CASO BARILARO: UMILTA', CORAGGIO E RIFORME EPOCALI (OVVERO, PERCHE' CONSIDERIAMO DEL TUTTO CARENTE LA RISPOSTA DEL GEN. ZIGNANI SUL FENOMENO DELL'ESODO DEGLI UFFICIALI GDF)- di Giuseppe Fortuna

sabato 06 luglio 2002

CASO BARILARO: UMILTA', CORAGGIO E RIFORME EPOCALI (OVVERO, PERCHE' CONSIDERIAMO DEL TUTTO CARENTE  LA RISPOSTA DEL GEN. ZIGNANI SUL FENOMENO DELL'ESODO DEGLI UFFICIALI GDF)- di Giuseppe Fortuna

Il generale Zignani, che ha il dono della sincerità , giovedì scorso, di fronte alla Commissione Finanze della Camera, non ha esitato a dichiarare l'esistenza di un problema grave dovuto all'esodo massiccio di ufficiali che continua a verificarsi nel Corpo.

"Ogni anno - ha detto Zignani - perdiamo circa dieci, undici ufficiali tra capitani e maggiori; soggetti brillanti, tra i trenta e i quaranta anni; la perdita di un colonnello incide di meno perchà© capitani e maggiori sono deputati a reggere le strutture".

La causa degli abbandoni viene individuata nei continui trasferimenti e nella conseguente precarietà  del vivere. Questi caroselli annuali di centinaia di trasferimenti, che sono una caratteristica della sola GDF, sarebbero motivati, secondo Zignani, da esigenze di sicurezza morale. La necessità  di movimenti così frequenti sarebbe confermata, da ultimo, dai recenti arresti a Potenza di un ufficiale e un sottufficiale accusati di aver avvisato degli amici imprenditori di future ispezioni. "Coloro che adesso sono nell'occhio del ciclone - ha detto il comandante GDF - lo sono per relazioni di conoscenza createsi nel territorio".

Insomma, poichà© la Finanza tocca i portafogli della gente, non può permettersi di lasciare troppo a lungo i suoi ufficiali nelle stesse sedi, sennò i casi di devianza si moltiplicherebbero.

La sensibilità  al problema da parte del Corpo sarebbe dimostrata dal fatto che il limite di massima permanenza Ã¨ stato elevato dai cinque anni agli attuali sette/otto, anche se si ammette che si tratta solo di un palliativo perchà© se "è vero che spostarsi ogni quattro o cinque anni  un trauma, trasferimenti a cadenze decennali lo sarebbero ancora di più".

"Questa - ha concluso Zignani - rimane la nostra strategia; se si deve cambiare, qualcuno (il potere legislativo, NDR) ce lo dica ufficialmente, in modo che, qualora si ripresentassero accadimenti come quelli di cui s'è fatta menzione (il caso di Potenza, NDR) si eviti di caricare tutte le responsabilità  sulla Guardia di Finanza".

Il generale Zignani non si offenderà  se dissentiamo in toto da queste conclusioni.

Il suo ragionamento Ã¨ completamente carente in punto di analisi e privo di proposte e si limita a ribaltare sulla classe politica, in modo troppo comodo e semplicistico, problemi che l'elite di vertice del Corpo, pur avendone avuta la possibilità , non ha saputo o voluto risolvere.

Perchà© qualche anno fa gli ufficiali che si congedavano prima della pensione erano al massimo due o tre mentre ora si contano a decine? Come mai la GDF non ha nulla da proporre, oltre ai soliti aumenti di stipendio?

E poi, come mai la riforma globale del Corpo, che in ogni documento ufficiale viene definita storica ed epocale, non ha affrontato il problema? Come si fa, adesso, a ribaltare la responsabilità  di quello che non funziona sul potere legislativo? Come si fa, dopo aver avuto a disposizione deleghe "in bianco" come mai se ne erano viste prima nella storia della Repubblica?

La veritࠠè esattamente quella che Barilaro ha mirabilmente descritto nel drammatico documento con cui ha concluso la sua carriera da ufficiale: i vertici GDF non hanno più capacità  di ascolto, chiudono gli occhi davanti alle trasformazioni e ripiegano su soluzioni vecchie di secoli, sperando che i problemi li risolvano altri o che si risolvano da soli.

Nei prossimi mesi ci saranno le solite reazioni, i soliti rapporti con il personale, il solito paternalismo. Tutti allargheranno le braccia e diranno sconsolati: "che possiamo fare?" e magari l'emorragia sarà  addebitata a una società  in crisi di valori.

Invece Ã¨ falso che non ci siano alternative. Ci sono e sono praticabili. Fatecele proporre, invece di cercare di toglierci la parola accusandoci di essere un sindacato.

C'è un grande patrimonio che si sta disperdendo: abbiamo l'umiltà  di ammettere gli errori e il coraggio di rimboccarci le maniche per lavorare alle soluzioni.

GIUSEPPE FORTUNA


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