UNA DURISSIMA INTERROGAZIONE DEL SENATORE CICCANTI (UDC) FA ESPLODERE IL CASO DEL TENENTE COLONNELLO SALCE: MOBBING PER AVER FATTO IL PROPRIO DOVERE?
E’ stata recentemente pubblicata sul sito internet del Senato l’interrogazione n. 4-09945, che di seguito riproduciamo, presentata dal senatore dell’UDC Amedeo CICCANTI al Ministro dell’economia su una vicenda che ha coinvolto il maggiore, ora tenente colonnello, della Guardia di finanza, Massimiliano SALCE.
Il caso era già stato oggetto di analogo intervento di sindacato ispettivo nel novembre 2005 da parte dell’onorevole Francesco GIORDANO, di Rifondazione comunista, ma ora è stato riproposto in modo molto più specifico e dettagliato.
In sostanza, l’interrogante ritiene che il tenente colonnello Salce possa essere stato oggetto di comportamenti discriminatori e mobbizzanti (abbassamento delle note caratteristiche, trasferimento in sede non gradita e apertura di un procedimento disciplinare con modalità illegittime) da parte di un livello di vertice dell’organizzazione per una informativa inviata all’Autorità giudiziaria su un appartenente al Corpo.
Durissimo il commento del Parlamentare interrogante che arriva a parlare di comportamento “““familistico, autoritario, protettivo e connivente con schegge deviate dell’integrità morale del Corpo, che allungano un’ombra furtiva del valore alla fedeltà repubblicana e dei principi di legalità, imparzialità, buon andamento e trasparenza.”””
E’ necessario, quindi, che sull’intera vicenda venga fatta con urgenza piena chiarezza e non mancheremo di informare i nostri lettori dei successivi sviluppi.
SENATO DELLA REPUBBLICA
INTERROGAZIONE ATTO N. 4-09945
PRESENTATA
DAL SENATORE AMEDEO CICCANTI
(Pubblicato il giorno 11 gennaio 2006 - Seduta n. 933)
Al Ministro dell'economia e delle finanze. –
Risulta all'interrogante:
che nell’aprile 2004, l’addetto pro tempore all’Ufficio relazioni con il pubblico, Affari generali e riservati del Comando regionale Abruzzo della Guardia di finanza de L’Aquila apprendeva, da informazioni di altro ufficiale del Corpo, della circostanza di casi di vessazioni da parte di un graduato appartenente al Corpo nei confronti di un imprenditore del luogo, gestore di un locale di intrattenimento;
che, a seguito di disposizione del Capo di Stato maggiore pro tempore, all’imprenditore interessato veniva data la possibilità di presentarsi presso gli Uffici del Corpo per un’analisi circostanziata dei fatti, dai quali emergevano significativi elementi di reità che non potevano non essere verbalizzati;
che, conseguentemente, veniva redatto un circostanziato rapporto di servizio e contestuale informativa di reato all’autorità giudiziaria competente;
che l’ufficiale superiore, protagonista della ricezione dell'esposto e della denuncia di che trattasi, è stato oggetto di una prima reformatio in peius delle note caratteristiche, giudizi e valutazioni laudative da parte di un 2° revisore nella persona di un alto ufficiale generale del Comando interregionale dell’Italia centrale di Roma, che ha addirittura cancellato lo stesso giudizio laudativo e retrocesso ad una valutazione inferiore a quella precedentemente maturata, che era invece stata migliorata dagli ufficiali superiori di diretto contatto dell’ufficiale denunciante;
che tale incomprensibile ed irrazionale comportamento da parte dell’alto ufficiale generale, che non si è conformato alle valutazioni positive degli ufficiali superiori dell’ufficiale denunciante, senza motivazione ex legge 241/90, sembra sia collegato alla particolare e benevola attenzione riservata al graduato denunciato, tra l’altro già condannato per precedenti penali e sottaciuti al Comando di assegnazione;
che, nel maggio 2005, ad ulteriore riprova del clima persecutorio da parte del suddetto generale con sede in Roma, lo stesso ufficiale denunciante veniva trasferito da L’Aquila a Verona, allontanandolo dalla propria famiglia, nonostante avesse manifestato interesse per altre sedi di regioni viciniori, con aggravio di spese per lo Stato, il tutto probabilmente all’insaputa del Comandante generale del Corpo;
che il 17 maggio 2005, nonostante l’ufficiale superiore di che trattasi avesse operato al fine di tutelare l’immagine del Corpo e raccolto la denuncia da parte dell’imprenditore vessato dal graduato della Guardia di finanza, lo stesso veniva reso oggetto di un procedimento disciplinare, a distanza di oltre un anno, da parte di un altro ufficiale superiore, tale t. col. (...), all’uopo incaricato da parte della gerarchia locale e del Comando interregionale centrale di Roma, per aver “ricevuto a suo tempo l’imprenditore e raccolto in atti l’esposto”, atto poi cassato in autotutela dal Comandante generale del Corpo, evidenziando così palesi illegittimità della scala gerarchica intermedia e l’arbitrarietà del procedimento instaurato;
che l’esposto stesso – è da evidenziare – era stato valutato già dal Comando di sede ben un anno prima, e reso obbligatorio nella trasmissione all’autorità giudiziaria competente, in forza del codice di procedura penale, e che poi dallo stesso Comando regionale viene considerato, stranamente, e un anno dopo lo stesso Comando procede invece a punire il Maggiore;
che, allo stato attuale, lo stesso ufficiale superiore è stato trasferito in sede diversa da L’Aquila, ancorché della stessa regione invece che a Verona, nonostante la vicenda fosse stata rappresentata dallo scrivente interrogante -al Cocer;
che l’ufficiale superiore denunciante è stato oggetto di un procedimento disciplinare nella sede de L’Aquila, di isolamento morale e di lavoro (ad esempio non è stato incaricato di alcun ruolo, contrariamente all’anno precedente, in occasione della ricorrenza della fondazione del Corpo il 21 giugno 2005, quando invece era stato incaricato del compito di comando dello schieramento in armi e premiato con un encomio semplice);
che dai fatti rilevati appare, a giudizio dell’interrogante, un mondo militare in una parte dei vertici della Guardia di finanza “familistico”, “autoritario”, “protettivo” e “connivente” con “schegge deviate” dell’integrità morale del Corpo, che allungano un’ombra furtiva del valore alla fedeltà repubblicana e dei principi di legalità, imparzialità, buon andamento e trasparenza;
che l’ufficiale è stato inviato a visita medica obbligatoria dal Comandante regionale pro tempore, dalla quale emergevano gravi patologie dichiarate connesse con la situazione sul posto di lavoro, patologie e cause inoltre confermate dallo sportello antimobbing della ASL di Pescara,
si chiede di conoscere:
se il Ministro in indirizzo non intenda aprire un’inchiesta per accertare le eventuali protezioni di comportamenti infedeli ai valori del Corpo, da parte soprattutto di qualche alto ufficiale generale che ha importanti responsabilità di comando al Comando interregionale con sede in Roma;
se non ritenga opportuno fare immediata luce su atteggiamenti e comportamenti persecutori nei confronti di ufficiali coraggiosi ed onesti, come il maggiore Massimiliano Salce, che ha inteso difendere la legalità soprattutto quando essa è stata legata alla credibilità del Corpo e delle istituzioni, affinché sia sottratto da un isolamento morale nello stesso Corpo della Guardia di finanza, a causa di atteggiamenti ritrosi e disaffezionati da parte di colleghi, i quali appaiono più frutto di intimidazione che di servilismo militare;
se non ritenga opportuno preservare, con tutti i mezzi organizzativi ed operativi, le migliori coscienze civili della Guardia di finanza, sottraendoli ad una inversione di valutazioni, dove primeggia chi non vede e non duole a chicchessia, nemmeno a soggetti che infondono disonore e disdoro al Corpo;
che conseguenze abbia avuto la denuncia alla magistratura del caso di che trattasi, riguardante l’appuntato (...), e se lo stesso fosse già stato condannato con procedimento per decreto tempo addietro, oltre a questo episodio, per molestie nei confronti di altro professionista aquilano;
quali conseguenze, sul piano disciplinare, si siano avute nei confronti del citato graduato e se lo stesso sia stato trasferito fuori dalla città de L’Aquila evidenziandosi almeno una incompatibilità ambientale, visti i reiterati episodi commessi sia in servizio che fuori;
quali azioni, atti ed iniziative intenda comunque prendere nei confronti degli eventuali responsabili di questa brutta storia che ha investito parte degli alti comandi della Guardia di finanza.