INCONTRO DEL COCER GDF COL MINISTRO TREMONTI, L'ULTIMO PANEGIRICO - di Giuseppe Fortuna
Un discorso di elevato profilo, quello tenuto dal Cocer nel primo incontro con capo del dicastero dell'economia.
In apertura, c'è una lode, solo apparentemente retorica, dei pregi e dei meriti della militarità , la cui essenza consiste, secondo il Cocer, nella anteposizione dei doveri ai diritti, cioè nella particolare enfatizzazione del valore dell'obbedienza e della disciplina.
Ma subito dopo ci sono pressanti inviti a non abusare della cultura del signorsì e a riservare ai finanzieri la stessa attenzione dedicata alle altre forze di polizia e alle agenzie fiscali.
Insomma, ci sembra che il Cocer chieda a questo Governo di non ripetere gli errori dei suoi predecessori, che pensarono di poter risolvere i problemi del Corpo permettendo che fosse ignorata la voce del personale.
Il risultato di quelle decisioni è stato una riforma della struttura e delle carriere che ha già bisogno, a due soli anni dal suo varo, di un radicale ripensamento.
Il Cocer, infatti, dice a chiare lettere che la Guardia di finanza "è in condizioni di inferiorità rispetto alle altre forze di polizia e alle agenzie fiscali" e che "l'approccio non può essere più quello che ispirò la pur recente riorganizzazione".
In realtà , c'entra poco l'esigenza di rivedere la riforma a causa dell'attacco terroristico alle torri newyorkesi. Il fatto è - secondo noi - che la Finanza non può più permettersi cinque livelli di direzione e controllo dove la Polizia di Stato ne ha solo due, non può più permettersi generali di corpo d'armata con un potere immenso sul personale e nessuna responsabilità di gestione, non può più permettersi categorie di personale divise da steccati invalicabili, neanche fossero ghetti, non può più permettersi di far finta di essere efficiente limitandosi a cambiare con un tratto di penna i codici siris di questo o quel servizio.
Ma specialmente, non può più permettersi di mortificare i diritti dei suoi uomini e delle sue donne. E pretendere che non manifestino liberamente il loro pensiero, non si confrontino con la società civile, non possano costituire e neppure aderire ad associazioni di cittadini.
Siamo fiduciosi che Tremonti abbia colto il senso delle richieste, che si adopererà per dare risposte e che ascolterà di nuovo i rappresentanti dei finanzieri.
Se così non fosse, se il potere politico continuerà a dimostrarsi sordo, sarà meglio pensare a quale collocazione dare, nel museo storico del Corpo, alle nostre care, vecchie stellette.
GIUSEPPE FORTUNA