LEGISLATURA 2001/2006: BILANCIO NEGATIVO PER I CITTADINI MILITARI (di Salvatore Rullo)
La legislatura che si sta per concludere presenta un bilancio fortemente negativo per i cittadini militari. Proverò ad affrontare le principali questioni che hanno interessato il personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia a struttura militare.
QUESTIONE PARAMETRI
E’ opportuno ricordare preliminarmente che i parametri non sono un parto di questa legislatura ma nascono nella precedente, precisamente con la legge 29 marzo 2001, n. 86 "Disposizioni in materia di personale delle Forze armate e delle Forze di polizia" Elenco delle deleghe e dei decreti legislativi emanati. art. 7, comma 1, il Governo è delegato ad adottare, entro il 31 maggio 2003, uno o più D.Lgs. per modificare la normativa sui livelli retributivi del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate. Il termine originario di 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge (entro il 17 ottobre 2002) per l'esercizio di tale delega è stato successivamente prorogato (in modo implicito), una volta scaduto, dall'articolo 80, comma 58, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (legge finanziaria 2003) al 31 maggio 2003.
In questa legislatura, invece, si è tentato di imporre i parametri senza nessun tipo di concertazione con i soggetti interessati, nonostante fosse espressamente previsto nella delega al punto 3. (“ Le risorse occorrenti, sulla base delle esigenze definite sentite le organizzazioni sindacali e le rappresentanze militari delle categorie interessate, sono allocate in appositi capitoli distinti da quelli per le altre categorie di personale dei comparti del pubblico impiego”).
I parametri sono stati considerati talmente insoddisfacenti dai rappresentanti del personale che gli stessi scrissero al Presidente del consiglio una lettera accorata nella quale si legge:
“““Si può constatare infatti nel provvedimento, la sola pura distribuzione delle risorse ora disponibili senza che ne sia costruito un futuro stipendiale. Se questa dovesse essere l'intenzione del Governo, cosa che a noi non sembra, si rischierebbe di stravolgere il sistema esistente senza costruire quello futuro.””” (…) “““L'argomento in questione dovrà segnare un passaggio storico per gli appartenenti alle forze Armate e di Polizia di cui Ella dovrà essere buon testimone e non passivo responsabile agli occhi del popolo militare””” (…) “““Siamo certi che Ella saprà ben valutare questa nostra richiesta che in qualità di portavoce delle migliaia di persone con le stellette che rappresentiamo Le affidiamo con grande fiducia.”””.
Alla lettera non fu mai stata data risposta, in compenso i firmatari furono ammoniti a non violare più le regole che non consentono di scrivere direttamente al Presidente del Consiglio.
Al posto delle riforme abbiamo avuto CONTRO-RIFORME, tanto che abbiamo più volte gioito quando le iniziative dell’attuale maggioranza sono naufragate.
TENTATIVO DI RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE
Gli Organismi della rappresentanza militare di questo mandato (il nono), poco ascoltati dalla politica e con una forte opposizione dei vertici militari, hanno impegnato molte energie per cercare di ottenere una riforma della rappresentanza finalmente al passo con i tempi e adeguata a Forze Armate caratterizzate non più dalla leva ma dal modello professionale.
Su questo punto è bene fare una precisazione. Il Governo uscente ha portato a compimento, aggiornandolo, il processo di professionalizzazione nato nella legislatura precedente con la legge 14 novembre 2000, n. 331 (Norme per l'istituzione del servizio militare professionale) e trova la sua disciplina attuativa nel decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215 (Disposizioni per disciplinare la trasformazione progressiva dello strumento militare in professionale), recentemente modificato con il decreto legislativo 31 luglio 2003, n. 236. Sulla R.M. La prima proposta che prevedeva tra l’altro i rappresentanti “ indicati “ dai comandanti fu rifiutata in modo netto. Il percorso di un nuovo testo è stato ostacolato da pareri negativi dello SMD verso timide aperture che giungevano da componenti della commissione difesa e che erano considerate insoddisfacenti dal CoCeR . A fronte di una riforma considerata peggiorativa si prende atto che il testo è naufragato in commissione e rinviato alla prossima legislatura. Rimane comunque il risultato di aver ottenuto, con la legge 31 maggio 2005, n. 89 (in G.U. n. 125 del 31 maggio 2005) che ..: «Gli eletti, militari di carriera, durano in carica quattro anni e sono immediatamente rieleggibili una sola volta».
TENTATIVO DI RIFORMA DEI CODICI PENALI MILITARI
Progetto di legge delega AC5433, Delega al Governo per la revisione delle leggi penali militari di pace e di guerra, nonché per l’adeguamento dell’ordinamento giudiziario militare presentato dal Ministro della Difesa Martino di concerto con il Ministro della Giustizia Castelli.
Contestato da tutti i CoCeR, dall’ordine dei Giornalisti e dai sindacati di Polizia tra l’altro aggravava irragionevolmente la disciplina per i cittadini in uniforme ne limitava i diritti e peggiorava le loro condizioni di vita. In particolare costituiva una inaccettabile repressione della libertà di manifestazione del pensiero prevedere come reato """la raccolta o la partecipazione in forma pubblica a sottoscrizioni per rimostranze o proteste in cose di servizio militare o attinenti alla disciplina""" [art. 3, co. 1, lett l del ddl].
Tale norma, oltre che anticostituzionale era anche in contrasto con il fine di assicurare “la piena funzionalità delle Forze Armate” (art. 1, comma 1), in quanto un’istituzione che non può essere criticata, viene privata della possibilità di correggere le proprie disfunzioni. Un aggravamento della condizione militare derivava, inoltre, dalla conferma di fattispecie di danneggiamento colposo, con introduzione addirittura della punibilità (d'ufficio), con reclusione militare fino a due anni, del danneggiamento colposo di oggetti di armamento e munizionamento militare: si tratta di una fattispecie che non era perseguita dal legislatore del 1941 . Nel progetto era previsto che i reati comuni commessi da militari in violazione della legge penale costituente delitto del pubblico ufficiale contro la pubblica amministrazione, se commessa da un militare nel corso o in funzione di attività di carattere militare diventano reati militari . Diventavano inoltre reati militari i reati comuni commessi in attività di servizio o per fatti inerenti al servizio.
Il 17 maggio del 2005, una bella giornata per noi militari, la maggioranza si spaccava su un emendamento del centrosinistra che voleva riscrivere il codice militare penale di pace ed il provvedimento veniva bloccato alla Camera dopo essere stato approvato a colpi di maggioranza al Senato.
QUESTIONE RIALLINEAMENTO
Si tratta, in questo caso, di un provvedimento positivo che ha avuto un lungo (quasi 2 anni) e travagliato percorso. Sarebbe stato difficile ottenere di più considerando gli attuali limiti con i quali si deve misurare
TENTATIVO RIORDINO
Era sicuramente uno dei provvedimenti più attesi del personale militare ed è stato imposto dalla politica a pochi giorni dalla fine della legislatura con un testo che ha provocato la reazione negativa della maggior parte dei CoCeR e dei Sindacati di Polizia. Con una unione mai registrata in passato, evento positivo da valutare attentamente, Sindacati di Polizia e CoCeR hanno rigettato il provvedimento con dure prese di posizione , iniziative su siti internet, e comunicati stampa congiunti dove, tra l’altro si è dichiarato, il giorno della bocciatura del riordino al Senato:
“““Evitati gli effetti dannosissimi di un riordino scellerato, pensato, voluto e portato a termine da una regia parlamentare, con idee, sulla sicurezza interna ed internazionale, abbastanza superate per tutti i destinatari. A scanso di equivoci, si precisa che tutte le Organizzazioni Sindacali e le Rappresentanze Militari concordano sull’assoluta, indifferibile necessità di un riordino delle carriere: ma tutte rifiutano, quasi all’unisono questo riordino-truffa. Un riordino per intenderci del tutto inadeguato ed in grado di aggravare sperequazioni esistenti, introducendone di nuove”””.
CONTRATTI E FINANZIARIE
L’ultimo contratto economico, biennio 2004-2005, metteva a disposizione risorse del 30% inferiori ai precedenti ed è stato sottoscritto da molti, usandoli anche come alibi, solo considerando impegni di Governo non rispettati successivamente. Nel mese di gennaio 2006, la concertazione integrativa veniva interrotta per protesta ed i CoCeR il 18 gennaio affermavano: """Le rappresentanze militari non intendono sottoscrivere alcun ulteriore accordo''"". Lo affermava il Cocer comparto Difesa (Esercito, Marina, Aeronautica), convocato dalla Funzione pubblica per la definizione delle cosiddette code contrattuali 2004-2005. Il Cocer Difesa invitava il Ministro della Funzione pubblica ''""a prendere atto che le rappresentanze militari non intendono sottoscrivere alcun ulteriore accordo, visti i riflessi negativi che
Negli ultimi 4 anni si è consolidata una situazione di tagli strutturali per le Forze Armate, la situazione attuale ci vede con una finanziaria dove non sono previste le risorse per il rinnovo contrattuale del biennio economico 2006/2007 e normativo. La spesa per
Nel prossimo futuro chi avrà la responsabilità di rappresentare il personale e governare il Paese dovrà impegnarsi in un opera di riordino organico delle Forze Armate e di miglioramento dei diritti con provvedimenti generali che interessino tutto il comparto ed il personale. In questi giorni si leggono e si ascoltano i programmi elettorali; in quello di una delle due coalizioni le parole “Forze Armate" e “Difesa" non esistono, le Forze Armate non sono ... in programma, mentre ci sono solo tanti bellissimi, elegantissimi, pubblicizzatissimi, poliziotti e carabinieri di quartiere, forse dotati di bacchetta magica o della lampada di Aladino, che risolveranno tutti i problemi della difesa e della sicurezza del nostro Paese.
Mentre noi aspettiamo diritti e riforme.
SALVATORE RULLO
Delegato Cocer Aeronautica militare – Cat. B
Email: s.rullo@tin.it