INCHIESTA MOSE: ONDATA ARRESTI A VENEZIA, ANCHE SINDACO. GIP,A SPAZIANTE PROMESSI 2,5 MLN. ATTI, PER INFLUIRE SU VERIFICHE CVN. INDAGATO MILANESE PER TANGENTE DI 500 MILA EURO DA CNV. TRA ARRESTI MENEGUZZO, CONTATTO PER MILANESE
INCHIESTA MOSE: ONDATA ARRESTI A VENEZIA, ANCHE SINDACO
OLTRE 100 INDAGATI,SEQUESTRATI 40 MLN BENI.CHIESTO ARRESTO GALAN
(di Michele Galvan)
(ANSA) - VENEZIA, 4 GIU - L'ondata che travolge Venezia
questa volta non e' di marea, ma di arresti. Manette eccellenti a
politici di primo piano e funzionari pubblici, fatte scattare
dai magistrati che da tre anni seguono il sistema di fondi neri,
tangenti e false fatture con cui, sostengono, si teneva in piedi
il sistema di appalti collegati al Mose, l'opera colossal - 5
miliardi di euro - che entro il 2017 proteggera' la citta' dalle
acque alte.
Nella rete delle indagini della Guardia di Finanza, dopo gli
arresti dell'ex manager della Mantovani, Piergiorgio Baita, e
dell'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni
Mazzacurati, sono finiti pesci ancora piu' grossi: il sindaco di
Venezia, Giorgio Orsoni, vicino al Pd, posto ai domiciliari,
l'attuale assessore regionale alle infrastrutture, Renato Chisso
(Fi), il generale in pensione della Gdf Emilio Spaziante, gli ex
presidenti del Magistrato alle Acque (emanazione del Ministero
dei lavori pubblici) Patrizio Cuccioletta e Maria Giovanna Piva.
I magistrati hanno disposto il sequestro di beni nella
disponibilita' degli indagati per 40 milioni. Sul fronte politico
fanno scalpore due nomi scritti nell'ordinanza del Gip Alberto
Sacaramuzza: l'ex governatore veneto ed ex ministro Giancarlo
Galan, deputato di Forza Italia, da sempre vicino a Berlusconi,
e l'eurodeputata uscente Lia Sartori (Fi). Le richieste di
autorizzazione all'arresto sono state inviate alle competenti
commissioni parlamentari. Intanto il Movimento 5 stelle attacca
a 360 gradi, mentre il 'partito dei sindaci' difende Orsoni.
Incredulita' e' trapelata dal Pd. Cautela tra i 'garantisti' di
Forza Italia.
Sono 35 le persone raggiunte dai provvedimenti cautelari: 25
in carcere, 10 ai domiciliari. Devono rispondere, a vario
titolo, dei reati di corruzione, finanziamento illecito ai
partiti, frode fiscale. A loro si aggiunge un 'esercito' di 100
indagati: funzionari pubblici, addetti alle segreterie dei
politici, imprenditori grandi e piccoli, dipendenti di aziende e
coop che accedevano alla 'spartizione' degli appalti del Mose
accettando il gioco dei fondi neri e delle fatture gonfiate, per
pagare politici di centrodestra e centrosinistra. Un sistema del
quale, secondo i pm del pool della Dda di Venezia - Stefano
Ancillotto, Stefano Buccini e Paola Tonini - era "grande
burattinaio" l'ex capo del Cvn, l'8oenne Giovanni Mazzacurati,
che dopo aver ottenuto i domiciliari aveva raccontato tutto alla
Procura. Nell'ordinanza il Gip non fa sconti neppure ad
amministratori e funzionari dello Stato. Come l'ex generale
Spaziante, i dirigenti del magistrato delle acque Cuccioletta e
Piva, l'assessore Chisso, che "per anni e anni - scrive - hanno
asservito totalmente l'ufficio pubblico che avrebbero dovuto
tutelare agli interessi del gruppo economico criminale, lucrando
una serie impressionate di benefici personali di svariato
genere". Solo a Spaziante, per ammorbidire i controlli fiscali
sul Consorzio, erano stati promessi 2,5 milioni di euro, poi
ridotti a 500mila, somma divisa con l'ex consigliere politico
dell'ex ministro Tremonti, Marco Milanese, e con il finanziere
vicentino Roberto Meneguzzo. Ad un altro indagato eccellente, il
magistrato della Corte dei Conti Vittorio Giuseppone, sarebbe
stato garantito uno 'stipendio' annuo di 3-400mila euro, "per
compiere atti contrari ai suoi doveri".
L'ondata di arresti e' una frustata morale per una regione che
ora teme di diventare l'emblema di una nuova Tangentopoli, come
ha prefigurato il Procuratore aggiunto Carlo Nordio. Lo shock e'
racchiuso sostanzialmente in due nomi: Galan, che in Veneto ha
dettato legge per 15 anni, e oggi e' passato al contrattacco -
"mi riprometto di difendermi a tutto campo nelle sedi opportune
con la serenita' ed il convincimento che la mia posizione sara'
interamente chiarita" - e Orsoni, il sindaco del centrosinistra
che a Ca' Farsetti era subentrato nel 2010 a Massimo Cacciari.
Orsoni, avvocato, e' accusato di finanziamento illecito per
110mila euro - in tre tranche - ricevuti da aziende che
lavoravano per il Mose e avrebbero creato la provvista con false
fatturazioni. Un sistema malato che i magistrati hanno passato
al setaccio in 711 pagine di ordinanza. Solo la 'Mantovani'
avrebbe creato fondi neri per 20 milioni di euro. In questa
terza fase dell'inchiesta, i magistrati hanno scoperto altri 25
milioni di false fatture. Un pozzo nero di cui si fatica a
vedere il fondo.
INCHIESTA MOSE: GIP,A SPAZIANTE PROMESSI 2,5 MLN
ATTI, INDAGATO MILANESE PER TANGENTE DI 500 MILA EURO DA CNV
(di Francesca Brunati)
(ANSA) - VENEZIA, 4 GIU - Passa attraverso un sospetto giro
di mazzette versate anche a Emilio Spaziante, il generale della
Guardia di Finanza in pensione, e a Marco Milanese l'allora
consigliere politico dell'ex ministro dell'economia a Giulio
Tremonti, l'iter 'illecito' per i lavori del Mose a Venezia. E'
quanto emerge dal provvedimento firmato dal gip Alberto
Sacaramuzza che oggi ha portato agli arresti 35 persone tra cui
il sindaco del Pd Giorgio Orsoni (ai domiciliari), l'assessore
regionale di Fi Renato Chisso, l'ad di palladio Finanziaria
Roberto Meneguzzo e lo stesso Spaziante, e a una richiesta di
custodia cautelare anche per l'ex presidente della Regione e
deputato di Forza Italia Giancarlo Galan.
Nell'inchiesta coordinata dalla Procura veneta e condotta
dalla Gdf e tra i circa cento indagati spunta anche Milanese.
Secondo l'accusa, Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio
Venezia Nuova (Cnv), tra l'aprile e il giugno 2010, avrebbe
consegnato "personalmente", 500 mila euro - denaro raccolto tra
i principali componenti del Cnv, all'ex braccio destro di
Tremonti, all'epoca parlamentare del Pdl e componente della V
commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione e della VI
commissione Finanze" e chiamato, nelle intercettazioni, "il
nostro amico". E questo, come emerge dalle carte dell'indagine,
per il suo intervento "determinante" per introdurre "una norma
ad hoc per salvare il finanziamento di 400 milioni" per il Mose,
fondi che altrimenti non sarebbero arrivati in quanto il Cipe
inizialmente aveva di distribuire in modo diverso dando la
preminenza al Sud Italia. Un''operazione' questa di cui
Milanese, nei confronti del quale lo scorso 13 maggio i pm hanno
revocato la richiesta di arresto, si sarebbe occupato, come
testimoniano le intercettazioni, assieme a Meneguzzo - che per
altro lo avrebbe messo in contatto con Mazzacurati - e sarebbe
andata in porto per il "loro proficuo interessamento".
Ma nella ricostruzione del gip emerge anche che mentre
Mazzacurati si stava dando da fare per raccogliere il denaro per
pagare Milanese e Meneguzzo, la Guardia di Finanza aveva avviato
una verificafiscale al Consorzio Venezia Nuova. Da qui il
coinvolgimento del generale Emilio Spaziante. Infatti, in base
ai contatti telefonici, viene a galla che, dopo un primo
incontro avvenuto a Padova e in cui Meneguzzo si era lamentato
ritenendo "non sufficiente" la somma, la riunione successiva del
14 giugno, "non sarebbe stata solo dedicata alla consegna a
Meneguzzo del denaro della tangente promessa" all'ad di Palladio
e all'ex consigliere dell'allora ministro dell'Economia da
Mazzacurati, ma sarebbe servita anche per chiedere a Milanese
"un altro aiuto in relazione alla verifica fiscale iniziata . A
dimostrazione di cio', ricostruisce il gip, Mazzacurati trasmise
il verbale di ispezione a Meneguzzo e Spaziante "si precipita a
Venezia a vedere il verbale", pur non avendo "alcuna competenza
in merito". La consegna della tangente, mezzo milione contro i
2,5 milioni promessi e che il generale avrebbe diviso anche con
Milanese e Meneguzzo, sarebbe avvenuta a Milano preso la "sede
lombarda della Palladio Finanziaria" in un incontro "a tre".
Circostanze queste che sono state confermate, oltre che
dalle conversazioni intercettate, anche da una serie di
interrogatori di Mazzacurati. In questo capitolo della vicenda
vengono a galla anche "i solidi e concreti collegamenti e
contatti" del presidente del Cvn "nella struttura
amministrativa dei ministri competenti a trattare la vicenda del
Mose". Infatti, annota ancora il gip in quel periodo ci
sarebbero stati "contatti del tutto privi di rilievo penale con
l'onorevole Letta (Gianni, ndr) e con il ministro Tremonti, non
risultando da parte degli stessi alcun tipo di richiesta, ma
risultando esclusivamente" un loro "interessamento (...)
rispetto a un'importante opera quale il Mose, rientrante nella
fisiologia dei rapporti politico- istituzionali". Diversi invece
i contatti, invece prodromici alla consumazione di accordi
corruttivi, con l'onorevole Milanese tramite l'imprenditore
Meneguzzo". (ANSA).
INCHIESTA MOSE: GIP, A SPAZIANTE PROMESSI 2,5 MILIONI
ATTI, PER INFLUIRE SU VERIFICHE CVN; VERSATI 500 MILA EURO
(ANSA) - MILANO, 4 GIU - Emilio Spaziante, in qualita' "di
Generale di Corpo d'Armata della Guardia di Finanza", arrestato
oggi nell'inchiesta di Venezia sugli appalti del Mose, per
"influire in senso favorevole sulle verifiche fiscali e sui
procedimenti penali aperti nei confronti del Consorzio Venezia
Nuova", avrebbe ricevuto dal presidente del Consorzio Giovanni
Mazzacurati la promessa di 2 milioni e 500 mila euro. E' scritto
nell'ordinanza del gip dove si precisa che la somma versata fu
poi di 500 mila euro divisa anche con Milanese e Meneguzzo.
(ANSA).
INCHIESTA MOSE: TRA ARRESTI MENEGUZZO, CONTATTO PER MILANESE
A.D PALLADIO FINANZIARIA TRAMITE ANCHE PER GENERALE SPAZIANTE
(ANSA) - MILANO, 4 GIU - C'e' anche Roberto Meneguzzo, il
finanziere vicentino vicepresidente e amministratore delegato di
Palladio Finanziaria, holding crocevia nel Nordest, tra le 35
persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare
nell'ambito dell'inchiesta della procura di Venezia sul Mose.
Meneguzzo, secondo l'ordinanza di arresto, "a conoscenza
dell'illecita finalita' perseguita" da Giovanni Mazzacurati,
presidente del Consorzio Venezia Nuova, "lo metteva in contatto"
con Marco Milanese. In qualita' di "consigliere politico"
dell'allora ministro Giulio Tremonti, Mazzacurati consegno' a
Milanese 500 mila euro "personalmente", "al fine di influire
sulla concessione dei finanziamenti del Mose e in particolare
nel far inserire tra gli stanziamenti inclusi nella delibera
Cipe n. 31/2010 e nei decreti collegati anche la somma relativa
ai lavori gestiti dal Consorzio Venezia Nuova, inizialmente
esclusa dal ministro, in violazione evidente dei principi di
imparzialita' e indipendenza".
Meneguzzo poi, secondo l'ordinanza, ha fatto da tramite con
Milanese per Mazzacurati in un'altra occasione, per arrivare al
generale della Guardia di Finanza Emilio Spaziante. "A
conoscenza dell'illecita finalita' perseguita da Mazzacurati",
Meneguzzo lo metteva in contatto con Milanese "e quindi
garantiva la prosecuzione dell'illecita trattativa tramite una
utenza telefonica 'dedicata' con il presidente del Consorzio
Venezia Nuova".
A Spaziante, generale di corpo d'armata della Guardia di
Finanza, all'epoca Comandante interregionale dell'Italia
Centrale, Mazzacurati ha fatto, secondo l'ordinanza, "la
promessa del versamento di una somma pari a 2,5 milioni di
euro", perche' influisse "in senso favorevole sulle verifiche
fiscali e sui procedimenti penali aperti nei confronti del
Consorzio Venezia Nuova". Mazzacurati, poi, "consegnava, a
titolo di acconto, in una prima occasione a Spaziante e
Meneguzzo e in una seconda a Spaziante e Milanese, una somma
complessiva pari a 500mila euro".
I reati contestati a Meneguzzo, con Mazzacurati, Milanese,
Spaziante e altri, sono quelli di corruzione e rivelazione e
utilizzazione di segreto d'ufficio. (ANSA).