URANIO: MILITARE MALATO SU FB, PER CURARMI DEVO VENDERE CASA - DIFESA: SCELTA CIVICA INCONTRA VITTIME URANIO IMPOVERITO - MIN.DIFESA RISARCISCA 'COMPAGNA VITA' VITTIMA NASSIRIYA - GERMANIA: 'DEBACLE DRONI', RESTA SOTTO TIRO MINISTRO DIFESA
martedì 04 giugno 2013
URANIO: MILITARE MALATO SU FB, PER CURARMI DEVO VENDERE CASA
MARESCIALLO MARCO DIANA GIA' PROTAGONISTA BATTAGLIA GIUDIZIARIA
(ANSA) - CAGLIARI, 3 GIU - Appello disperato su Facebook di
un militare sardo malato di cancro, il maresciallo Marco Diana,
44 anni di Villamassargia (Carbonia Iglesias) protagonista a suo
tempo di una dura battaglia giudiziaria, nell'ambito della
vicenda dell'uranio impoverito, per ottenere il riconoscimento
della condizione di ''grande invalido militare'' e di una
pensione. Ora ha affidato al social network il suo ultimo
appello-denuncia.
''Amici miei - si legge - a causa dell'inadempienza del
ministero della Difesa e dei vari comandi militari competenti
nel territorio e dei loro comandanti, se voglio continuare a
restare vivo e curarmi, sono costretto a mettere in vendita
tutto cio' che possiedo: la mia casa interamente arredata, la
vigna e qualche terreno. Vi chiedo la cortesia di diffondere
questo annuncio in modo che se ci fosse qualcuno interessato mi
puo' contattare in privato. Vi ringrazio. Con amore, vostro
maresciallo Marco Diana''. (ANSA).
DIFESA: SCELTA CIVICA INCONTRA VITTIME URANIO IMPOVERITO
(ANSA) - ROMA, 3 GIU - Il gruppo parlamentare Scelta Civica
della Camera rappresentato dal capogruppo in commissione Difesa,
Domenico Rossi, ha incontrato a Montecitorio una delegazione del
personale colpito da patologie tumorali derivanti da esposizione
su territori contaminati da ordigni all'uranio impoverito.
''Riteniamo opportuno - ha sottolineato Rossi al termine
dell'incontro - avviare un percorso per chiarire una volta per
tutte l'esistenza di un nesso eziologico tra le malattie
tumorali e l'impiego di personale in teatri operativi o
localita' dove siano stati utilizzati ordigni all'uranio
impoverito. Su tale base si potra' individuare una normativa 'ad
hoc' che consenta di assimilare le persone in questione alle
vittime del dovere per assicurare sia la dovuta assistenza - per
coloro che sono al momento malati e coloro che purtroppo si
dovessero ammalare per le patologie in questione - sia per
l'adeguato riconoscimento economico''.(ANSA).
MIN.DIFESA RISARCISCA 'COMPAGNA VITA' VITTIMA NASSIRIYA
TRIBUNALE CIVILE ROMA, STRAGE ERA 'PREVEDIBILE ED EVITABILE'
(di Vincenzo Sinapi)
(ANSA) - ROMA, 3 GIU - Non erano sposati, ma vivevano da anni
come marito e moglie, volevano un figlio e il matrimonio.
Progetti spezzati dall'attentato di Nassiriya del 12 novembre
2003: tra i 19 italiani uccisi dal camion bomba anche Stefano
Rolla, regista. Era li' per un film sul contingente italiano,
''Babilonia terra tra due fiumi''. Per Adele Parrillo, al dolore
per la perdita del compagno, si e' aggiunto quello di un
percorso fatto di ''ostacoli e discriminazioni. Per il Governo
non ero una vedova come le altre. Per me nessun riconoscimento,
nessun indennizzo, nessun vitalizio. Sono stata tagliata fuori
anche dalle commemorazioni ufficiali''. Ora, pero', il tribunale
civile di Roma ha riconosciuto le sue ragioni. Con una sentenza
di 85 pagine spiega perche' il ministero della Difesa deve
essere condannato al risarcimento del danno (da liquidarsi in
separata sede) in suo favore in quanto ''compagna di vita'' -
queste le parole scritte dal giudice unico Carmen Bifano - di
Rolla.
Una decisione che riapre il capitolo delle responsabilita'
per quello che e' stato il peggior eccidio di militari italiani
dal dopoguerra: i tre ufficiali rinviati a giudizio per aver
omesso le misure di sicurezza necessarie sono stati tutti
penalmente assolti con sentenza definitiva, ma ai fini della
responsabilita' civile il ministero della Difesa deve essere
condannato al risarcimento dei danni perche' quell'attentato era
''prevedibile ed evitabile''.
Adele Parrillo (assistita dall'avvocato Nicolo' Paoletti) nel
2005 aveva citato in giudizio la Difesa, che aveva eccepito ''il
difetto di legittimazione'' della donna sia per la mancanza di
prove ''in ordine alla convivenza con il Rolla, che con
riferimento alla stabilita' del concreto vincolo affettivo''.
Istanza respinta al mittente dal tribunale. Che, in primo
luogo, premette che ''il risarcimento del danno da uccisione di
un prossimo congiunto spetta non soltanto ai membri della
famiglia legittima della vittima, ma anche a quelli della
famiglia naturale, come il convivente 'more uxorio' e il figlio
naturale non riconosciuto''. Poi sottolinea che tutti i testi
sentiti, ''la cui attendibilita' non e' stata contestata ne'
appare dubitabile'', hanno parlato di un ''rapporto di stabile
convivenza'' tra Rolla e Parrillo risalente al 1997 e che ''la
coppia si presentava anche all'esterno come tale, frequentando
insieme gli amici'' e ''avendo manifestato l'intenzione di
sposarsi ma rinviato le nozze per motivi di lavoro'', come
dimostra, tra l'altro, la pubblicazione di matrimonio del 10
luglio 2001. ''In conclusione - scrive il tribunale - si possono
certamente ritenere provate l' 'affectio coniugalis' e la
stabilita' della relazione'' tra Parrillo e Rolla. Relazione che
dunque ''va qualificata 'more uxorio'''.
Chiarito questo aspetto, il Tribunale affronta la questione
del risarcimento del danno ''secondo i criteri di accertamento
della responsabilita' civile''. Le conclusioni sono che
l'attentato era ''prevedibile'' perche' le notizie ''idonee a
segnalare il rischio di un'aggressione del tipo di quella''
avvenuta a Nassiriya erano numerose e ''di dominio pubblico'',
ed erano ''segnalazioni, sempre piu' frequenti,
provenienti da piu' fonti, accompagnate da dati e circostanze
idonee a confermarne l'attendibilita''', relative proprio ad
''un attentato alla base militare dei carabinieri di
Nassiriya''. Si trattava di 'warning' riscontrati e divenuti
''sempre piu' insistenti, allarmanti ed incrociati''.
Ma la strage poteva essere anche ''evitabile'', nel senso che
se fossero state adottate quelle misure di sicurezza ''segnalate
come necessarie'' non appena ''le notizie del rischio erano
diventate pressanti'', e' ''piu' probabile che non'' si
sarebbero verificati ''gli esiti funesti dell'attentato
suicida'', o che non si sarebbero verificati ''quantomeno con le
tragiche dimensioni che di fatto essi assunsero''. (ANSA).
GERMANIA: 'DEBACLE DRONI', RESTA SOTTO TIRO MINISTRO DIFESA
DE MAIZIERE ATTESO IN COMMISSIONE. OPPOSIZIONE ALL'ATTACCO
(ANSA) - BERLINO, 3 GIU - In Germania l'opposizione torna
all'attacco e Thomas de Maziere resta sotto tiro nel gabinetto
di Angela Merkel, per la cosiddetta ''debacle dei droni''. Il
progetto milionario - stoppato tre settimane fa dal governo
giallo-nero - continua a tenere sulle corde il ministro della
Difesa della Germania federale, accusato di averci rinunciato
con grave ritardo.
E il caso, esploso qualche settimana fa con molte polemiche,
e' stato nuovamente impugnato, oggi, dai socialdemocratici. De
Maziere ha stoppato il progetto dei droni Euro Hawk - costato
alla Germania gia' 500 milioni di euro - per l'esplosione dei
costi e massicci problemi di fattibilita' in Europa. Pur non
essendo unico responsabile di un progetto che nasce nel 2001, lo
avrebbe chiuso pero' troppo tardi, secondo l'opposizione, e
senza riuscire a evitare onerosi danni al Paese.
Sullo sfondo la campagna elettorale in vista delle elezioni
del 22 settembre, l'Spd chiede adesso che il ministro ''tragga
personali conseguenze'' dal fallimento sui droni, avvertendo:
non ci si accontentera' del 'sacrificio di un pedone'. Il D-day
e' atteso mercoledi' prossimo, quando il ministro 59/enne della
Cdu, comparira' davanti alla Commissione parlamentare del
Bundestag per difendere la sua azione. ''Prima sentiamo la sua
spiegazione, poi ci daremo una valutazione'', ha detto oggi il
candidato dell'Fdp Rainer Bruederle, mostrando un atteggiamento
piu' solidale nei confronti degli alleati di governo. Fino a
oggi il governo di Angela Merkel ha sempre manifestato sostegno
a De Maiziere, subentrato nel 2011 al dimissionario Karl-Theodor
zu Guttenberg, costretto a un passo indietro per lo scandalo del
plagio della tesi di dottorato. (ANSA).