“FORZA NOVEGNO PASSERETE…ALLA STORIA”. I PARADOSSALI EFFETTI DEL PRIMO RIORDINO DELLE CARRIERE NEI RICORDI DI UN MARESCIALLO GDF – di Gaetano Ruocco

sabato 08 febbraio 2014

 

Di seguito, una lettera inviataci da Gaetano Ruocco, Maresciallo della Guardia di finanza. Il titolo è della redazione del sito.

 

Sono trascorsi circa 20 anni da quando circa 600 giovani cittadini italiani ebbero il coraggio di intraprendere una salita molto irta e minata di ostacoli, speranzosi che almeno il vento avrebbe soffiato loro alle spalle, in modo che il carico di aspettative, fiducia e soprattutto di responsabilità, potesse essere gratificante un giorno e render quel percorso tortuoso valido interessante al punto di rendere giustizia a quella scelta di votare la propria vita, il proprio tempo e anche le proprie famiglie, all’Italia.

Sto parlando dei partecipanti al 72° Corso Allievi Marescialli il quale aveva dato il sentore di un cambiamento radicale, nel momento in cui il numero di 1700 candidati degli anni precedenti fu ridotto alla metà, richiedendo il requisito del possesso del diploma di scuola media secondaria, innalzando in tal modo il livello di preparazione di base richiesto e …a mio modesto avviso…evitando di mettere troppa carne sul fuoco che talvolta è sinonimo di mediocrità.

Non passa giorno ormai da quel momento in cui non ci sorprendano delle novità, come già dimostrato quando la data della nostra partenza e quindi dell’inizio del corso, slittò di un paio di mesi, per consentire agli Allievi Vicebrigadieri del 1° Corso (anch’essi compagni di viaggio) di terminare comodamente il loro percorso presso la Scuola Sottufficiali di Cuneo. Ma il gruppo che si accingeva a partecipare al 72° Corso aveva dimostrato precocità e facilità di apprendimento, al punto che due mesi in meno sulla tabella di marcia, non furono un ostacolo…anzi…furono uno speronamento a fare meglio.

E tra i miei ricordi, non posso ignorare il periodo “di transizione” trascorso a l’Aquila durante il 2° anno, in cui la formazione del personale era in lotta con: da un lato l’insegnamento del rigore militare, tipico dell’Accademia, inteso ad “elevare” il prestigio con momenti esemplari come quelli dell’alzabandiera incorniciati da fumogeni tricolore (nel rispetto della patria) e gialloverdi, accompagnati da musica classica in filodiffusione, la possibilità di conseguire brevetti da paracadutista, di studiare in modo dignitoso; furono avanzate anche proposte per l’elevamento culturale, facendo in modo che la Gerarchia si traducesse nella manifestazione, da parte degli Allievi, di una perfetta sintonia tra militarismo e rispetto della dignità del singolo; dall’altro lato il disagio causato dalla promiscuità del sito che ospitava il personale relativo al nostro corso e quello del corso successivo, nonché dall’assenza del rispetto della tutela dei diritti personali, infatti molti ricorderanno che dovemmo rinunciare ad ogni permesso settimanale.

Ad ogni buon conto, nonostante i disagi, al termine del corso, molti di noi sentirono già la nostalgia, forse dettata dal “non sapere cosa sarebbe poi accaduto”. Tutto sommato, a molti di noi era sfuggito un piccolissimo particolare: avevamo fatto, a nostra insaputa, “il voto del sacrificio alla patria”…e senza indossare una veste lunga o fare castità…bastava una divisa coi gradi, le stellette e il marchio italiano.

Erano i tempi della riforma (o controriforma, se preferite), la Scuola Sottufficiali si accingeva a cambiare pelle diventando Scuola Ispettori e Sovrintendenti e noi giovani Ispettori (così come furono  chiamati i “nuovi” Marescialli) venivamo avviati alla carriera professionale con la possibilità di crescere ed “accrescere” il nostro status senza bisogno di “assumere ormoni”! Divenne così frequente la promozione dei Marescialli Ordinari che, in odore di avanzamento, riuscivano a partecipare al concorso che consentiva loro di diventare direttamente Marescialli Aiutanti, senza nemmeno indossare il grado di Maresciallo Capo.

Alimentammo spesso momenti di ironia, come quando vidi in un ufficio la foto in cui un Istruttore col grado di Maresciallo Aiutante, posava un anno prima insieme agli Allievi del Corso precedente e fui attirato da un dettaglio: l’anno precedente l’istruttore vestiva il grado di Brigadiere. Qualcuno potrebbe insinuare che presto troppa attenzione a taluni dettagli, ma in fondo, ci hanno insegnato a fare attenzione ai dettagli e ora non ci sfugge davvero nulla. Consentitemi un “fuori programma” che non deve essere inteso come polemica, ma non credete che ci sia stata una falla nel sistema? Un vero e proprio “riforma bug”? Ritenete possibile e motivo d’esempio che un Brigadiere per effetto della riforma possa,in un giro di calendario, riuscire a possedere i requisiti per il suo avanzamento a Maresciallo Aiutante, bypassando tutti i passaggi di rito?

Ma torniamo a noi… quando giunse finalmente il momento per gli ex-Allievi del 72° Corso, di essere promossi al grado di Maresciallo Capo, qualcuno pensò di tutelare il nostro futuro, e contribuì a garantire le nostre posizioni avvantaggiando le nostre carriere. Infatti, mentre il corso precedente fu promosso con decorrenza giuridica di aprile 2006, a noi fu riconosciuta la “premialità” di avere una decorrenza più favorevole, ovvero quella di luglio 2008 (due anni di distanza sic!!!). Ovviamente detto premio ha determinato ulteriori vantaggi a tutti coloro che lo hanno meritato, a breve e a lungotermine. Tanto che negli anni a seguire, quando in occasione della presentazione delle domande di trasferimento qualcuno si è trovato di fronte al rebus dei requisiti di anzianità. E dulcis in fundo quando maturammo il diritto alla percezione dell’assegno funzionale ci fu “giustamente” bloccato. In quell’occasione avevamo ancora una volta dimenticato di aver fatto “voto di sacrificio”.

E ancora, sentite questa: secondo un regolare e logico procedimento, per diventare “Aiutanti” bisognava maturare 4 anni di anzianità nel grado di M.C., quindi, applicando la logica, come con lo spred, al 72° ope legis sarebbe toccato nell’anno 2012…ma a noi le cose logiche e semplici non piacciono, così abbiamo preferito complicarle e considerata sempre quella “premialità”, abbiamo preferito attendere qualche altro anno…sempre per quel “voto di sacrificio”.

E mica è tutto!!!

Nel 2012 compare il grande concetto di “spending review” (agli italiani piace darsi un tono coi termini anglosassoni), che consente di non bandire la procedura “a scelta”. Ad ogni buon conto, c’è sempre qualcuno che prende l’impegno “verbale” di lavorare per “sbloccare”…infatti, l’impegno è stato mantenuto e da qualche giorno il famigerato concorso è stato bandito, ponendo come requisito l’anzianità maturata il 1° gennaio 2008, in modo da consentire a tutti coloro che avevano avuto sempre quella “premialità” di prepararsi “meglio” per il prossimo concorso, visto e considerato che sono trascorsi solo 7 anni (fino a prova contraria) senza avere la benché minima e blanda possibilità di partecipare alla selezione. Ci resta la consolazione di sapere che senza dubbio il concorso verrà vinto, in aderenza ai sacri principi costituzionali della nostra democrazia, dai migliori, più capaci e meritevoli…

Concludo ricordando il blocco degli assegni, dei contratti e delle competenze, che penalizzano ancora una volta coloro che andranno (?) in pensione con la considerevole cifra di 900 euro “garantiti”, che consentiranno sicuramente loro di vivere dignitosamente, sempre nel principio di “interesse pubblico” (ovvero “volontariato”) prestato con il “voto di sacrificio”.

Come diceva in piazza d’armi a Cuneo lo stimato Colonnello Rodolfo Mecarelli, che saluto con deferenza ma anche affetto: “Forza Novegno, passerete alla storia!”… profezia avverata, caro Colonnello, Lei era lungimirante, solo che più che Novegno…sa tanto di “SFIGHEGNO”!!!

Traendo le dovute conclusioni, senza l’ardire di dare lezioni sull’accoppiamento dei primati, possiamo affermare con certezza che quando ci si accoppia ognuno sa qual è il gioco dell’altro e senza far l’ennesima polemica, ricordo che non tutti quando stanno vicino all’acqua hanno voglia di bagnarsi.

Un pensiero rivolto ai supertecnici ai quali è affidata la direzione dei lavori: il “voto di sacrificio” ci ha insegnato a resistere a tutto, quindi ad avere la dignità di vivere e superare gli ostacoli. La consolazione è pensare che a molti altri invece, levato il potere, potrebbe restare solo la dignità dello scarafaggio.

Ai posteri l’ardua sentenza, buona giornata amici

Nec Recisa Recedit

Mai Aiutante Gaetano Ruocco.


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