TAV: TRIBUNALE, SCONTRI 2011 NON PORTARONO DANNO A ITALIA. SAP, NOI AMMESSI COME PARTE CIVILE A PROCESSO - PINOTTI,'PRIMA DONNA' DIFESA A PARATA 2 GIUGNO - DIFESA: MINISTERO LANCIA LA SUA WEB TV - POLIZIA: GOVERNO SUPERA LUNGO IMPASSE, PANSA NUOVO CAPO
sabato 01 giugno 2013
TAV: TRIBUNALE, SCONTRI 2011 NON PORTARONO DANNO A ITALIA
NO A P.CHIGI PARTE CIVILE,SI' A MINISTERI.DIFESA CITA EX PREMIER
(di Mauro Barletta)
(ANSA) - TORINO, 31 MAG - Gli scontri dell'estate del 2011 in
Valle di Susa non hanno danneggiato l'immagine dell'Italia
all'estero. Gli attacchi al cantiere del Tav, la pioggia di
lacrimogeni (in un solo giorno ne furono sparati 4.357), le
manganellate, le sassaiole, i duecento fra poliziotti e
carabinieri feriti non hanno compromesso la fotografia del
''sistema Paese''. Poche parole e il tribunale di Torino riporta
il maxi processo ai No Tav (52 imputati, 76 capi d'accusa, 247
testimoni citati dalla procura) nell'alveo di una causa su
''episodi specifici e circoscritti'' di lesioni e resistenza
respingendo la richiesta di costituzione di parte civile della
Presidenza del Consiglio dei ministri, che invece lamentava un
duro colpo al prestigio nazionale: Palazzo Chigi asseriva che la
guerriglia aveva addirittura rischiato di compromettere i
finanziamenti internazionali per la ferrovia Torino-Lione.
L'avvocato Claudio Novaro, del legal team No Tav, canta
vittoria: ''La mossa della Presidenza del Consiglio era solo
politica''. E i suoi colleghi rilanciano proprio sul terreno
della politica, proponendo ai giudici di ascoltare due ex
premier (Prodi e Berlusconi), ex ministri (Di Pietro, Bersani,
Matteoli, Maroni), Beppe Grillo, l'ex capo della polizia
Giovanni De Gennaro e altri vip: se verranno accontentati l'aula
potrebbe diventare un'arena in cui si incrociano i paladini del
si' e del no al supertreno. ''Questo - argomenta l'avvocato
Mauro Straini - non e' un normale processo per resistenza.
Bisogna capire il contesto. E le ragioni, ottime ed enormi, che
muovevano e muovono tanta opposizione al Tav''.
I giudici decideranno il 7 giugno. Nel frattempo hanno
ammesso fra le circa ottanta parti civili i sindacati di polizia
e i ministeri di Interno, Difesa ed Economia, che si sono
limitati a parlare di danni materiali. E nel frattempo la
Torino-Lione va avanti. Il Cipe ha indirizzato al Piemonte i
primi 10 milioni per le opere compensative, anticipandoli dal
2016 al 2014. ''Per la Valle di Susa - commenta l'assessore
regionale Barbara Bonino - e' un momento storico. Abbiamo tanti
progetti concreti, dalle strade alla sicurezza delle scuole, da
realizzare lontano da polemiche e sofismi''. Ma la valle
continua ad essere teatro di episodi oscuri: qualcuno nella
notte ha incendiato un escavatore a Giaglione, e siccome il
macchinario e' di una delle ditte che collaborano al cantiere
del Tav l'associazione e' immediata. ''Violenze e intimidazioni
non fermeranno un'opera strategica per il Paese'', dichiara il
ministro delle infrastrutture, Maurizio Lupi.
A Susa alcune decine di attivisti No Tav, tra cui il senatore
a cinque stelle Marco Scibona, hanno manifestato davanti al
Comune per impedire ai tecnici di Ltf, la societa' che si occupa
della Torino-Lione, di incontrare gli amministratori. A Roma la
partita e' nei palazzi della politica: i parlamentari del
Movimento 5 Stelle chiedono al governo di bloccare il cantiere
perche' ''illegale''. L'impianto progettuale ed esecutivo
dell'opera, affermano, e' ''basato su falsi dati di partenza e
da gravissime carenze documentali''. (ANSA).
TAV: SAP, NOI AMMESSI COME PARTE CIVILE A PROCESSO
'RIGETTATE RICHIESTE NO TAV, NOSTRA BATTAGLIA CONTINUA'
(ANSA) - ROMA, 31 MAG - ''La Quarta Sezione Penale del
Tribunale di Torino ha rigettato tutte le richieste del team di
legali No Tav che puntavano ad estrometterci dalla costituzione
di parte civile nel processo per gli incidenti in Val di Susa.
Restiamo pertanto nel processo grazie al lavoro e all'impegno
dell'avvocato Pierfranco Bertolino, tutte le nostre costituzioni
di parte civile sono state ammesse''. Lo afferma Nicola Tanzi,
segretario generale del sindacato di polizia Sap.
''Prosegue, dunque - dice Tanzi - con sempre maggiore forza
il nostro impegno per tutelare i poliziotti che operano in Val
di Susa e coloro che sono rimasti feriti negli scontri. La
nostra storica costituzione di parte civile, annunciata sin dal
2011 all'indomani degli scontri che provocarono oltre 200 feriti
tra le forze di polizia, e' stata la prima ad essere ammessa. La
nostra battaglia continua!''. (ANSA).
PINOTTI,'PRIMA DONNA' DIFESA A PARATA 2 GIUGNO
SOTTOSEGRETARIO;STOP POLEMICHE, FESTA DI TUTTI CORPI DELLO STATO
(di Massimo Nestico')
(ANSA) - ROMA, 31 MAG - Nell'affollato palco autorita' dei
Fori Imperiali per la parata del 2 giugno, accanto a ministri,
generali e parlamentari, siedera' per la prima volta un
sottosegretario alla Difesa donna: e' Roberta Pinotti, 52 anni,
genovese. Non e' affatto una novizia del settore, visto che tra
il 2006 ed il 2008 e' stata presidente della commissione Difesa
della Camera ed ormai da anni si occupa di stellette e divise
per il Pd. ''Ma domenica - confessa in un'intervista all'ANSA
nel suo ufficio a Palazzo Marina - conoscero' un'emozione nuova,
perche' saro' su quel palco come esponente del Governo, con un
maggiore senso di responsabilita' verso i nostri militari che
sfilano''.
Come ogni anno, non sono mancate le polemiche
sull'opportunita' di una parata militare (specie in tempo di
crisi). Ma Pinotti difende con forza la celebrazione. ''Il 2
giugno - ricorda - non e' la festa dei militari: ci saranno
anche polizia, guardia di finanza, corpo forestale, vigili del
fuoco, protezione civile, i giovani che fanno servizio civile.
Non e' un'esibizione muscolare, ma la dimostrazione di fedelta'
dei corpi dello Stato alla Repubblica. Ed anche i militari sono
un pezzo di Stato''.
Donna, e per giunta di sinistra, che si occupa di forze
armate. Un 'animale' piuttosto raro in Italia. Sono stati
infatti duri, ricorda il sottosegretario, ''gli inizi, quando mi
spostai dalla commissione Bilancio a quella Difesa nella mia
prima legislatura. Ogni volta che si votava un programma
d'armamenti ero in difficolta', avvertivo una lacerazione''. Per
superarla fu decisivo un incontro con Michelle Bachelet, in quel
periodo ministro della Difesa francese. ''Le chiesi - ricorda
Pinotti - se non si sentisse in difficolta' a svolgere quel
ruolo da donna di sinistra e lei mi disse che la Difesa e' un
cardine fondamentale dello Stato e dunque non c'e' alcuna
contraddizione. Cio' mi fece riflettere: ci sono tante aree di
crisi nel mondo, e' necessario che le armi ed i militari
esistano, non si puo' mettere la testa sotto la sabbia''. Poi
con gli anni, prosegue, ''man mano che mi sono avvicinata a
questo mondo, ho visto dall'interno la miriade di compiti,
spesso misconosciuti, nei quali sono impegnate le nostre forze
armate, ho seguito il loro modo di operare nelle missioni
all'estero, la loro capacita', professionlita' e umanita' e
dunque mi sono appassionata''.
Fino a difendere a spada tratta anche il contrastato
programma per l'acquisto di 90 supercaccia F35? Sull'argomento
il sottosegretario e' cauto. ''Nessuno - assicura - pensa di
comprare gli F35 per sparare sui civili dall'alto. Si tratta di
chiedersi se l'Aeronautica serve, se le nostre pattuglie in
missione in Paesi come l'Afghanistan debbano essere
adeguatamente protetti dal cielo. Poi si puo' discutere di quali
e quanti e quali tipi di aereo servono. E' una discussione -
sottolinea - che va fatta con la massima trasparenza, in
Parlamento; tutte le domande sono lecite, bisogna comunque
tenere conto che purtroppo non siamo in un mondo pacificato. E
teniamo anche conto - aggiunge - delle ricadute occupazionali
del programma''.
Nella sua nuova avventura Pinotti promette attenzione alla
componente 'rosa' delle forze armate. ''Le donne militari -
spiega - hanno una determinazione fortissima, sono
professioniste molto serie, non vogliono galanterie, ma sentirsi
colleghi tra i colleghi. Le ho viste in azione alla guida di
carri armati, piloti di aerei, sulle navi. Certo - rileva - dopo
il boom iniziale, il flusso femminile nelle caserme si e' un po'
arrestato. Io mi impegnero' ad agevolare ricongiungimenti
familiari, a fornire servizi per l'infanzia, tutto cio' che puo'
essere utile a valorizzare le nostre militari''. Ma quanto tempo
ci vorra' per vedere la prima donna generale? ''L'apertura delle
forze armate alle donne - risponde il sottosegretario - risale
al 2001, quindi bisognera' aspettare le normali progressioni di
carriera, ci vorranno ancora circa 15 anni ed io - assicura -
vigilero' perche' questo tempo sia rispettato''. (ANSA).
DIFESA: MINISTERO LANCIA LA SUA WEB TV, 2 GIUGNO ESORDIO
(ANSA) - ROMA, 31 MAG - Dopo il lancio dei social network e
le app per dispositivi mobile, la Difesa fa il suo ingresso
anche nel mondo della Web TV: a partire da oggi e' infatti
online, in fase sperimentale, la Web TV Difesa (sul sito
www.difesa.it).
L'iniziativa, spiega il ministero, consentira' di
sperimentare uno strumento piu' vicino alle esigenze di
informazione che la societa' richiede. La finalizzazione del
progetto e' prevista nel mese di settembre. La Web TV della
Difesa e' stata studiata per valorizzare, rendere disponibile e
diffondere l'enorme patrimonio video della Difesa e delle forze
armate mediante la visione di video inseriti in canali tematici
(attivita' operative, attualita', eventi promozionali, memorie
storiche, ecc.), mediante un'interfaccia grafica che consente
una navigazione intuitiva e veloce.
Saranno, inoltre, resi disponibili in streaming le attivita'
parlamentari e gli interventi dei vertici del dicastero.
In occasioni di eventi e manifestazioni di particolare rilievo,
saranno inoltre realizzati degli streaming live.
La prima diretta Web sara' effettuata in occasione della Festa
della Repubblica del 2 giugno. I video potranno essere condivisi
e integrati sui social media (Facebook e Twitter), oppure
segnalati tramite email. (ANSA).
POLIZIA: GOVERNO SUPERA LUNGO IMPASSE, PANSA NUOVO CAPO
ALFANO, 'SCELTA MIGLIORE, CARRIERA IN TRINCEA'; ELOGI BIPARTISAN
(ANSA) - ROMA, 31 MAG - Ci sono voluti quasi due mesi e mezzo
- tanto il tempo passato dalla morte di Antonio Manganelli - ma
oggi in Consiglio dei ministri c'e' stata finalmente la fumata
bianca: Alessandro Pansa e' il nuovo capo della Polizia. Giusto
in tempo per sedersi domenica prossima sul palco autorita' per
la sfilata del 2 giugno ai Fori Imperiali, cosi' come chiesto
dal Quirinale che all'inizio di questa settimana aveva invitato
il Governo a chiudere al piu' presto la partita del numero 1
della polizia.
Si' perche' non era mai accaduto che una poltrona cosi'
importante rimanesse vuota tanto a lungo. Ma a creare l'impasse
sono stati i veti incrociati della 'strana' maggioranza di
Governo. E' successo infatti che Pd e Pdl avevano ognuno il
proprio candidato forte: il capo della Protezione civile, Franco
Gabrielli (che gode della fiducia del premier Enrico Letta) per
il primo; il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro per il secondo.
Su questi due nomi ci sono state settimane di contatti,
trattative, confronti, ma nessuna delle due parti ha voluto fare
un passo indietro. Si e' fatta quindi concreta l'ipotesi di
promuovere l'attuale vicecapo vicario, Alessandro Marangoni,
apparentemente fuori dai giochi politici. Ma poi e' spuntata la
candidatura di Pansa, prefetto pare molto apprezzato dal
Quirinale e la partita si e' quindi chiusa.
Ieri sera quindi il ministro dell'Interno, Angelino Alfano,
ha chiamato Marangoni per comunicargli che la scelta era caduta
su Pansa. Il vicario ha incassato la decisione chiedendo di
poter restare nel suo ruolo. A guidare la polizia ed il
Dipartimento di pubblica sicurezza sara' cosi' il prefetto
Pansa, che nella sua lunga carriera ha lavorato a stretto
contatto con i suoi predecessori, Antonio Manganelli e Gianni De
Gennaro; ha fatto esperienza inseguendo latitanti, alla
Criminalpol e poi allo Sco, strutture che poi ha diretto. Nato
ad Eboli, 62 anni tra pochi giorni, ha fatto anche il prefetto
di Napoli, prima di tornare al Viminale, dove fino ad oggi
dirigeva il Dipartimento per gli affari interni.
''Abbiamo fatto - ha detto Alfano presentatosi con Pansa in
conferenza stampa a Palazzo Chigi - la scelta migliore e piu'
qualificata per un compito cosi' delicato. Il prefetto ha un
curriculum professionale ampio e completo, dispiegato in trincea
contro la criminalita' organizzata''. Le priorita' del Governo
nel settore, ha aggiunto il ministro, ''sono il contrasto alla
criminalita' organizzata attraverso l'arresto dei latitanti e
l'aggressione ai patrimoni criminali ed il rafforzamento della
sicurezza nelle nostre citta', perche la cittadinanza piena si
ha solo se si e' liberi dalla paura''. Il nuovo capo della
Polizia ha assicurato che ''le linee guida del ministro saranno
seguite con grande impegno. Puntiamo ad assicurare alla
giustizia i criminali ed a migliorare sia la percezione della
sicurezza che la sicurezza reale, in modo che ognuno possa
essere libero dalla paura che attanaglia purtroppo la vita del
nostro Paese''.
Congratulazioni per la nomina sono arrivate da tutte le parti
politiche, da Matteo Renzi, che ha lodato la ''professionalita'
ed esperienza del prefetto'' a Renato Brunetta, che si e' detto
certo che Pansa ''sapra' svolgere al meglio un ruolo tanto
delicato quanto indispensabile per la sicurezza e la
salvaguardia della democrazia nel nostro Paese'', fino a Roberto
Maroni, che ha parlato ''ottima scelta'' e di nomina ''in
continuita' con l'azione di Manganelli''. Soddisfazione anche
dai sindacati di polizia, che da tempo chiedevano al governo di
superare i veti incrociati e dare un capo all'istituzione. Ora
lo attendono al varco per avere risposte su organici (la polizia
e' 'sotto' di circa 16mila unita', oltre che con un'eta' media
sempre piu' elevata, sui 46 anni), risorse, contratto e
pensioni. Nei prossimi giorni Pansa convochera' il consiglio
d'amministrazione del Dipartimento di pubblica sicurezza che
dovra' approvare nomine e cambi di prefetti e questori di
diverse importanti citta'. (ANSA).