IL DOCUMENTO INTEGRALE DEL COCER GUARDIA DI FINANZA AL MINISTRO DELL'ECONOMIA SULLA LEGGE DI STABILITA' 2014
COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA
Consiglio Centrale di Rappresentanza
“D.D.L. LEGGE STABILITÀ 2014 - A.S. 1120”
1. Considerazioni di carattere preliminare.
Nella seduta n. 30 del 15 ottobre u.s. il Consiglio dei Ministri ha approvato il D.D.L. “Legge di Stabilità 2014”, ancora una volta senza convocare preliminarmente questo Consiglio di Rappresentanza (unitamente alle altre sezioni dei COCER ed alle OO.SS. delle Forze di Polizia civili), così come previsto dall’art. 8bis del d.l. n. 195/1995.
Il Consiglio ha già avuto modo di stigmatizzare pubblicamente la circostanza e di richiamare al rispetto delle regole vigenti, finalizzate a fornire adeguata rappresentatività ad un comparto altrimenti escluso dal confronto nel momento cruciale di formazione degli obiettivi di finanza pubblica.
Cogliamo, peraltro, con soddisfazione l’iniziativa del Sottosegretario all’Economia On. Alberto Giorgetti che ha inteso prontamente riscontrare la richiesta di incontro avanzata dal Consiglio.
Riteniamo che il nostro lavoro in favore della legalità , sia nel settore economico finanziario sia per la tutela dell’ordine pubblico, come purtroppo i fatti di sabato scorso testimoniano, sia un imprescindibile fattore per superare il profondo stato di crisi che affligge il Paese.
Ciò premesso, facendo seguito a quanto richiesto dall’On. Alberto Giorgetti in occasione dell’odierno incontro, il Consiglio ha redatto il presente documento contenente le proprie osservazioni in ordine al D.D.L. di stabilità .
2. Norme di più diretto interesse.
Per quanto di nostro diretto interesse, il D.D.L. in argomento prevede:
Ø (art. 11, commi 1-5):
il congelamento dell’I.V.C. ai livelli in godimento al 31 dicembre 2013 (e, quindi, al 31.12.2010), la proroga agli anni 2013 e 2014 del blocco contrattuale stabilito dal comma 17 dell’art. 9 del D.L. n. 78/2010 per la sola parte economica, con riapertura della contrattazione per la sola parte normativa; la proroga al 2014 del congelamento delle risorse dedicate al trattamento accessorio del pubblico impiego già prevista dal comma 2bis dell’art. 9 del D.L. n. 78/2010 e la strutturazione della riduzione delle stesse risorse in relazione alle riduzioni di personale anch’essa già prevista dal comma 2bis dell’art. 9 del D.L. n. 78/2010;
Ø (art. 11 comma 10):
la parziale deroga al blocco del turn-over per gli arruolamenti delle Forze di Polizia in favore del personale in ferma volontaria delle Forze Armate (costo 50 milioni di euro per il 2014 e 120 milioni di euro a decorre dal 2015) che si somma a quanto già previsto dalla legge di stabilità 2013 per lo stesso identico scopo;
Ø (art. 11 comma 17):
l’introduzione di una norma interpretativa del contratto di lavoro del personale del comparto sicurezza e difesa relativa alla c.d. “indennità di compensazione”, sostanzialmente finalizzata a neutralizzare il contenzioso amministrativo già in essere che vede le amministrazioni (Polizia Penitenziaria e Guardia di Finanza) sistematicamente soccombenti;
Ø (art. 10 comma 15):
l’assoggettamento, dal 01.01.2015, di tutte le amministrazioni del comparto sicurezza e difesa (comprese Forze Armate e Arma dei Carabinieri) al sistema integrato “Cedolino Unico – Noi.PA” gestito dal M.E.F. per il pagamento del trattamento economico fondamentale e accessorio del personale;
Ø il finanziamento dei seguenti interventi:
ü missioni internazionali di pace (costo 850 milioni di euro per il solo 2014 che in buona parte rientrano al personale delle Forze Armate sotto forma di indennità varie);
ü fondo per il pagamento del personale delle Forze Armate impiegato nel programma “strade sicure” (costo 40 milioni di euro per il 2014) che rientrano al personale delle Forze Armate sotto forma di indennità varie.
Altresì va tenuto in considerazione che il Governo:
Ø con alcuni recentissimi provvedimenti ha accolto particolari richieste avanzate dall’Amministrazione e dalle OO.SS. della Polizia di Stato: procedure straordinarie per l’avanzamento a Vice Sovrintendente (art. 2 D.L. 227/2013), finanziamento del fondo per “lavoro straordinario” collegato “all’Emergenza Nord-Africa” e superamento del limite precedentemente imposto per l’indennità di polizia stradale (art. 6 D.L. n. 93/2013);
Ø negli schemi dei decreti discendenti della Legge n. 244/2012 di revisione dello strumento militare, pur in un contesto di generale riorganizzazione, ha accolto l’introduzione di una serie di misure che oggettivamente vanno nella direzione di riscontrare le richieste del personale delle Forze Armate;
3. Considerazioni e proposte.
Se, da un lato, in considerazione del grave stato di crisi delle finanze pubbliche saremo probabilmente costretti ad accettare il mancato rinnovo del contratto di lavoro, a patto che tale circostanza sia comune a tutto il pubblico impiego, dall’altro, respingiamo fermamente qualsiasi ulteriore protrarsi della situazione di illegalità determinata dal blocco degli effetti economici delle promozioni e degli altri istituti connessi alle nostre carriere (omogeneizzazione, assegni funzionali, ecc.).
Abbiamo già avuto modo di dimostrare, carte alla mano, l’illegittimità , l’irragionevolezza, l’iniquità , sia tra il personale dello stesso comparto sicurezza difesa, sia rispetto al resto del pubblico impiego di tali misure (cfr. gli allegati documenti presentati presso le competenti Commissioni parlamentari e già posti all’attenzione del Ministro in occasione dell’incontro del 25 giungo u.s.).
In particolare, abbiamo più volte evidenziato come il congelamento stipendiale stabilito con l’art. 9 del D.L. n. 78/2010:
Ø abbia penalizzato oltremodo il personale del comparto sicurezza e difesa rispetto al resto del pubblico impiego (per via della particolare dinamica salariale e di carriera);
Ø abbia iniquamente caricato il sacrificio solo sulla quota parte di personale che matura il diritto ad una promozione o ad un incremento stipendiale nel corso del periodo 2010-2014,
Ø stia provocando rilevanti criticità in ordine alla funzionalità delle amministrazioni del comparto.
Al di là del prossimo pronunciamento della Corte Costituzionale, pertanto, richiediamo la totale rimozione del blocco su tali aspetti stipendiali.
In alternativa, chiediamo, quantomeno, il rifinanziamento, al momento nella bozza di D.D.L. non vi è nemmeno 1 euro, del fondo perequativo di cui al comma 11bis dell’art.8 del D.L. n. 78/2010 (c.d. “una tantum”). Ciò dovrebbe avvenire a cominciare dall’utilizzo dei 119 milioni di euro (per l’anno 2014) destinati al comparto per avviare il riordino delle carriere. Sarebbe molto grave, infatti, se anche queste risorse venissero sottratte al personale del comparto, in aggiunta agli oltre 700 milioni di euro che lo furono all’atto dell’emanazione del d.l. n. 78/2010. Inoltre, in questa direzione potrebbero essere impiegati anche i 50 milioni di euro stanziati per il parziale sblocco del turn over.
È paradossale che si continui a finanziare nuove assunzioni attraverso la non corresponsione di quanto dovuto a coloro che prestano servizio.
Si richiede, inoltre, la cancellazione dal testo della legge di stabilità della norma interpretativa della c.d. “indennità di compensazione”, in quanto riteniamo a dir poco scorretto produrre con un atto di imperio autoritario un’interpretazione di una norma pattizia, tra l’altro dopo che la giustizia amministrativa, ai massimi livelli, ha fornito un’interpretazione diametralmente opposta e favorevole al personale. La soluzione della problematica, laddove ve ne sia effettivamente la necessità , deve essere trovata nell’ambito della concertazione, tanto più ora che si prevede la riapertura della contrattazione per la parte normativa. Soluzioni come quella proposta con la norma sono foriere di determinare evidenti e ingiustificate disparità di trattamento fra chi ha già acquisito un giudicato e coloro che non lo hanno fatto.
Da un punto di vista più ampio, è evidente che la dinamica del blocco del turn over determinerà , nel 2014, un’ulteriore diminuzione del personale disponibile di circa 1000 unità . Ciò premesso, il conseguimento di obiettivi in tema di lotta all’evasione e, più in generale, di lotta all’illegalità economico finanziaria, in linea con le effettive esigenze del Paese e le aspettative delle Istituzioni, necessitano di una profonda revisione dell’approccio. A fronte di una riduzione del personale occorre aumentare la produttività di quello che rimane, vanno pertanto finanziati tutti quei fattori produttivi, anche legati alle prestazioni di lavoro, che possono consentire di superare le carenze di organico che si verificheranno. Occorre, in altri termini, predisporre strumenti idonei a soddisfare, con il personale disponibile, le esigenze sul tappeto superando la logica che fa aumentare il taglio di spesa in proporzione alla riduzione del personale (vedi art. 9, comma 2 bis, DL 78/2010).
Reputiamo che investire sul personale della Guardia di Finanza sia uno di quegli interventi in grado di determinare un sicuro ed effettivo ritorno per le casse pubbliche.
Roma, 23 ottobre 2013
IL COCER DELLA GUARDIA DI FINANZA