TROPPO SEMPLICISTICO IPOTIZZARE LA CREAZIONE DI UN UNICO CORPO DI POLIZIA - di Vincenzo Vacca
E’ da tanto tempo che si fa un gran discutere, anche a giusta ragione, di individuare i settori della spesa pubblica che possono essere sottoposti a tagli. Spesso, però, lo scopo del taglio offusca la delicatezza e l’importanza della funzione pubblica per la quale si chiede la riduzione o, addirittura, l’azzeramento del finanziamento dello Stato.
In questa osservazione rientra a pieno titolo l’attività Istituzionale esercitata dalle Forze di polizia.
E’ pleonastico ribadire che rappresenta una funzione pubblica così importante per la quale occorre una certa cognizione di causa e non sempre emerge da parte di chi ne parla pur ricoprendo importanti incarichi Istituzionali e/o di rappresentanza.
Rispetto ad una indubbia sovrapposizione di competenze, si pensa di poter risolvere il problema, un po’ troppo semplicisticamente, proponendo la creazione di un unico Corpo di polizia.
E’ una proposta che può apparire convincente ai più in un momento storico nel quale la parola “risparmio” è diventata così evocativa che non ammette repliche al pari di “ci mette la faccia”, “buonista” etc. (forse quest’ultima sta perdendo terreno).
Certamente il fatto che abbiamo Polizie che hanno competenze sostanzialmente generali ha costituito e costituisce un problema, quindi, occorre una riforma finalizzata a razionalizzare meglio l’impiego degli operatori della sicurezza reimpostando diversamente i compiti Istituzionali, ma pensare che si possa risolvere sbrigativamente questo problema unificando le Forze di polizia, solleva delle forti perplessità.
Intanto, il nuovo Corpo di polizia che tipo di organizzazione avrà al suo interno? Una organizzazione simile agli attuali Corpi di polizia a ordinamento civile o a quelli a ordinamento militare? Da questo punto di vista avverrà un avanzamento o un arretramento dei diritti degli appartenenti alle Forze di polizia?
Queste domande non hanno assolutamente un riflesso corporativo, perché è stato ampiamente dimostrato che l’esistenza di una Polizia civile e democratizzata ha rappresentato concretamente un diverso e migliore rapporto con il resto dei cittadini.
Un’altra grossa perplessità in ordine alla proposta di unificazione delle forze di sicurezza è relativa a chi andrà a dirigere tale eventuale futura struttura dello Stato.
Fa un po’ impressione pensare all’enorme potere che sarà nelle mani di chi guiderà questa unica e potentissima Polizia. Si porrebbe un serio problema di come garantire la massima trasparenza nella gestione di quest’ultima e, non per fare dietrologia, la storia del nostro Paese è, purtroppo, piena di cosidette deviazioni.
Queste modeste riflessioni non hanno assolutamente una finalità conservatrice, ma vogliono essere soltanto un campanello d’allarme su certe proposte che, partendo da nobili obiettivi, possono, però, generare ulteriori problemi.
Già altre volte abbiamo sottolineato che la sicurezza democratica è una tipica questione complessa – categoria concettuale che va recuperata – e, quindi, proposte semplicistiche, in particolar modo in queste tematiche, non sono assolutamente appropriate.
Occorre una maggiore riflessione che faccia scaturire una proposta meglio articolata in ordine ad una irrinunciabile riforma delle competenze istituzionali che in questo articolo non è possibile evidenziarle compiutamente.
Questo articolo vuole solo provare ad attivare altre proposte e riflessioni sulle cose importanti che sono state indicate.
Vincenzo Vacca
Segretario nazionale Ficiesse