L'UNITA': ANCHE NOI MILITARI VOGLIAMO UN SINDACATO PER I NOSTRI DIRITTI. INTERVENTO AL CONGREZZO CGIL DEL SEGRETARIO GENERALE FICIESSE CARLO GERMI.

sabato 23 febbraio 2002

 

L’UNITA’ Domenica 9 febbraio 2002

RIMINI - Anche un colonnello della Guardia di finanza è salito alla tribuna del congresso. Nessuna perquisizione, nessun falso in bilancio. Carlo Germi è il segretario nazionale dell’Associazione Finanzieri Cittadini e solidarietà, non un sindacato perché il sindacato non è un diritto per i militari, ma un’associazione che vorrebbe rappresentare uno strumento anche di tutela sindacale.

Al congresso c’erano anche Vincenzo Frallicciardi, capitano dell'esercito e presidente dell'Amid, Associazione per i Militari Democratici, che opera nelle forze armate; Ernesto Pallotta, maresciallo capo dei carabinieri, fondatore di Un’arma, Giuseppe Pesciaioli, maresciallo dell'esercito, delegato Cocer.

Problema complicato il loro perché una norma, l'articolo 8 della legge 382/78, vieta l'iscrizione ai sindacati. Possibile solo l'adesione a organizzazioni riconosciute dal ministero della difesa.

Per questo sono nate associazioni aperte a tutti i cittadini che sono diventate un luogo di aggregazione e di discussione, oltre che di informazione e formazione.

Ovunque, ci dicono, i militari possono contare sui loro sindacati, capita nei paesi del Nord Europa, in Belgio in Olanda, ma anche in Slovenia e in Russia.

«Non vogliamo minacciare scioperi dell'esercito o dei carabinieri -spiegano -ma se persino nello stato d'Israele ai militari è consentito di rifiutare la guerra, vorremmo che a noi fosse consentito almeno di discutere e di trattare per un nostro contratto di lavoro».

Con l'appoggio o addirittura dentro organizzazioni sindacali come la Cgil.

Perché? Per contrattare aumenti salariali o miglioramenti normativi.

Le tre associazioni si sono coordinate e hanno costruito un progetto comune: più partecipazione, più impegno di tutti per un obiettivo di efficienza e di democrazia delle forze armate e di polizia, contro il tentativo del centrodestra di riproporre nelle rappresentanze sindacali le stesse gerarchie dei comandi, con il paradosso di rappresentanti scelti dai comandanti.

L'ultimo contratto, seguendo una norma varata da Frattini all'epoca del primo governo Berlusconi, è entrato in vigore perché sottoscritto dai comandi, malgrado non l'avessero sottoscritto i Cocer, cioè i consigli di rappresentanza.

Ma Frallicciardi è critico anche con il centro sinistra: nella passata legislatura un disegno di legge sulla sindacalizzazione venne presentato, ma non andò avanti.

Perché? «Perché i militari non rappresentano evidentemente una lobby che conta, che vanti qualche rilievo politico».

Malgrado si vada ormai all'esercito dei professionisti e i militari di ferma siano seicentomila.

Ora i militari italiani si sono iscritti all'Euromil, federazione europea che lavora in vista della difesa integrata nel 2004, per omogeneizzare trattamenti e tutele.

 


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