FISCO: POLETTI,NO BONUS IN BUSTA PAGA, LAVORIAMO SU DETRAZIONI - EQUITALIA, A RILENTO SANATORIA CARTELLE,90.000 ADESIONI - PG MILANO A SORPRESA, ASSOLVETE DOLCE E GABBANA - MULTE CANCELLATE, ARRESTATI 5 AGENTI POLSTRADA COMO - RISCUOTE 7MLN TASSE E LI USA
FISCO: POLETTI,NO BONUS IN BUSTA PAGA, LAVORIAMO SU DETRAZIONI
(ANSA) - ROMA, 25 MAR - Nessun bonus in busta paga per i
lavoratori dipendenti: lo ha confermato il ministro del Lavoro
Giuliano Poletti, secondo cui il governo continua a lavorare
piuttosto su interventi che riguardino Irpef e detrazioni.
Intervistato da Radio Capital, il ministro dice che al
momento "la scelta per l'aumento di 80 euro in busta paga resta
quella annunciata da Renzi, ovvero un intervento sull'Irpef e
sulle detrazioni da lavoro dipendente. Le ipotesi che circolano
sono ricostruzioni dei giornali sulla possibilita' di dare
risposta ai problemi di equita' che esistono, nel senso che un
intervento diretto nelle buste paga consentirebbe di dedicarsi
esattamente a quello 'stock' di persone ipotizzato. Ma al
momento nel governo non c'e' una discussione diversa rispetto ai
primi annunci di Renzi". (ANSA).
FISCO: EQUITALIA, A RILENTO SANATORIA CARTELLE,90.000 ADESIONI
DOPO PICCO A RIDOSSO 28 FEBBRAIO INCREMENTO ULTIMO MESE LIMITATO
(ANSA) - ROMA, 25 MAR - Procede a rilento, dopo lo sprint
iniziale, la definizione agevolata delle cartelle esattoriali,
che consente di pagare gli importi dovuti senza gli interessi
maturati. Rispetto al 28 febbraio, termine inizialmente fissato
dalla legge e poi prorogato di un mese, l'incremento delle
adesioni e' stato piuttosto limitato. Si e' passati da 300 milioni
incassati a quella data ai circa 340 milioni versati ad oggi. Le
adesioni sono passate da 75 mila a 90 mila.
Lo rende noto Equitalia, precisando che con l'avvicinarsi
della scadenza del 31 marzo agli sportelli si registra
un'affluenza piuttosto contenuta, segno evidente che chi ha
voluto usufruire di questa opportunita' ha gia' provveduto nei
giorni scorsi.
L'incertezza sulla proroga, arrivata nel giorno della prima
scadenza fissata dalla legge, spiega ancora Equitalia, ha
determinato il picco di adesioni proprio a ridosso del 28
febbraio, che avrebbe rappresentato l'ultima data utile per
pagare. Ad oggi invece non si registrano code o criticita', ma
comunque Equitalia ha gia' predisposto le opportune iniziative
per fare fronte a eventuali incrementi di affluenza che
dovessero verificarsi durante questa ultima settimana. (ANSA).
FISCO: PG MILANO A SORPRESA, ASSOLVETE DOLCE E GABBANA
IN APPELLO PER EVASIONE, 'HANNO PAGATO TASSE, E' IMPRESA MODERNA'
(di Igor Greganti)
(ANSA) - MILANO, 25 MAR - Non solo una richiesta di
assoluzione, basata sull'interpretazione di una sentenza della
Cassazione e delle normative fiscali, ma addirittura una sorta
di difesa 'a spada tratta' di una ''impresa moderna'' che ha
agito come deve fare un ''grande gruppo'' che punta ad
espandersi. Con una requisitoria, a tratti fuori dagli schemi,
il sostituto procuratore generale di Milano Gaetano Santamaria
Amato ha chiesto alla Corte d'Appello di ribaltare la sentenza
di primo grado che ha condannato gli stilisti Domenico Dolce e
Stefano Gabbana a un anno e 8 mesi di reclusione (pena sospesa)
per una presunta evasione fiscale.
I due fondatori della multinazionale della moda e altre
quattro persone, infatti, secondo il magistrato che rappresenta
l'accusa nel processo d'appello, vanno assolti perche' ''il fatto
non sussiste'': in sostanza, hanno ''pagato le tasse'' che
dovevano versare in Italia e la scelta di creare una societa' in
Lussemburgo, la 'Gado srl', per tutelare i marchi del gruppo era
''perfettamente lecita''. Lo scorso 19 giugno, gli stilisti sono
stati condannati a un anno e 8 mesi assieme al loro
commercialista Luciano Patelli e ad altri 3 manager (a un anno e
4 mesi), tra cui Alfonso Dolce, fratello di Domenico. Al centro
del processo una presunta evasione fiscale che sarebbe stata
realizzata, secondo le indagini dei pm Laura Pedio e Gaetano
Ruta, con una 'estero-vestizione': la creazione nel 2004 della
Gado per ottenere vantaggi fiscali. La cifra contestata
all'inizio delle indagini di un miliardo di euro si era poi
ridotta con la sentenza a circa 200 milioni di euro e la
condanna di primo grado era arrivata solo per il reato di omessa
dichiarazione dei redditi. Mentre per la restante parte i due
stilisti, difesi dai legali Dinoia, Taglioretti e Simbari, erano
stati assolti dal Tribunale. Tra l'altro, il primo aprile del
2011 tutti gli imputati erano gia' stati assolti, ma poi la
Cassazione aveva annullato i proscioglimenti e un nuovo giudice
li aveva mandati a processo. Poi erano arrivate le condanne. Una
sentenza che era stata seguita, lo scorso luglio, da una lunga
'querelle' tra il Comune di Milano e i due fondatori della
multinazionale, dopo le parole dell'assessore al Commercio
Franco D'Alfonso, secondo cui l'amministrazione non avrebbe
dovuto concedere spazi a evasori come loro. Frasi a cui Dolce e
Gabbana avevano reagito con una serrata di tre giorni delle loro
boutique in citta'. E oggi il centrodestra in Comune ha chiesto
le dimissioni dell'assessore e che la Giunta si scusi con gli
stilisti.
''Sapete cosa significa per un'azienda avere la Guardia di
Finanza in sede? Per Dolce e Gabbana l'invasione della Gdf e'
stata anche un colpo alla credibilita' del marchio'', ha
affermato in aula il sostituto pg, sostenendo anche che Dolce e
Gabbana sono ''impegnati tra stoffe, modelli, modelle,
ricevimenti, sono dei creativi e non me li immagino a gestire
schemi di abbattimento fiscale''. Con l'operazione 'Gado', ha
spiegato, gli stilisti ''invece di pagare le tasse in Italia
hanno pagato solo il 4% sulle royalties in Lussemburgo''. Certo,
ha aggiunto il magistrato, ''come cittadino contribuente
italiano posso indispettirmi e magari sono contento che la
Finanza accenda un faro e allora posso anche aspettarmi
l'intervento su Marchionne e sulla Fiat quando trasferiranno la
sede legale in Olanda''. Tuttavia, ha chiarito Santamaria Amato,
''come operatore del diritto devo dire che sono operazioni
legittime e vanno tutelate con il principio sacrosanto della
libera circolazione dei capitali nel mercato''. Con
quell'operazione, secondo il pg, ''Dolce e Gabbana hanno pensato
in grande come un grande gruppo in espansione nel mondo,
pensavano alla quotazione in Borsa per porsi alla pari degli
altri grandi gruppi nel settore''. Se poi e' vero che ''Gado ha
pagato solo il 4% di imposte sulle royalties e' anche vero che i
dividendi sono stati tassati in Italia e il prelievo complessivo
e' arrivato quindi al 32%''.
Il magistrato, inoltre, ha ricordato che gli stilisti hanno
gia' versato 40 milioni di euro nell'ambito del contenzioso
fiscale, ''ma il processo tributario e' diverso da quello
penale''. Il legale dell'Agenzia delle Entrate (parte civile),
l'avvocato Gabriella Vanadia, ha insistito, invece, nel chiedere
la conferma delle condanne penali per gli stilisti e dei
risarcimenti. La sentenza potrebbe arrivare il 4 aprile. (ANSA).
MULTE CANCELLATE, ARRESTATI 5 AGENTI POLSTRADA COMO
ANCHE IL COMANDANTE, SPARITI 1500 VERBALI PER ECCESSO VELOCITA'
(di Mauro Butti)
(ANSA) - COMO, 25 MAR - Abusi a fini personali, favoritismi e
incredibili negligenze, tra le quali non avere provveduto a
riscuotere ben 1.500 multe per eccesso di velocita' in
autostrada. E' il quadro delle contestazioni nell'inchiesta
della procura della Repubblica di Como che ha decapitato i
vertici della Polizia Stradale comasca.
Questa mattina sono state cinque le ordinanze di custodia
cautelare eseguite dalla Guardia di Finanza e dagli stessi
agenti della Polstrada. Il comandante Patrizio Compostella e'
finito agli arresti domiciliari assieme a tre agenti, mentre il
vicecomandante Gian Piero Pisani e' in custodia cautelare in
carcere. I reati contestati a vario titolo vanno dal peculato al
falso, dall'abuso d'ufficio alla calunnia. In tutto sono 26 gli
indagati dell'inchiesta, nell'ambito della quale la procura
comasca ha anche chiesto la sospensione dal servizio di quattro
persone, tre poliziotti e un funzionario della polizia locale di
Como, per comportamenti contrari ai doveri di ufficio.
I dieci capi di imputazione rivelano, per la procura, un
quadro di irregolarita' a vari livelli, dal piccolo cabotaggio
delle multe per divieto di sosta alle auto private dei
poliziotti, fatte cancellare alla polizia locale di Como,
all'utilizzo delle auto di servizio per andare a prendere i
figli a scuola, sino a episodi piu' complessi.
Una parte dell'inchiesta, quella che ipotizza il reato di
falso, riguarda la "sparizione" di 1.500 contravvenzioni per
eccesso di velocita' elevate dal sistema "tutor" lungo il tratto
Milano-Bergamo dell'autostrada A4, forse il tratto autostradale
piu' trafficato d'Italia. Delle notifiche e della riscossione era
incaricata proprio la Stradale di Como che, secondo l'accusa,
dal 2009 al 2013 avrebbe tuttavia evitato di procedere
falsificando il data base nazionale. In pratica, ai computer
veniva fatto risultare che per queste 1.500 contravvenzioni
erano giacenti ricorsi in realta' inesistenti, per cui non si
poteva procedere a notifiche e riscossioni. Una condotta che per
la Procura configura il reato di falso e aprira' probabilmente le
porte di un procedimento contabile per danno erariale.
Tra le accuse figurano tre episodi di utilizzo di auto di
servizio per motivi personali, poi la cancellazione di multe per
divieto di sosta, eccesso di velocita' e passaggio con il
semaforo rosso, in alcuni casi attestando falsamente che i
veicoli privati multati erano utilizzati per motivi di servizio.
La procura contesta inoltre la correzione di un verbale di un
incidente stradale in cui e' rimasto coinvolto il figlio di un
dirigente della questura, attraverso la quale la responsabilita'
del sinistro sarebbe stata invertita per "salvare" il giovane.
(ANSA).
RISCUOTE 7MLN TASSE E LI USA PER VIAGGI,RANCH E CAVALLI
ARRESTATO DANIELE SANTUCCI,PRESIDENTE AIPA. L'AGENZIA SI DIFENDE
(di Roberto Crippa)
(ANSA) - LECCO, 25 MAR - Avviata lo scorso anno, l'inchiesta
della Guardia di finanza sulla societa' di riscossione di tributi
per conto degli enti locali Aipa (Agenzia italiana pubbliche
amministrazioni), e' sfociata nel clamoroso arresto di Daniele
Santucci, 65 anni, presidente del consiglio di amministrazione
della stessa societa' che ha sede a Milano. L' uomo e' accusato di
aver intascato circa sette milioni di euro destinati agli Enti
locali per acquistare pure, tra l'altro, due ranch negli Usa. L'
accusa e' di peculato: a partire dal 2008, il dirigente avrebbe
stornato parte dei tributi intascandoli illecitamente per se'
stesso.
Le indagini avevano preso le mosse dai controlli compiuti su
una societa' pubblicitaria con sede in provincia di Lecco e che
nel frattempo ha cessato la sua attivita'. Dall'esame dell'
attivita' sarebbero emersi due conti correnti attraverso i quali
sarebbero stati stornati i soldi. Complessivamente, in base ai
calcoli dei finanzieri, il dirigente avrebbe sottratto una somma
di circa sette milioni di euro destinati alle casse degli enti
locali. Utilizzandoli per viaggi, lavori edili in alloggi
intestati a familiari, e l'acquisto di lingotti d'argento e
monete d'oro, oltre ad automobili di lusso. E' poi emersa anche
una vera e propria passione illecitamente finanziata con le
somme: quella dell'allevamento di cavalli da rodeo in due ranch,
uno in Italia e l'altro negli Stati Uniti. Inoltre gli
investigatori hanno anche sequestrato contanti, monete d'oro e
lingotti d'argento per oltre 100 mila euro.
Oggi intanto, a seguito dell'arresto di Santucci, l'Aipa ha
voluto precisare che "alla societa' non risultano episodi di
appropriazione indebita ai danni di Enti pubblici. Da quanto
risulta - sostiene ancora l'Aipa - il provvedimento della
magistratura parrebbe essere stato adottato in assenza del
minimo accertamento in proposito, tanto da non poter individuare
un solo ente pubblico che sarebbe stato vittima di presunte
indebite appropriazioni".
"Aipa opera con molti enti pubblici sulla base della
corresponsione di canoni fissi - afferma poi l'agenzia in un
comunicato - che sono sempre stati ritualmente versati e, con
diversi enti pubblici, opera sulla base di conti correnti
dedicati e vincolati a favore della stessa pubblica
amministrazione. Dall'analisi di tali conti correnti emerge il
costante e pieno rispetto della destinazione pubblica delle
somme riscosse da Aipa, che resta fiduciosa nell'operato della
magistratura, nella convinzione che una volta compiuti i
necessari approfondimenti, sapra' adottare i provvedimenti che
restituiscano dignita' all'azienda e alle migliaia di dipendenti
che quotidianamente operano lealmente e onestamente nell'
interesse pubblico". (ANSA).