CASO BARILARO, MARTEDI’ LA RISPOSTA DEL GOVERNOALL’INTERROGAZIONE DELL’ONOREVOLE GRANDI

giovedì 03 ottobre 2002

Martedì prossimo, 8 ottobre 2002, il Governo risponderà in Commissione Finanze della Camera dei Deputati alla interrogazione presentata dall’Onorevole Alfiero Grandi (D.S.) sul caso Barilaro.

Sergio Barilaro, come è ben noto ai nostri lettori, è il maggiore della Guardia di Finanza che, trasferito d’autorità dal Comando generale del Corpo da Milano a Cosenza, presentò un’istanza con cui chiedeva di essere messo in congedo se non vi fosse stato un ripensamento da parte dell’amministrazione.

Il ripensamento non c’è stato e la domanda è stata accolta. Sicchè, dal 1° luglio, il maggiore Barilaro non fa più parte delle Fiamme gialle in servizio attivo.

Ma la lunga domanda di congedo dell’ufficiale è un documento importante (da noi pubblicato con il titolo “La rabbia e l’orgoglio” in data 1° luglio 2002) perché vi si descrive con rara efficacia le motivazioni e lo stato d’animo di molti ufficiali che lasciano il Corpo con l’amaro in bocca.

Tre, come si ricorderà, le interrogazioni parlamentari che ne sono seguite.

Due sono state presentate da esponenti del centrosinistra (gli onorevoli Grandi dei D.S. e Russo Spena di Rifondazione Comunista), una dal senatore di Alleanza Nazionale Francesco Bevilaqua.

Alfiero Grandi, attualmente vicepresidente della Commissione Finanze e sottosegretario alle Finanze nei Governi D’Alema e Amato, ha anche scritto una lettera aperta al Comandante generale del Corpo, Alberto Zignani, per chiedere lumi sulla gestione del personale ufficiali.

Nella domanda – si legge nella missiva del parlamentare D. S. - si parla di una gestione degli ufficiali del Corpo ormai antiquata e che sconfina nell’autolesionismo organizzativo. Così si chiariscono i motivi profondi che inducono molti a lasciare la Guardia di Finanza depauperando, in tal modo, l’istituzione di professionalità preziose costruite in lunghi anni di carriera.

 


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