LA PACE, C'E' QUALCUNO CHE NON LA VUOLE (di Antonio Ciavarelli)

sabato 08 marzo 2003

Come cittadino impegnato anche nel sociale, non posso rimanere insensibile ai noti avvenimenti, che riguardano la situazione venutasi a creare nel medio oriente e i risvolti che essi hanno avuto nel nostro paese e sulle nostre istituzioni.

Il 15 febbraio si è svolta una manifestazione a favore della pace, nella quale associazioni e comunità cattoliche, boy scout ecc., si sono uniti con No global, disobbedienti ed altro.

La cosa che dovrebbe sorprendere è il fatto che quest’ultimi in questi giorni stanno manifestando la volontà di pace con modi poco civili, e che spesso istigano alla violenza, con metodi paradossalmente violenti per impedire violenze. Si dicono contro la guerra “senza se e senza ma”. Prima di questo, però si dovrebbe pretendere il diritto alla vita, in quanto tale, “senza se e senza ma” (cosa che, al contrario, però è condannata dagli stessi nell’essere favorevoli all’aborto, alla droga, eutanasia e quant’altro).

Questo discorso, però, ci porterebbe lontano.

Intanto per l’ennesima volta queste persone dimostrano la loro incongruenza negli atteggiamenti. Mi chiedo se tutto ciò è espressione di volontà di pace o espressione d’ostilità nei confronti degli Stati Uniti.

A loro che usano con tanta facilità la parola libertà, vorrei chiedere se sanno cosa significa vivere in una dittatura e una dittatura particolare di “religione”. Sicuramente ci sono altre zone nel mondo in cui si vivono queste forme di dittature, ma forse in Iraq la maggiore attenzione è data anche perché c’è la possibilità che siano nascoste armi chimiche.

Lo stesso Ordinario Militare per l’Italia Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Mani scriveva: ”sicuramente la guerra è ingiusta e non è mai il modo ragionevole per risolvere i problemi internazionali …….. Il compito dei militari è di aiutare i nostri fratelli a liberarsi dalla violenza (e aggiungo dalla dittatura) dagli estremismi e a portare la pace”.

Nell’enciclica “Gaudium et spes” il Concilio Vaticano II afferma: “gli appartenenti alle Forze Armate, che agiscono correttamente sono difensori della libertà della giustizia e quindi artefici della pace”.

Sono sicuro che tutti gli esponenti politici italiani di qualunque partito sono contrari alla guerra e favorevoli alla pace. Così com’è favorevole questo Governo lo sarebbe un altro e guai se non fosse così. Sicuramente la guerra è ingiusta e non è mai il modo ragionevole di risolvere i problemi internazionali.

In occasione del Giubileo dei militari, inoltre, il Santo Padre esprimeva, in riferimento alla pace che va continuamente promossa: “talora, questo compito, come l’esperienza anche recente ha dimostrato, comporta iniziative concrete per disarmare l’aggressore. Intendo qui riferirmi alla cosiddetta “ingerenza umanitaria” che rappresenta, dopo il fallimento degli sforzi della politica e degli strumenti di difesa non violenti, l’estremo tentativo a cui ricorrere per arrestare la mano ingiusta dell’aggressore“.

Probabilmente, ancora la politica e gli strumenti diplomatici (veramente non violenti), fortunatamente non sono ancora esauriti anche perché ancora il dittatore iracheno non ha promosso iniziative aggressive verso popolazioni esterne e non è ancora chiara la sua connessione con il terrorismo di Bin Laden.

Inoltre grande è l’opera che il Papa sta svolgendo sia come Capo di Stato che come Capo Universale della Chiesa, promuovendo altresì, numerosi e costanti incontri con esponenti di altre religioni.

Ora mi chiedo quali sono le pretese di un Presidente che manda a dire al Santo Padre che: “la Chiesa Cattolica non lo fermerà”?

Il primo strumento di pace della Chiesa (che certamente si distacca da azioni di disobbedienti e di alcuni che si professano cattolici che ad essi si uniscono e si fanno strumentalizzare), è indubbiamente la PREGHIERA verso Dio affinché possa aiutare i capi di Stato (in questa circostanza) a trovare una soluzione non belligerante perché non ci siano dittature e vengano disarmati eventuali Stati che nascondo armi altamente pericolose come quelle chimiche.

Quindi in seguito alla domanda appena postomi me ne sovviene un’altra. “ma Bush con determinate affermazioni vorrebbe forse sostituirsi od opporsi alla volontà di Dio?”.

Da queste riflessioni strettamente personali penso che in qualità di Sottufficiale della Marina e delegato del Consiglio Centrale di Rappresentanza dei militari, debba accogliere anch’io l’invito del Santo Padre per il 5 marzo (giorno delle sacre ceneri e inizio della quaresima), infatti all’udienza generale di mercoledì 26 febbraio il Santo Padre ha detto: “i cristiani condividono l’antica pratica del digiuno con tanti fratelli e sorelle di altre religioni, che con essa intendono spogliarsi di ogni superbia e disporsi a ricevere da Dio i doni più grandi e necessari, fra i quali in particolare quello della pace”.

Sarebbe auspicabile, al fine di dimostrare che anche i militari che svolgono il proprio ruolo per il mantenimento della pace, si uniscano, al Pontefice nella preghiera e nel digiuno, non come forma di protesta ma come espressione della volontà da parte dei militari di essere (usando le parole del Giovanni Paolo II) “coraggiosi operatori di pace” e desiderosi di pace così come lo sono tutti gli italiani dal comune cittadino a colui che ricopre la massima carica istituzionale.

 

ANTONELLO CIAVARELLI

Delegato Cocer – Marina Militare 9° mandato

 

e-mail:antonellociavarelli@libero.it

 


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