IL MIRAGGIO DEL RIORDINO DELLE CARRIERE (delegati CoCeR Gdf e CC)

domenica 19 gennaio 2014

IL MIRAGGIO DEL RIORDINO DELLE CARRIERE

di 
 

Eliseo Taverna, Daniele Tisci, Giovanni Cutrupi, Guglielmo Picciuto e Ignazio Martiradonna*

 Antonio Tarallo, Sebastiano Calabrò, Andrea Cardilli, Vincenzo Romeo, Gaetano Schiralli e Antonio Serpi**

Tra poche luci e molte ombre  si inizia a parlare nuovamente di un fantomatico riordino delle carriere  per il personale del comparto difesa e sicurezza.

Alla luce delle dinamiche che hanno connotato la stesura della bozza di riordino (più di venti incontri sono stati fatti soltanto tra le Amministrazioni senza coinvolgere le RR.MM. e le OO.SS.) e dall’esame della stessa, Ã¨ del tutto comprensibile il dualismo che può innescarsi nelle  menti e nelle coscienze del personale e di chi  lo rappresenta.

Da un lato, le legittime aspettative del personale e la volontà dei loro rappresentanti di lavorare per dare ad esso la possibilità di progredire nella carriera, nell’auspicio di  conquistare un futuro  migliore sotto l’aspetto professionale, dall’altro, l’amara consapevolezza delle  forti contraddizioni  che presenta il provvedimento e l’assenza di risorse per elaborare un progetto che valorizzi realmente tutti i ruoli.  

D’altro canto, la bozza del provvedimento elaborato non contiene particolari innovazioni che possano condurre  ad una seria valorizzazione dei ruoli e, quindi, ad una reale progressione nella carriera, anzi è elevato il rischio che la sua eventuale attuazione, così come è stata ipotizzata, porterà con sé ulteriori penalizzazioni e disallineamenti.

Si parla, infatti, di unificazione del ruolo di base con quello dei Sovrintendenti, con la conseguenza di eliminare le onerose procedure ed i tempi lunghissimi connessi ai processi per accedere alle qualifiche apicali; del soprannumero, per un periodo di dieci anni, del 10% della dotazione organica dell’attuale ruolo dei Sovrintendenti; dell’attribuzione al personale che si trova già nel ruolo dei Sovrintendenti, di un incremento del 2% del parametro in godimento, a compensazione  dell’unificazione del ruolo con quello inferiore.

Contiene, poi, una revisione del ruolo degli Ispettori con il fine di eliminare il concorso interno per l’accesso alla qualifica di Maresciallo aiutante, a decorrere da dieci anni dall’entrata in vigore della riforma; la trasformazione in grado della qualifica di luogotenente; il soprannumero, per un periodo di dieci anni, del 10% della dotazione organica dell’attuale grado di maresciallo aiutante; l’attribuzione agli stessi, compresi i luogotenenti, di un incremento del 2% del parametro in godimento.

Il riordino delle carriere,  pensato, elaborato e proposto nel passato, al contrario, aveva una sua grande dignità, in quanto conteneva un’effettiva evoluzione delle dinamiche che connotano la progressione di carriera nei singoli ruoli.

In altre parole, si dava una certa soddisfazione un po’ a tutti, prevedendo una reale progressione, sia nei ruoli di base che in quelli apicali.

E’ ovvio, che le risorse ipotizzate per quel riordino si attestavano intorno al miliardo di euro, mentre  oggi, per come è stato formulato il riassetto, si prevede la necessità di qualche centinaia di milioni di euro.

La valorizzazione del grado è minimale e non per tutti i ruoli e questo non rispetta le aspettative del personale e, quindi, non può essere accettato, così come non può essere assolutamente tollerata una mera e, per certi versi insignificante,  valorizzazione economica, peraltro a partire esclusivamente dalla qualifica dei Sovrintendenti.

In pratica,  il miglioramento economico del parametro in godimento (da circa 435 a  450 euro l’anno lordi per le qualifiche dei Sovrintendenti e dai 497 ai 520 euro lordi circa per le qualifiche degli Ispettori )  servirà a compensare l’unificazione del ruolo con quello inferiore, atteso che, il numero dei transiti consentiti sarà contingentato, di anno in anno, e non conterrà particolari valorizzazioni  per i gradi più bassi.   

Nel provvedimento, peraltro,  si parla di un ipotetico stanziamento complessivo, a partire dal 2015, per il personale dei ruoli di base (Agenti, Sovrintendenti, Ispettori ed equiparati) dell’intero comparto, di appena 119 milioni di euro, che dovrebbe coprire l’intera operazione per il personale I.S.A.F..

Per i direttivi ed i dirigenti, al momento, non esisterebbe un preciso stanziamento di risorse, ma solo la previsione di un riordino ad invarianza di spesa e ricorrendo ai risparmi derivanti dall’attuazione della delega e dalla redistribuzione delle risorse già previste per il medesimo personale.

La bozza contiene, tra l’altro, la previsione dell’adeguamento del trattamento economico dirigenziale, anche attraverso l’introduzione di un nuovo primo trattamento da dirigente, a cui si accede dopo un’anzianità minima nel ruolo (dalla nomina a Maggiore).

Praticamente, una norma scritta in politichese e che in realtà sembra nascondere la reale portata dell’impegno finanziario necessario. E questo lo dimostrerebbe anche l’ulteriore previsione contenuta nel provvedimento che impegna il Governo a contemplare l’impiego di ulteriori risorse disponibili, al momento di esercizio della delega.

E’ prevista, infine, l’istituzione di un’area negoziale per il personale dirigenzializzato, limitatamente alla sola parte normativa ed al trattamento accessorio.

Un provvedimento, quindi, che a nostro parere dovrà essere immediatamente avversato.

E questo, per certi versi, è già avvenuto durante l’incontro di oggi con il Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa.

Una cosa è certa: in questa fase estremamente delicata, dove s’intreccia l’esame di più provvedimenti (riordino delle carriere e riforma della rappresentatività del personale) dovranno essere urgentemente coinvolti i delegati degli organismi confluenti.

L’unione fa la forza, ed ora come non mai, c’è bisogno di far sentire la voce di tutti.

 


 *Delegati Co.Ce.R. della Guardia di Finanza

**Delegati Co.Ce.R. dell’Arma dei Carabinieri

 

 

 


Tua email:   Invia a: