DOGANIERE'INFEDELE'CHIEDE PIZZO PER TOGLIERE MULTA,ARRESTATO - CARABINIERI:COCER SU PDL LEGA,SI TENGA ARMA LONTANA DA BEGHE - ROBLEDO A CSM, BRUTI SU DI ME MENTE, LESA MIA DIGNITA'
DOGANIERE'INFEDELE'CHIEDE PIZZO PER TOGLIERE MULTA,ARRESTATO
500 EURO CONTRO 8.000. BLITZ GDF AVEZZANO CON AIUTO VITTIMA
(ANSA) - AVEZZANO (L'AQUILA), 14 MAG - Dammi 500 euro e ti
faccio evitare una multa da 8.000: e' finito cosi' agli arresti in
flagranza del reato di concussione un doganiere di 55 anni di
Avezzano, in servizio presso l'Agenzia delle Dogane e Monopoli -
Sezione Operativa Territoriale di Avezzano. La vittima e' un
imprenditore agricolo romano che era stato oggetto di un
controllo doganale.
A scoprire l'abuso la Guardia di Finanza di Avezzano
allertata dalla vittima stessa. Quando infatti il doganiere ha
prospettato all'imprenditore pesanti contestazioni
amministrative, e anche di carattere penale, legate all'acquisto
di gasolio agricolo agevolato, mostrandosi pero' disponibile a
chiudere un occhio in cambio di un adeguato compenso, l'
imprenditore ha prima deciso di stare al gioco ma,
immediatamente dopo aver trovato un accordo di massima, si e'
recato alla Guardia di Finanza di Avezzano per raccontare il
fatto.
I finanzieri, coordinati dal Procuratore della Repubblica di
Avezzano, Maurizio Maria Cerrato, hanno organizzato l'
operazione in vista della consegna del denaro. La vittima si e'
cosi' presentata all'appuntamento munita di microfono e
microtelecamera portando con se' dieci banconote da 50 euro
segnate e fotocopiate. L'incontro in un parcheggio di Luco dei
Marsi. Quindi lo scambio di denaro a bordo dell'auto dell'
imprenditore e poi l'intervento dei finanzieri. Il funzionario
doganale, colto da malore, e' stato accompagnato al vicino pronto
soccorso di Avezzano e poi agli arresti domiciliari. Le indagini
devono ora verificare se si sia trattato o meno di un episodio
isolato. (ANSA).
CARABINIERI:COCER SU PDL LEGA,SI TENGA ARMA LONTANA DA BEGHE
POLITICHE E ELETTORALI. BASTA CON I PREDICATORI INTERESSATI
(ANSA) - ROMA, 14 MAG - "Si tenga fuori l'Arma dalle beghe
politiche e dalla campagna elettorale". Lo afferma "a gran voce"
il Cocer dell'Arma, commentando la proposta di legge annunciata
ieri dall'europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio, in
una conferenza stampa alla Camera alla quale era presente anche
l'ex maresciallo dei carabinieri e presidente dell'Unac Antonio
Savino (Unione nazionale arma carabinieri), volta ad ampliare la
liberta' di associazione nell'Arma, soprattutto quella sindacale.
"L'ex maresciallo Savino - afferma il Cocer - non rappresenta
assolutamente l'Arma e ci si meraviglia come la Camera dei
deputati ospiti e dia voce a persone nei confronti delle quali
sono state avviate piu' volte iniziative giudiziarie per aver
abusato di insegne, stemmi e termini di cui non possono
assolutamente disporre".
"Il Cocer - si legge in una nota - e' l'unico organismo
deputato alla tutela dei diritti e degli interessi dei
carabinieri. Dire che tutto vada bene sarebbe una utopia, ma non
si possono tollerare speculazioni. Il governo, con il suo
silenzio, non presti il fianco a simili iniziative. Dia ai
carabinieri e a tutto il comparto difesa-sicurezza, quanto hanno
legittimamente chiesto a tutela del loro operare e dei loro
diritti economici. Il governo faccia in modo che gli uomini e le
donne che in uniforme lo rappresentano, non si lascino
abbagliare in un momento di difficolta' da predicatori
interessati". (ANSA).
ROBLEDO A CSM, BRUTI SU DI ME MENTE, LESA MIA DIGNITA'
VIETTI, CHIUDERE PRESTO CASO. ORLANDO,IMPARZIALITA' PROCURA RESTA
(di Sandra Fischetti)
(ANSA) - ROMA, 14 MAG - Si alza il livello dello scontro alla
procura di Milano. Ieri il capo dell'ufficio giudiziario Edmondo
Bruti Liberati aveva accusato il proprio aggiunto Alfredo
Robledo - che ha presentato un esposto al Csm contro di lui per
presunte violazioni nell'assegnazione dei fascicoli - di aver
ostacolato le indagini sull'Expo. A meno di 24 ore di distanza
la replica al vetriolo del diretto interessato, che a sua volta
contesta al suo procuratore di aver inventato tutto, ledendo la
sua stessa dignita', accompagnata dalla richiesta al Csm di
essere nuovamente ascoltato "per poter fornire gli
indispensabili chiarimenti".
Al centro della nuova querelle ci sono le affermazioni
contenute nella nota che Bruti aveva mandato a Palazzo dei
marescialli proprio sulla vicenda Expo, della quale non aveva
potuto parlare nella sua audizione del 15 aprile scorso, per non
violare il segreto di indagine sugli imminenti arresti. E dunque
l'accusa esplicita al suo aggiunto di avere, con le sue
iniziative, "determinato un reiterato intralcio alle indagini" e
di aver "posto a grave rischio il segreto" di quella stessa
inchiesta. Bruti aveva riferito anche di una "situazione
surreale" che si era determinata per colpa del suo vice: un
doppio pedinamento di uno degli indagati, che sarebbe stato
disposto da Robledo nonostante fosse informato dell'iniziativa
gia' in corso e che avrebbe potuto portare a "gravi danni" per
le indagini.
E' proprio quest'accusa che brucia di piu' all'aggiunto
milanese, che comunque respinge nel complesso le contestazioni
di Bruti, (sono alcune "del tutto inveritiere" e altre "del
tutto fuorvianti"): le tesi del procuratore sono in questo caso
"radicalmente inventate e prive di qualunque fondamento" e anche
"altamente lesive della dignita' della funzione di procuratore
aggiunto, Coordinatore del Dipartimento dei reati contro la
pubblica amministrazione, che attualmente svolgo e turbano il
regolare svolgimento della funzione" scrive Robledo al Csm. E a
riprova delle sue buone ragioni allega una nota del nucleo di
polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano nella
quale - riassume l'aggiunto - si afferma che quella vicenda
"non e' mai avvenuta".
Sulla richiesta di Robledo domani potrebbe esprimersi la
Prima Commissione del Csm, che con la Settima, sta gestendo la
complessa vicenda. A loro il vice presidente del Csm ha rivolto
l'invito a chiudere il caso "rapidissimamente" perche' "di tutto
ha bisogno il sistema giudiziario, tranne che di
delegittimazione". E lo stesso ministro della Giustizia Andrea
Orlando - che durante il suo primo incontro con il plenum del
Csm era stato sollecitato dal togato di Magistratura
Indipendente Antonello Racanelli a disporre un'ispezione a
Milano - frena sull'ipotesi di un suo intervento, spiegando che
attendera' la pronuncia del Csm; e intanto assicura che questo
caso non ha a suo avviso "compromesso l'immagine di imparzialita'
della procura". (ANSA).