BLOCCO STIPENDIALE E RIORDINO: QUESTO IL PUNTO DI SITUAZIONE (CAOTICO E PREOCCUPANTE) IN CUI SI TROVA IL COMPARTO SICUREZZA E DIFESA

mercoledì 12 febbraio 2014

 

E’ ormai assodato che il personale del comparto sicurezza e difesa ha subito dal congelamento stipendiale quadriennale tagli maggiori rispetto al resto dei pubblici impiegati, per effetto delle particolari dinamiche salariali e di carriera e dell’assenza di potere contrattuale e, in particolare, di contrattazione integrativa.

A nulla sono servite le solenni promesse sulla specificità degli allora Ministri dell’Interno (Maroni) e della Difesa (La Russa), formalizzate addirittura in una norma di legge (l'articolo 19 della 183 del 2010).

Ebbene, dopo due anni e mezzo di promesse non mantenute e di misere “una tantum” (finanziate ovviamente con fondi in  precendenza stanziati per il solo personale non direttivo e non dirigente), il Governo Letta, lo scorso 8 agosto, si è impegnato con l’amministrazione della Polizia di Stato e con i suoi sindacati a portate avanti un nuovo riordino delle carriere del personale del comparto.

Passa qualche mese e il ministro degli Interni Alfano, incalzato dai sindacati di PS, lo scorso 11 gennaio presenta (come fosse il ministro di tutte le amministrazioni del comparto) alle organizzazioni sindacali ed alle rappresentanze militari, la bozza di legge delega messa a punto dalle amministrazioni.

I sindacati rimangono sorpresi e delusi: quella bozza non è quella concertata con la loro amministrazione a fine 2012 che, evidentemente, ha dovuto fare i conti con la scarsità delle risorse (119 milioni di euro l’anno) e con le esigenze delle altre amministrazioni del comparto.

Tutti i sindacati di polizia rigettano quella bozza ed iniziano gli incontri con la rispettive aministrazioni per cercare di riportare il testo a quello concertato a fine 2012 (che però costa oltre 600 milioni di euro l’anno), spingendo per una soluzione che permetta di approvare la delega in tempi celeri, spendendo subito i 119 milioni di euro disponibili e trovando successivamente le risorse per definire l’intera delega.

Nel frattempo tutte le rappresentanze militari (si veda il documento Cocer Interforze del 21 gennaio 2014) respingono il progetto di legge delega di riordino, pensando che prima si debba essere certi dello sblocco degli stipendi al 2015 e che, prima del riordino, il personale militare debba essere dotato di un reale potere contrattuale e di un nuovo modello di rappresentanza.

Questo è lo stato attuale dell’arte che vede:

  • PS e relativi Sindacati spingere per un riordino a tutti i costi, anche con finanziamenti da reperire in futuro;
  • Co.Ce.R. dei militari “scettici” sul riordino e pronti a puntare sullo sblocco stipendiale (soprattutto Carabinieri ed Esercito) e sul riconoscimento dei diritti sindacali (Guardia di finanza e Aeronautica in primis);
  • amministrazioni militari non “convinte” dal riordino, ma che invece spingono i Co.Ce.R. a far “casino” sullo sblocco stipendiale, piuttosto che parlare di riconoscimento dei diritti sindacali;
  • i ministri Mauro ed Alfano, politicamente deboli in questa fase, pronti a tutto per presentare qualcosa da “vendere” al personale di Difesa e Interni;
  • ministro dell’economia, Ragioneria generale e Funzione pubblica pronti a respingere ogni tentativo di sforare le risorse già assegnate 119 milioni di euro l’anno ed, anzi, già impegnate a cercare di impedire di far ripartire le dinamiche salariali e di carriera del personale del comparto con le regole vigenti prima del blocco (assegni di funzione e di omogeneizzazione nel mirino).

Questa è la condizione molto caotica e confusa del comparto e dei suoi attori; questo sito proseguirà ad informare i suoi attenti lettori sull’evolversi della situazione, in particolare dal punto di vista dei Finanzieri e dei Cittadini.


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