INCHIESTA MOSE: ONDATA ARRESTI A VENEZIA, ANCHE SINDACO. GIP,A SPAZIANTE PROMESSI 2,5 MLN. ATTI, PER INFLUIRE SU VERIFICHE CVN. INDAGATO MILANESE PER TANGENTE DI 500 MILA EURO DA CNV. TRA ARRESTI MENEGUZZO, CONTATTO PER MILANESE

giovedì 05 giugno 2014

INCHIESTA MOSE: ONDATA ARRESTI A VENEZIA, ANCHE SINDACO

OLTRE 100 INDAGATI,SEQUESTRATI 40 MLN BENI.CHIESTO ARRESTO GALAN

(di Michele Galvan)

   (ANSA) - VENEZIA, 4 GIU - L'ondata che travolge Venezia

questa volta non e' di marea, ma di arresti. Manette eccellenti a

politici di primo piano e funzionari pubblici, fatte scattare

dai magistrati che da tre anni seguono il sistema di fondi neri,

tangenti e false fatture con cui, sostengono, si teneva in piedi

il sistema di appalti collegati al Mose, l'opera colossal - 5

miliardi di euro - che entro il 2017 proteggera' la citta' dalle

acque alte.

   Nella rete delle indagini della Guardia di Finanza, dopo gli

arresti dell'ex manager della Mantovani, Piergiorgio Baita, e

dell'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni

Mazzacurati, sono finiti pesci ancora piu' grossi: il sindaco di

Venezia, Giorgio Orsoni, vicino al Pd, posto ai domiciliari,

l'attuale assessore regionale alle infrastrutture, Renato Chisso

(Fi), il generale in pensione della Gdf Emilio Spaziante, gli ex

presidenti del Magistrato alle Acque (emanazione del Ministero

dei lavori pubblici) Patrizio Cuccioletta e Maria Giovanna Piva.

I magistrati hanno disposto il sequestro di beni nella

disponibilita' degli indagati per 40 milioni. Sul fronte politico

fanno scalpore due nomi scritti nell'ordinanza del Gip Alberto

Sacaramuzza: l'ex governatore veneto ed ex ministro Giancarlo

Galan, deputato di Forza Italia, da sempre vicino a Berlusconi,

e l'eurodeputata uscente Lia Sartori (Fi). Le richieste di

autorizzazione all'arresto sono state inviate alle competenti

commissioni parlamentari. Intanto il Movimento 5 stelle attacca

a 360 gradi, mentre il 'partito dei sindaci' difende Orsoni.

Incredulita' e' trapelata dal Pd. Cautela tra i 'garantisti' di

Forza Italia.

   Sono 35 le persone raggiunte dai provvedimenti cautelari: 25

in carcere, 10 ai domiciliari. Devono rispondere, a vario

titolo, dei reati di corruzione, finanziamento illecito ai

partiti, frode fiscale. A loro si aggiunge un 'esercito' di 100

indagati: funzionari pubblici, addetti alle segreterie dei

politici, imprenditori grandi e piccoli, dipendenti di aziende e

coop che accedevano alla 'spartizione' degli appalti del Mose

accettando il gioco dei fondi neri e delle fatture gonfiate, per

pagare politici di centrodestra e centrosinistra. Un sistema del

quale, secondo i pm del pool della Dda di Venezia - Stefano

Ancillotto, Stefano Buccini e Paola Tonini - era "grande

burattinaio" l'ex capo del Cvn, l'8oenne Giovanni Mazzacurati,

che dopo aver ottenuto i domiciliari aveva raccontato tutto alla

Procura. Nell'ordinanza il Gip non fa sconti neppure ad

amministratori e funzionari dello Stato. Come l'ex generale

Spaziante, i dirigenti del magistrato delle acque Cuccioletta e

Piva, l'assessore Chisso, che "per anni e anni - scrive - hanno

asservito totalmente l'ufficio pubblico che avrebbero dovuto

tutelare agli interessi del gruppo economico criminale, lucrando

una serie impressionate di benefici personali di svariato

genere". Solo a Spaziante, per ammorbidire i controlli fiscali

sul Consorzio, erano stati promessi 2,5 milioni di euro, poi

ridotti a 500mila, somma divisa con l'ex consigliere politico

dell'ex ministro Tremonti, Marco Milanese, e con il finanziere

vicentino Roberto Meneguzzo. Ad un altro indagato eccellente, il

magistrato della Corte dei Conti Vittorio Giuseppone, sarebbe

stato garantito uno 'stipendio' annuo di 3-400mila euro, "per

compiere atti contrari ai suoi doveri".

   L'ondata di arresti e' una frustata morale per una regione che

ora teme di diventare l'emblema di una nuova Tangentopoli, come

ha prefigurato il Procuratore aggiunto Carlo Nordio. Lo shock e'

racchiuso sostanzialmente in due nomi: Galan, che in Veneto ha

dettato legge per 15 anni, e oggi e' passato al contrattacco -

"mi riprometto di difendermi a tutto campo nelle sedi opportune

con la serenita' ed il convincimento che la mia posizione sara'

interamente chiarita" - e Orsoni, il sindaco del centrosinistra

che a Ca' Farsetti era subentrato nel 2010 a Massimo Cacciari.

Orsoni, avvocato, e' accusato di finanziamento illecito per

110mila euro - in tre tranche - ricevuti da aziende che

lavoravano per il Mose e avrebbero creato la provvista con false

fatturazioni. Un sistema malato che i magistrati hanno passato

al setaccio in 711 pagine di ordinanza. Solo la 'Mantovani'

avrebbe creato fondi neri per 20 milioni di euro. In questa

terza fase dell'inchiesta, i magistrati hanno scoperto altri 25

milioni di false fatture. Un pozzo nero di cui si fatica a

vedere il fondo.

 

INCHIESTA MOSE: GIP,A SPAZIANTE PROMESSI 2,5 MLN

ATTI, INDAGATO MILANESE PER TANGENTE DI 500 MILA EURO DA CNV

   (di Francesca Brunati)

   (ANSA) - VENEZIA, 4 GIU - Passa attraverso un sospetto giro

di mazzette versate anche a Emilio Spaziante, il generale della

Guardia di Finanza in pensione, e a Marco Milanese l'allora

consigliere politico dell'ex ministro dell'economia a Giulio

Tremonti, l'iter 'illecito' per i lavori del Mose a Venezia. E'

quanto emerge dal provvedimento firmato dal gip Alberto

Sacaramuzza che oggi ha portato agli arresti 35 persone tra cui

il sindaco del Pd Giorgio Orsoni (ai domiciliari), l'assessore

regionale di Fi Renato Chisso, l'ad di palladio Finanziaria

Roberto Meneguzzo e lo stesso Spaziante, e a una richiesta di

custodia cautelare anche per l'ex presidente della Regione e

deputato di Forza Italia Giancarlo Galan.

     Nell'inchiesta coordinata dalla Procura veneta e condotta

dalla Gdf e tra i circa cento indagati spunta anche Milanese.

Secondo l'accusa, Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio

Venezia Nuova (Cnv), tra l'aprile e il giugno 2010, avrebbe

consegnato "personalmente", 500 mila euro - denaro raccolto tra

i principali componenti del Cnv, all'ex braccio destro di

Tremonti, all'epoca parlamentare del Pdl e componente  della V

commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione e della VI

commissione Finanze" e chiamato, nelle intercettazioni, "il

nostro amico". E questo, come emerge dalle carte dell'indagine,

per il suo intervento "determinante" per introdurre "una norma

ad hoc per salvare il finanziamento di 400 milioni" per il Mose,

fondi che altrimenti non sarebbero arrivati in quanto il Cipe

inizialmente aveva di distribuire in modo diverso dando la

preminenza al Sud Italia. Un''operazione' questa di cui

Milanese, nei confronti del quale lo scorso 13 maggio i pm hanno

revocato la richiesta di arresto, si sarebbe occupato, come

testimoniano le intercettazioni, assieme a Meneguzzo - che per

altro lo avrebbe messo in contatto con Mazzacurati - e sarebbe

andata in porto per il "loro proficuo interessamento".

    Ma nella ricostruzione del gip emerge anche che mentre

Mazzacurati si stava dando da fare per raccogliere il denaro per

pagare Milanese e Meneguzzo, la Guardia di Finanza aveva avviato

una verificafiscale al Consorzio Venezia Nuova. Da qui il

coinvolgimento del generale Emilio Spaziante. Infatti, in base

ai contatti telefonici, viene a galla che, dopo un primo

incontro avvenuto a Padova e in cui Meneguzzo si era lamentato

ritenendo "non sufficiente" la somma, la riunione successiva del

14 giugno, "non sarebbe stata solo dedicata alla consegna a

Meneguzzo del denaro della tangente promessa" all'ad di Palladio

e all'ex consigliere dell'allora ministro dell'Economia da

Mazzacurati, ma sarebbe servita anche per chiedere a Milanese

"un altro aiuto in relazione alla verifica fiscale iniziata . A

dimostrazione di cio', ricostruisce il gip, Mazzacurati trasmise

il verbale di ispezione a Meneguzzo e Spaziante "si precipita a

Venezia a vedere il verbale", pur non avendo "alcuna competenza

in merito". La consegna della tangente, mezzo milione contro i

2,5 milioni promessi e che il generale avrebbe diviso anche con

Milanese e Meneguzzo, sarebbe avvenuta a Milano preso la "sede

lombarda della Palladio Finanziaria" in un incontro "a tre".

    Circostanze queste che sono state confermate, oltre che

dalle conversazioni intercettate, anche da una serie di

interrogatori di Mazzacurati. In questo capitolo della vicenda

vengono a galla anche "i solidi e concreti collegamenti e

contatti" del presidente del Cvn  "nella struttura

amministrativa dei ministri competenti a trattare la vicenda del

Mose". Infatti, annota ancora il gip in quel periodo ci

sarebbero stati "contatti del tutto privi di rilievo penale con

l'onorevole Letta (Gianni, ndr) e con il ministro Tremonti, non

risultando da parte degli stessi alcun tipo di richiesta, ma

risultando esclusivamente" un loro "interessamento (...)

rispetto a un'importante opera quale il Mose, rientrante nella

fisiologia dei rapporti politico- istituzionali". Diversi invece

 i contatti, invece prodromici alla consumazione di accordi

corruttivi, con l'onorevole Milanese tramite l'imprenditore

Meneguzzo".   (ANSA).

 

INCHIESTA MOSE: GIP, A SPAZIANTE PROMESSI 2,5 MILIONI
ATTI, PER INFLUIRE SU VERIFICHE CVN; VERSATI 500 MILA EURO
   (ANSA) - MILANO, 4 GIU - Emilio Spaziante, in qualita' "di
Generale di Corpo d'Armata della Guardia di Finanza", arrestato
oggi nell'inchiesta di Venezia sugli appalti del Mose, per
"influire in senso favorevole sulle verifiche fiscali e sui
procedimenti penali aperti nei confronti del Consorzio Venezia
Nuova", avrebbe ricevuto dal presidente del Consorzio Giovanni
Mazzacurati la promessa di 2 milioni e 500 mila euro. E' scritto
nell'ordinanza del gip dove si precisa che la somma versata fu
poi di 500 mila euro divisa anche con Milanese e Meneguzzo.
(ANSA).

 

 

INCHIESTA MOSE: TRA ARRESTI MENEGUZZO, CONTATTO PER MILANESE

A.D PALLADIO FINANZIARIA TRAMITE ANCHE PER GENERALE SPAZIANTE

   (ANSA) - MILANO, 4 GIU - C'e' anche Roberto Meneguzzo, il

finanziere vicentino vicepresidente e amministratore delegato di

Palladio Finanziaria, holding crocevia nel Nordest, tra le 35

persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare

nell'ambito dell'inchiesta della procura di Venezia sul Mose.

   Meneguzzo, secondo l'ordinanza di arresto, "a conoscenza

dell'illecita finalita' perseguita" da Giovanni Mazzacurati,

presidente del Consorzio Venezia Nuova, "lo metteva in contatto"

con Marco Milanese. In qualita' di "consigliere politico"

dell'allora ministro Giulio Tremonti, Mazzacurati consegno' a

Milanese 500 mila euro "personalmente", "al fine di influire

sulla concessione dei finanziamenti del Mose e in particolare

nel far inserire tra gli stanziamenti inclusi nella delibera

Cipe n. 31/2010 e nei decreti collegati anche la somma relativa

ai lavori gestiti dal Consorzio Venezia Nuova, inizialmente

esclusa dal ministro, in violazione evidente dei principi di

imparzialita' e indipendenza".

   Meneguzzo poi, secondo l'ordinanza, ha fatto da tramite con

Milanese per Mazzacurati in un'altra occasione, per arrivare al

generale della Guardia di Finanza Emilio Spaziante. "A

conoscenza dell'illecita finalita' perseguita da Mazzacurati",

Meneguzzo lo metteva in contatto con Milanese "e quindi

garantiva la prosecuzione dell'illecita trattativa tramite una

utenza telefonica 'dedicata' con il presidente del Consorzio

Venezia Nuova".

   A Spaziante, generale di corpo d'armata della Guardia di

Finanza, all'epoca Comandante interregionale dell'Italia

Centrale, Mazzacurati ha fatto, secondo l'ordinanza, "la

promessa del versamento di una somma pari a 2,5 milioni di

euro", perche' influisse "in senso favorevole sulle verifiche

fiscali e sui procedimenti penali aperti nei confronti del

Consorzio Venezia Nuova". Mazzacurati, poi, "consegnava, a

titolo di acconto, in una prima occasione a Spaziante e

Meneguzzo e in una seconda a Spaziante e Milanese, una somma

complessiva pari a 500mila euro".

   I reati contestati a Meneguzzo, con Mazzacurati, Milanese,

Spaziante e altri, sono quelli di corruzione e rivelazione e

utilizzazione di segreto d'ufficio. (ANSA).


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