LA FACCIA FEROCE DEL FISCO COME L’ESERCITO DI FRANCESCHIELLO. LA GDF HA UOMINI E MEZZI PER ARGINARE L’EVASIONE FISCALE, SEMPRECHÉ VOGLIA FARLO (La Repubblica)

martedì 28 gennaio 2014


La Repubblica – 27/01/2014

LA FACCIA FEROCE DEL FISCO COME L’ESERCITO DI FRANCESCHIELLO

di Alberto Statera

«Facite ‘a faccia feroce» era l’ordine di Franceschiello ai marinai della sua flotta. Più o meno lo stesso ordine che ogni tanto sembra ricevere la nostra Guardia di Finanza, che la settimana scorsa ci ha informato di aver beccato 8.135 evasori fiscali. Cioè una frazione infinitesimale di quelle centinaia di migliaia di italiani che, secondo le statistiche internazionali, sottraggono ogni anno al fisco tra 120 e 180 miliardi di euro. Non è precisato se gli ottomila sono per la maggior parte evasori “bagatellari”, come si dice in buro-linguaggio, o grandi grassatori che meriterebbero la galera, se solo in questo paese qualche grande evasore fiscale finisse qualche volta dietro le sbarre. Un “grande” dell’evasione, anzi una “grande”, pare che la Guardia di Finanza stavolta l’abbia beccata: una signora, erede di una nota dinastia di palazzinari romani, che negli ultimi anni avrebbe nascosto al fisco 2 miliardi e cento milioni di euro frutto della rendita di 1.243 immobili (diconsi milleduecentoquarantatrè) sui quali, tra l’altro, non sono mai state pagate né Ici né Imu. Ora questa signora, assai presente nella vita mondana, è ben nota a Roma, dove abita tra un villone all’Eur e un megasuperattico in centro, pur dichiarando di risiedere all’estero. Per cui gli investigatori della Finanza dovrebbero spiegare come mai per almeno un decennio la signora ha potuto nascondere al fisco più di mille immobili, mentre
i finanzieri facevano la faccia feroce tra Capri e Cortina, beccando un po’ di “scontrinari”. Una cosa è certa. Che episodi come quello della signora Armellini, se verrà confermato in sede giudiziaria, non può essere giustificato dall’eccesso di pressione fiscale. Che forse in Italia neanche c’è. Questa, almeno, è la tesi non troppo popolare di Innocenzo Cipolletta, che ha appena pubblicato per Laterza un pamphlet intitolato “In Italia paghiamo troppe tasse. Falso!” Senza addentrarci nelle argomentazioni dell’autore, sostenute da una messe di dati, ci preme sottolineare quanto Cipolletta rileva con vigore. E cioè che un paese come il nostro, che ha un poderoso corpo di polizia addetto al controllo delle tasse, non dovrebbe avere difficoltà a far pagare il dovuto a evasori e elusori. Invece ogni tanto fa qualche sbuffo di fumo negli occhi, come i famosi blitz nei luoghi di villeggiatura di lusso, creando danni economici irrecuperabili. Eppure, la Guardia di Finanza ha accesso a tutte le transazioni bancarie e quindi ha la possibilità di controllare tutti i contribuenti, con un sistema di rotazione che in capo a pochi anni finirebbe per comprendere ogni cittadino. “Ha uomini e mezzi – scrive Cipolletta – per controllare i commerci e le professioni. Dunque appare perfettamente in grado di arginare l’evasione fiscale, sempreché voglia farlo e sempreché il ministro competente sia intenzionato a recuperare gettito non effimero”. Nel frattempo, Equitalia persegue gli evasori con logiche burocratiche, che suscitano la rabbia dei contribuenti. “Se ne deduce – conclude Cipolletta – che fra le cause principali dell’evasione fiscale nel nostro paese ci sia l’inefficienza della burocrazia preposta alla riscossione delle tasse. Ecco un settore in cui bisogna intervenire con urgenza”. Intervenire davvero, non esibire ‘a faccia feroce.

a.statera@repubblica.it

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