VERAMENTE TROPPE SETTE POLIZIE. PER I POLIZIOTTI DEL SAP BISOGNA RISPARMIARE FONDENDOLE, ANZICHÉ TAGLIARE MEZZI E STIPENDI (ItaliaOggi)

venerdì 02 maggio 2014

 

ItaliaOggi - 1/5/2014

Per i poliziotti del Sap bisogna risparmiare fondendole, anziché tagliare mezzi e stipendi

VERAMENTE TROPPE SETTE POLIZIE

Per difendersi dalle accuse, spy-pen a tutti gli agenti

di Giorgio Ponziano

@gponziano  

 

Il giorno dopo la bufera. C'è nervosismo nella sala del Grand Hotel di Rimini, una dependance dell'albergo reso famoso da Federico Fellini, dove i poliziotti che aderiscono al Sap, uno dei sindacati della categoria, 20 mila iscritti, cercano di superare le polemiche sul lungo applauso quando sono entrati in sala gli agenti condannati dal tribunale per la morte di Federico Aldrovandi, giovane fermato (dice la sentenza che li ha condannati per eccesso colposo in omicidio colposo a tre anni e sei mesi, tre anni dei quali coperti dall'indulto) con modi tanto bruschi da provocarne appunto la morte.

Un applauso che ha sollevato un coro di critiche e contro il quale s'è ricompattata la grande alleanza: Matteo Renzi ha telefonato alla madre del ragazzo (la quale ha detto: «è terrificante, mi si rivolta lo stomaco»), Angelino Alfano ha parlato di «applausi che danneggiano la polizia e il suo prestigio» , Maurizio Gasparri ha condannato pur aggiungendo che «è comprensibile lo stato di frustrazione in cui si trovano gli agenti di polizia».

Ma c'è stato un altro applauso, che ha sollevato polemiche, anche se meno eclatanti, quello che ha accolto il videomessaggio di Silvio Berlusconi, leader politico ma ai servizi sociali. Una situazione bizzarra: un condannato che parla a un'assemblea di poliziotti.

Anche ieri, sala gremita, vanno al microfono i delegati: «l'unificazione delle forze di polizia è una necessità». Dopo lo strappo, il ritorno alle parole d'ordine del sindacato. Nemmeno a margine, i poliziotti parlano dell'applauso ai colleghi: «meglio di no, grazie, il rischio è la strumentalizzazione». E rimandano al presidente del sindacato, Gianni Tonelli, l'unico che non può sottrarsi: «Non confondiamo la verità con il pietismo», dice. «Ci sono un ragazzo morto e il dolore di una madre, ma si deve fare chiarezza. Le cause della morte di Aldrovandi sono ben altre. Non è il fermo di polizia e i colleghi li ho applauditi, sì. Non mi nascondo dietro un dito. Considero i colleghi condannati per un errore giudiziario e cerchiamo una revisione del processo».

Ancora: «L'onorabilità della polizia di Stato è stata irrimediabilmente vilipesa e solo una operazione di verità sarà in grado di riscattare il danno. Alla stessa stregua i nostri colleghi, ingiustamente condannati, hanno patito un danno infinito».

Insomma, Tonelli non indietreggia e anzi annuncia l'intensificarsi dell'operazione Spy-pen (le penne-microtelecamnere): «Troppi poliziotti sono finiti sotto processo perché falsamente accusati e non in grado di difendersi. Con la Spy-pen potremo riprendere gli interventi degli agenti e le false accuse dei mascalzoni si riveleranno per quelle che sono: calunnie».Poi aggiunge: «Guardi, è un momento delicato, noi facciamo proposte per rendere più efficiente il controllo del territorio, vorremmo essere giudicati, magari anche criticati, per quanto proponiamo».Innanzi tutto, secondo Tonelli, sette forze di polizia (cinque dello Stato più due polizie locali, senza contare la Guardia Costiera e i Vigili del fuoco) sono un'anomalia, andrebbero ridotte a due o tre, il che significherebbe risparmiare due-tre miliardi annui anziché i 600 milioni indicati da Carlo Cottarelli senza che il commissario alla spending review preveda una riforma bensì solo tagli indiscriminati, lineari. L'apparato di sicurezza italiano costa il 20% in più (secondo il Sap) di quello francese e tedesco. «Ma – afferma Tonelli- occorre razionalizzare e non sforbiciare per risparmiare sugli stipendi».

Ne dovevano discutere col ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che dopo quanto è accaduto ha dato forfait. È arrivato invece il nuovo capo della polizia, Alessandro Pansa, accolto con una cordialità di rito e non pochi mugugni. Con lui i poliziotti (almeno quelli iscritti al Sap) hanno il dente avvelenato perché ha definito cretino il poliziotto che a Roma il 12 aprile calpestò una ragazza a terra. Le critiche di Pansa non sono piaciute al Sap: «Il collega non è affatto un cretino», dice Tonelli. «È stato un gesto inopportuno (sarà la magistratura a stabilirlo) ma figlio di una situazione in cui si rischia la vita. Ci ha sorpreso la mancanza di capacità di comprendere del prefetto Pansa, che però, ne sono certo, avrà la sensibilità di ammettere che la sua interpretazione è stata eccessiva. E infatti l'hanno censurata tutti. Va beh, tranne Saviano».Intanto su Facebook è comparso il sito Siamo-tutti-cretini, che ha superato le 8 mila adesioni e ha nel sindacato il suo supporto.

Ma Pansa ha messo pepe sulla ferita affermando, a proposito dell'applauso: «Non mi riconosco in alcun modo in comportamenti che trovo gravemente offensivi nei confronti della famiglia Aldrovandi e della società civile che crede nell'operato delle donne e degli uomini della polizia».

Nel suo intervento dal palco Pansa ha annunciato la presentazione a breve di un testo di legge sulle regole d'ingaggio di chi deve tutelare l'ordine pubblico: «Una volta approvato questo meccanismo», ha spiegato il capo della polizia, «le regole di ingaggio saranno chiare a tutti, manifestanti e forze dell'ordine. A quel punto molti temi, come quello dell' identificativo nell'ordine pubblico, cadranno e non avranno più ragione di essere».

Il numero delle forze dell' ordine in organico in Italia ammonta a circa 260mila tra polizia, carabinieri e finanza. Questo organico è diviso in 8.100 presìdi, oltre la metà dei carabinieri. L'Italia dovrebbe essere il Paese più sicuro d'Europa con 561 agenti ogni 100 mila abitanti, rispetto ai 469 della Spagna, ai 385 della Francia, ai 300 della Germania, ai 266 del Regno Unito. Non è così e Renzi dovrebbe mettere le mani anche in questa situazione. Infine al congresso è arrivata la notizia di altri indagati: quattro carabinieri che intervennero per arrestare Riccardo Magherini, ex giocatore della Fiorentina, morto il 3 marzo a Firenze. L 'accusa sarebbe di omicidio preterintenzionale. La sala è ammutolita.

 


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