AFGHANISTAN: UCCISO BERSAGLIERE,'BOMBA MESSA DA BAMBINO'. POLITICA SI INTERROGA;GOVERNO,SI RESTA. BONINO,NON E'STATO BAMBINO A LANCIARE BOMBA
lunedì 10 giugno 2013
AFGHANISTAN: UCCISO BERSAGLIERE,'BOMBA MESSA DA BAMBINO'
TRE I FERITI. MAURO, UN EROE, COL SUO CORPO HA PROTETTO COMPAGNI
(di Vincenzo Sinapi)
(ANSA) - ROMA, 8 GIU - Un morto e tre feriti per l'ennesimo
attentato ai militari italiani in Afghanistan. Non il solito
ordigno piazzato sulla carreggiata, stavolta, ma una bomba a
mano lanciata all'interno di un Lince da un bambino di 11 anni,
se e' vero quanto scrivono nella loro rivendicazione i talebani.
L'ATTENTATO - Erano le 10.30 locali, le 7 in Italia, ed un
convoglio di militari italiani della task force sud stava
rientrando nella base di Farah, nella parte piu' meridionale e
pericolosa del settore ovest dell'Afghanistan controllato dal
nostro contingente. Gli istruttori del Military advisor team
avevano appena svolto un'attivita' di sostegno ai soldati
afgani. All'improvviso, una esplosione scuote un blindato Lince,
il primo dei tre mezzi italiani. Questa volta la particolare
blindatura, che in passato ha salvato molte vite da mine ed
'Ied', i micidiali ordigni improvvisati, nulla ha potuto: la
bomba e' stata infatti lanciata all'interno del mezzo.
LA VITTIMA, 'UN EROE' - Il capitano Giuseppe La Rosa - 31
anni, celibe, siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto e da
dicembre in servizio al 3/o reggimento bersaglieri della
'Sassari' - e' morto sul colpo. E' la 53/a vittima italiana
dall'inizio della missione, nel 2004. ''Era un ufficiale solare,
sempre disponibile. Professionalmente preparato'', lo ricorda il
suo comandante, il colonnello Corrado Carlini. Alla sua seconda
missione in Afghanistan, e in precedenza altre tre nei Balcani,
si era da poco laureato. I genitori lo piangono in silenzio.
''Un eroe'', lo definisce il ministro della Difesa Mauro,
perche' ''e' lui che si e' frapposto, contenendo con il proprio
corpo le schegge, tra l'ordigno e gli altri occupanti del mezzo.
Il suo sacrificio ci rende orgogliosi''.
I FERITI - Altri tre militari, appartenenti all'82/o
reggimento fanteria 'Torino', che ha sede a Barletta, ad all'8/o
bersaglieri di Caserta, sono rimasti feriti. Subito soccorsi,
sono stati trasportati all'ospedale di Farah. C'e' chi ha
riportato ferite da schegge alle gambe, come il maresciallo
Giovanni Siero, 44 anni originario di Desenzano del Garda ma
residente nel Casertano, e chi ha avuto altri traumi e lesioni,
ma ''nessuno e' in pericolo di vita'', assicurano allo Stato
maggiore della Difesa.
L'ATTENTATORE-BAMBINO - E' stato un ''coraggioso, eroico
ragazzino afgano di 11 anni che ha lanciato la granata'',
rivendicano i talebani. In realta', la ricostruzione dei fatti
non e' ancora chiara. Il ministro Mauro dice che ''non ci sono
riscontri'' a questa versione: ''mi sembra il tipico approccio
della propaganda talebana'', afferma. Lo Stato maggiore della
Difesa smentisce poi la notizia, circolata a caldo, che
l'attentatore fosse un uomo con indosso una uniforme afgana.
Nella sua versione ufficiale si limita a parlare di un attacco
da parte di ''elementi ostili'', uno dei quali ''ha lanciato un
ordigno all'interno del primo dei tre mezzi'' italiani,
''presumibilmente rallentato dal traffico nei pressi di un
incrocio''. E' possibile, ma non ci sono conferme, che i
militari abbiano aperto al bambino e che questi abbia cosi'
inserito la bomba nell'abitacolo. Un ordigno probabilmente non
di altissimo potenziale, e tale appunto da poter essere
maneggiato da un ragazzino: lo dimostra il fatto, tra l'altro,
che il mezzo e' potuto ''rientrare autonomamente'' alla base.
DOLORE E CORDOGLIO. E C'E' CHI CHIEDE RITIRO - ''Profonda
commozione'' e' stata espressa dal capo dello Stato Napolitano,
mentre i presidenti del Senato Grasso e della Camera Boldrini
parlano di ''pesante tributo'' che l'Italia continua a pagare
per la stabilizzazione dell'Afghanistan. Il premier Letta
esprime cordoglio per un ''sacrificio lancinante'', cosi' come
tutto il governo e il mondo della politica. Ma e' ampio il
fronte - da M5S a Sel, dall'Idv a Prc, dalla Lega ai Verdi - che
insiste nel chiedere l'immediato ritiro dei soldati italiani. A
rispondere, a distanza, e' lo stesso Grasso: non si puo', dice,
perche' ''ci sono degli impegni internazionali da rispettare.
Questo e' prioritario''.
Anche lo sport si e' fermato per un minuto di raccoglimento
ricordando il bersagliere ucciso, il 53/o italiano caduto in
Afghanistan. (ANSA).
AFGHANISTAN: POLITICA SI INTERROGA;GOVERNO,SI RESTA
VIA NEL 2014. M5S E SEL, RITIRO SUBITO; UDC, ORA EXIT STRATEGY
(Di Corrado Sessa)
(ANSA) - ROMA, 8 GIU - L'uccisione del capitano Giuseppe La
Rosa, nell'ennesimo attentato in Afganistan porta a 53 il numero
di soldati morti in quel Paese. Un tributo di sangue troppo alto
che, al di la' dei messaggi di cordoglio bipartisan, spinge le
forze politiche ad interrogarsi sul senso della missione
militare e a dividersi su quando andarsene dall' Afghanistan.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano esprime la
commozione e il profondo cordoglio del Paese mentre il
presidente del Consiglio, Enrico Letta ribadisce che il tempo di
uscita rimane il 2014 ma chiede, intanto, di ''fare il massimo
per la sicurezza'' dei soldati. Letta, parlando a Firenze,
difende il senso della missione in Afghanistan: ''Quello che la
comunita' occidentale ha fatto li' ha risparmiato cose
peggiori''. In appoggio interviene il presidente del Senato
Pietro Grasso. ''Ci sono degli impegni internazionali da
rispettare. Questo e' prioritario rispetto ad andar via'' ha
detto la seconda carica dello Stato anche se ha lasciato al
Parlamento il compito di dare ''le risposte adeguate''.
Intanto, e' annunciata la convocazione dei ministri degli
Esteri Emma Bonino e e della Difesa Mario Mauro mercoledi' alle
Camere in commissione. Richiesta avanzata anche dal Pd che
chiede una maggior sicurezza per la missione. Se la presidente
della Camera Laura Boldrini si ferma a sottolineare quanto sia
''pesantissimo il tributo di sangue versato'' dai nostri
soldati, il leader di Sel Nichi Vendola e' tra i primi ad
auspicare un ritiro perche' ''l'elenco dei soldati morti in
Afghanistan e' tragicamente sempre piu' lungo''. ''Continuiamo a
porre la domanda sul senso di questa missione'' scrive Vendola
su Twitter. Al fronte del ''riportiamoli a casa'' si iscrive
M5S che con Alessandro Di Battista, vicepresidente della
commissione Affari esteri della Camera e Manlio Di Stefano, che
chiedono a gran voce il ritiro ricordando la mozione del M5S
presentata all'inizio della legislatura per un ''rientro
immediato''. Antonio Di Pietro se la prende con ''l'ipocrisia di
coloro che si ostinano a ritenere giusta la missione in
Afghanistan visto che siamo di fronte ad una guerra
che viola l'articolo 11 della Costituzione''. Per Angelo
Bonelli, presidente dei Verdi la missione e' diventata ''il
Vietnam italiano'' e lamenta che non ci sia ''alcuna strategia
politica per una pace''. E di exit strategy parlano l'Udc con
Casini che vede il momento di 'una ferma riflessione sugli
impegni internazionali dell'Italia e sull'exit strategy dall'
Afghanistan'' e con il senatore De Poli per il quale ''parlare
di exit strategy non e' un tabu''.
La maggioranza, comunque, conferma, in sostanza, le posizioni
del governo. Il presidente della commissione Difesa del Senato
Nicola Latorre (Pd) ribadisce ''il pieno sostegno'' alla
missione di pace mentre il capogruppo del Pdl al Senato Renato
Schifani parla di un nuovo sacrificio da parte di un nostro
soldato ''per difendere i valori di liberta' e democrazia in cui
credeva''. (ANSA).
AFGHANISTAN:BONINO,NON E'STATO BAMBINO A LANCIARE BOMBA
DOMANI RIENTRA SALMA BERSAGLIERE UCCISO.E' DIBATTITO SU MISSIONE
(ANSA) - ROMA, 9 GIU - Rientrera' domani in Italia la salma
di Giuseppe La Rosa, il capitano dei bersaglieri ucciso ieri in
un attentato in Afghanistan. L'aereo atterrera' domattina a
Ciampino intorno alle 9.30 e gia' nel pomeriggio, alle 18,
dovrebbero essere celebrati i funerali nella chiesa di Santa
Maria degli Angeli, a Roma, alla presenza delle piu' alte
autorita' dello Stato.
L'agguato, avvenuto mentre il convoglio di mezzi italiani
stava rientrando alla base nella citta' di Farah, e' stato
rivendicato nel giro di poche ore dai talebani, che hanno
attribuito ad un ragazzino di soli 11 anni il lancio all'interno
del lince della bomba che ha ucciso La Rosa e ferito altri tre
militari. Ma il ministro degli Esteri Emma Bonino ha smentito
categoricamente questa ricostruzione dei fatti, definendola
esclusivamente frutto della ''propaganda talebana''. ''Dai
contatti del ministro della Difesa Mauro emerge che l'attentato
sia stato realizzato da un adulto'', ha aggiunto la titolare
della Farnesina. Frena anche il ministro della Difesa, Mario
Mauro - ''quando accerteremo la verita' sulla dinamica potremo
essere piu' precisi'', afferma - che ribadisce come La Rosa,
quando l'ordigno e' entrato nell'abitacolo, abbia coperto i
commilitoni, salvandoli. E aggiunge: ''Le scelte hanno un
prezzo, perche' la pace e la liberta' non sono gratis''.
Ma a far discutere, ancora una volta, e' soprattutto la
questione della presenza italiana in Afghanistan. A lanciare il
sasso e' Roberto Maroni. ''Come Lega - ha dichiarato il leader
del Carroccio - abbiamo sostenuto questa missione, ma a distanza
di dieci anni con i costi esorbitanti che ci sono e la crisi che
viviamo sarebbe utile ripensarci''. In realta', una riflessione
su ''come rimodulare la presenza dei militari italiani in
Afghanistan'' e' in atto, sottolinea Bonino. Una riflessione che
investe anche il nostro rapporto con gli alleati. Il ritiro dei
militati italiani, ha ricordato infatti Mauro, ''si completera'
con il termine della missione Isaf, che prevede il nostro
rientro alla fine del 2014. A questa fase ne seguira' un'altra
cosiddetta 'non combat''', che impegnera' un numero di uomini
che ''e' ancora molto presto'' definire con certezza, ''ma
stiamo parlando sicuramente di decine di uomini a fronte degli
attuali 3.200'', ha spiegato il ministro.
Fabrizio Cicchitto (Pdl), presidente della commissione Affari
esteri della Camera, chiede di evitare decisioni affrettate e
rimanda al Parlamento per ''una analisi seria e complessiva
della situazione senza concessioni a strumentalizzazioni
propagandistiche'', mentre il vicepresidente del Senato,
Maurizio Gasparri (Pdl), sottolineando il pieno sostengo ai
militari italiani, invita a ''una valutazione sul ruolo italiano
nel mondo e sui conseguenti costi morali, fisici ed economici.
Che certezze abbiamo sull'utilita' di un impegno che potrebbe
essere vanificato dal ritorno dei talebani?'', si chiede il
senatore, secondo il quale ''non possiamo da un lato spendere
cifre enormi all'estero e intanto lesinare le risorse per la
sicurezza in Italia''. (ANSA).