infedele, cioè quella del popolo dell'va), niente processo penale, niente prigione Ci si potrebbe anche stare (ai livelli di evasione che ci ritroviamo, per processare tutti gli evasori bisognerebbe triplicare giudici e Gdf); ma la cosa vergognosa à© che c'è un'altra soglia, commisurata al reddito non dichiarato. Se è inferiore a 1 milione di euro (per la "dichiarazione infedele" 2 milioni) il fatto non è considerato reato. Per capirci: se un adepto del popolo dell'Iva fa un "nero" di 1.999.999 euro, niente reato, niente processo, niente prigione. Considerato che, con un reddito evaso di questo livello, la corrispondente imposta sarebbe dl circa 800.000 euro, inserire la soglia di punibilità  di 30.000 euro di imposta evasa è solo fumo negli occhi; quella che bloccherà  di fatto il processo è la soglia commisurata al reddito, che è altissima; ed è qui che c'è la garanzia dell'impunita: quanta gente ha un reddito ("nero") superiore ai 2 milioni? Bonanni si è chiesto come mai la legge è (apparentemente) cosa schizofrenica? Per rispondersi, basta che si rilegga quanto scritto più sopra al punto numero 1.

5. Ho lavorato una vita per mettere in prigione gli evasori fiscali; e ho scritto decine di articoli e anche un libro (La rivoluzione delle tasse) per spiegare come la sanzione penale sia essenziale per limitare (non abolire) l'evasione. Ma la penale è l'ultima delle soluzioni. Quello che ci serve è etica e cultura; e in Italia è merce rara. I cittadini che possono evadere (sempre il popolo dell'Iva) pensano di giustificare il loro comportamento accusando lo Stato di fornire servizi scadenti; vero o no che sia, è come legittimare il furto perchà© il salario è troppo esiguo. E poi l'evasore fiscale suscita solidarietà  e ammirazione invece che sdegno; è considerato un furbo, non un delinquente. Per questo non è possibile, in Italia, mettere gli evasori in prigione, come avviene in America; per questo la ricetta Bonanni è, nel migliore dei casi, ingenua. Li, in America, chi evade le imposte perde di status sociale; lo cacciano dal country club; sua moglie non è più invitata alle gare di torta alla frutta; e al barbecue del sabato pomeriggio nel suo giardino non ci va nessuno. Questa è la vera sanzione, la prigione arriva dopo. Ma nel nostro paese la combinazione di profitto economico, impunita e solidarietà  sociale è micidiale. La legge iniqua e inefficiente che abbiamo è lo specchio della complicità  tra classe dirigente e cittadini in materia di imposte: si tollera l'evasione perchà© è fenomeno che coinvolge tutti; e perchà© i cittadini stroncherebbero la carriera politica di chi provasse a reprimerla con leggi efficaci. Ecco perchà© le chiacchiere di Bonanni mi irritano: non perchà© non abbiano fondamento, ma perchà© sono inutili.

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