STATALI, PENSIONI DOPPIE RISPETTO AI PRIVATI (Il Sole 24 Ore)
giovedì 18 luglio 2013
Il Sole 24 Ore – 17 luglio 2013
STATALI, PENSIONI DOPPIE RISPETTO AI PRIVATI
ROMA - L'«effetto Inpdap» sui conti del nuovo Inps non si riflette solamente nei numeri del disavanzo finanziario. Se infatti è vero che l'incorporazione del l'ente pensionistico dei lavoratori pubblici, già  in rosso nel 2011 per 10,2 miliardi, ha fatto scivolare la gestione complessiva a un "rosso" di circa 9 miliardi, è anche vero che con questo passaggio cambiano anche le statistiche delle pensioni nel loro insieme.
L'importo medio mensile delle prestazioni previdenziali Inps è di 881 euro, quello delle pensioni ex Inpdap è invece di 1.725 euro, mentre quello delle pensioni ex Enpals di 1.175 euro.
Differenze determinate da tanti fattori, tra cui la maggiore discontinuità  lavorativa nel privato rispetto al pubblico, il maggior numero di pensioni di vecchiaia calcolate su minimi contributivi, la maggiore presenza di donne pensionate e un più elevato numero di pensioni indirette liquidate nella gestione privata. Altri fattori che, in prospettiva, continueranno a far pesare di più la spesa per pensioni degli ex dipendenti pubblici è poi la mancata armonizzazione dei nuovi requisiti previdenziali introdotti dalla riforma Fornero ai comparti sicurezza e difesa (che occupano circa il 15% del pubblico impiego).
Le pensioni a carico della Gestione dipendenti pubblici a fine 2012 erano 2,8 milioni, per una spesa complessiva di 62,3 miliardi di euro. Il dato degli assegni in pagamento è significativo, perchà © è assai vicino al numero dei dipendenti pubblici in servizio, quei 3,4 milioni calcolati in aprile dall'Aran (-6% in cinque anni; -7% in dieci). Il calo dei dipendenti diretti non gonfia più nemmeno i numeri dei precari, che sono a loro volta scesi dai circa 380mila del 2007 (compresi quelli della scuola) ai 200-220mila del 2011, con un taglio tra il 30 e il 35%. E questi cali sono destinati a essere confermati anche in futuro visto il blocco del 50% delle spese autorizzate per i contratti a termine. Con questa dinamica, che proseguirà  anche nei prossimi anni visti i difficili equilibri fiscali che devono rispettare lo Stato e le amministrazioni periferiche, il numero di pensionati pubblici è destinato a crescere a fronte di un numero di lavoratori attivi sempre in calo (o almeno non più in crescita).
Tornando alle pensioni vigenti degli ex statali, è interessante registrare che il 58% viene pagato a donne, che percepiscono il 49% dell'importo annuo complessivo. Le pensioni dirette, pari a 2,2 milioni, costituiscono il 77% del totale, con importi medi mensili che variano da 1.611 euro per le donne a 2.212 euro per gli uomini. Il resto delle prestazioni è costituito invece da pensioni indirette e reversibili con importi medi mensili di 1.137 euro per le donne e 780 euro per gli uomini.
Nella Gestione dipendenti pubblici il 2,8% delle pensioni ha importi inferiori ai 500 euro mensili, il 16,2% importi compresi fra 500 e mille euro, il 32,2% importi fra i mille e i 1.500 euro e il 21,5% importi che non superano i duemila euro. Le pensioni oltre questo tetto sono il restante 27,3%.
D.Col.