GDF: CAPOLUPO,AVANTI SENZA GUARDARE IN FACCIA NESSUNO - ARRESTO UFFICIALE GDF: INDAGINI PUNTANO SU 'SISTEMA' - AG. ENTRATE SENZA GUIDA, BRACCIO FERRO SU NOMINA - P.A.: IN BOZZA DDL VIA POLIZIA PENITENZIARIA E CFS. SAP; BENE UNIFICAZIONE CORPI POLIZIA

venerdì 13 giugno 2014

 

GDF: CAPOLUPO,AVANTI SENZA GUARDARE IN FACCIA NESSUNO

COMANDANTE GENERALE, 'NON CONFONDERE SINGOLI CON ISTITUZIONI'

   (ANSA) - ROMA, 12 GIU - "La Guardia di Finanza, nei prossimi

mesi, continuera' a fare quello che ha sempre fatto con assoluta

terzieta' e serieta': senza guardare in faccia nessuno". La bufera

di Napoli non si era ancora abbattuta sulle Fiamme Gialle

quando, due giorni fa a Potenza, il comandante generale Saverio

Capolupo ricordava che la Gdf e' un'istituzione sana, sempre al

servizio del paese e capace di guardarsi dentro, come dimostra

l'arresto dell'ex generale Vincenzo Spaziante nell'ambito

dell'inchiesta sul Mose, eseguito dagli stessi finanzieri e sul

cui hanno indagato per anni i suoi colleghi di Venezia.

   Parole, quelle del numero uno, che con forza vengono ripetute

anche oggi nei corridoi del comando generale. Perche', come

ribadisce un ufficiale, e' vero che l'inchiesta di Napoli sta

scoperchiando "fatti gravissimi". Ma si tratta pur sempre di

"comportamenti circostanziati" che riguardano singole persone.

Esattamente le stesse parole che Capolupo ha detto due giorni fa

e ribadito oggi: "non confondiamo i singoli con le istituzioni".

   L'atmosfera in viale XXI Aprile resta comunque tesa, anche

perche' l'inchiesta e' tutt'altro che conclusa e ad oggi non e'

dato sapere dove portera'. Quel che e' certo, e' il ragionamento

dei vertici del Corpo, e' il punto fermo da cui partire per fare

ogni discorso: "nessuno puo' giustificare la corruzione". Cosi'

come e' certo che da parte delle Fiamme Gialle c'e' da un lato la

"piena fiducia nella magistratura", con cui la collaborazione e'

quotidiana, e dall'altro la consapevolezza della "serieta' con

cui gli uomini stanno svolgendo le indagini". A Napoli come in

altre citta'.

   Ecco perche', nonostante il brutto momento, l'orgoglio per il

lavoro fatto finora prevale sulle preoccupazioni. "Se decine di

politici sono finiti indagati o in carcere - ripetono gli

ufficiali - e' stato grazie a chi?. Chi ha fatto e sta

continuando a fare le indagini sui corrotti, sugli appalti

truccati, sulla commistione tra politica e malaffare?". Parole

che hanno un duplice obiettivo: evitare generalizzazioni da un

lato; sostenere gli uomini e le donne del Corpo che ogni giorno

lavorano "nell'interesse dei cittadini, del Paese e per

salvaguardare l'economia sana".

   Il prossimo 17 giugno, ha ricordato non a caso Capolupo due

giorni fa con l'inchiesta Mose gia' esplosa sui giornali, la Gdf

inaugurera' a Roma la formazione in materia di criminalita'

fiscale per conto dell'Ocse: "cioe' noi facciamo formazione per

tutto il mondo - ha detto il comandante generale - Il che

significa che la serieta' con cui il nostro personale e'

addestrato e' indiscutibile". Alla guida del corpo dal 2012,

Capolupo restera' in viale XXI aprile fino a meta' del 2016: il

suo mandato e' stato infatti rinnovato a gennaio di quest'anno

dal Consiglio dei ministri. Un segnale di fiducia arrivato

dell'autorita' politica che non sembra essersi intaccato come

dimostrano gli attestati che ieri il ministro dell'Economia Pier

Carlo Padoan ha rivolto a caldo al comandante e all'intero

corpo.

   "Assicuro - disse Capolupo lo scorso 29 aprile in occasione

della visita al comando generale del viceministro dell'Economia

Luigi Casero - incondizionata lealta' e massima dedizione da

parte di tutti i finanzieri nello svolgimento dei delicati

compiti a tutela della sicurezza economico finanziaria

dell'intera collettivita'". "Noi - concluse - saremo sempre a

fianco dei cittadini, quale veicolo di giustizia sociale

indispensabile per ripristinare le condizioni di equita' fiscale

nel paese". Concetti che riecheggiano anche oggi e che, ti

dicono, non vengono certo scalfiti per colpa di personaggi

"chiacchierati" da tempo.

 

ARRESTO UFFICIALE GDF: INDAGINI PUNTANO SU 'SISTEMA'

ATTENZIONE PM CONCENTRATA ANCHE SU FITTI IMMOBILI FIAMME GIALLE

   (ANSA) - NAPOLI, 12 GIU - La vicenda delle mazzette versate

per ammorbidire le verifiche fiscali, che ha portato ieri

all'arresto del comandante provinciale di Livorno della Guardia

di Finanza, Fabio Massimo Mendella, rappresenta un caso isolato

o fa parte di un sistema collaudato e assai piu' ampio in cui

sono coinvolti sia ufficiali, sia gradi piu' bassi delle Fiamme

Gialle? E' questo che intendono accertare i magistrati della

Procura di Napoli che conducono l'inchiesta e che, stando a

quanto finora emerso, ritengono piu' che fondata l'ipotesi

dell'esistenza di un livello molto piu' grave di corruzione. Una

circostanza che trapela dalle indiscrezioni raccolte e che si

evince anche della lettura del decreto con il quale ieri i pm

della Procura di Napoli Vincenzo Piscitelli e Henry John

Woodcock hanno ordinato la perquisizione degli uffici del

vicecomandante generale della Gdf Vito Bardi.

   Nel provvedimento di poche righe non vi sono riferimenti a

episodi concreti ne' a fonti di prova, ma compare la sola

indicazione del reato ipotizzato, che e' quello di corruzione.

Hanno deciso di non scoprire ancora le carte gli inquirenti che

stanno lavorando soprattutto sugli stretti legami tra Bardi e

Mendella, che sono tra l'altro entrambi componenti del Cocer

della Guardia di Finanza e legati da rapporti di frequentazione.

Ne' sono noti, al momento, i motivi che hanno indotto a iscrivere

nel registro degli indagati il generale in pensione della Gdf

Emilio Spaziante, arrestato la settimana scorsa per la vicenda

Mose. Segno comunque che si indaga su piu' fronti.

   Ma adesso l'attenzione sarebbe concentrata, da quanto trapela

dagli ambienti giudiziari, in particolare sulla figura

dell'imprenditore napoletano Achille D'Avanzo, titolare della

societa' Solido Property, proprietaria di numerosi immobili

fittati alla Guardia di Finanza. Le verifiche, eseguite dalla

Digos di Napoli, sono indirizzate su presunti fatti corruttivi

simili a quelli venuti alla luce nella vicenda rivelata dai

Pizzicato.

   Il nome dell'immobiliarista napoletano spunto' in una

inchiesta svolta nel 2012 dal pm Woodcock nell'ambito della piu'

vasta indagine sulla cosiddetta P4. Nel novembre di quell'anno

furono disposte varie perquisizioni tra cui anche quelle a

carico di D'Avanzo. Al centro dell'inchiesta vi erano presunte

irregolarita' nell'affitto a Napoli di immobili destinati alla

Guardia di Finanza per importi ritenuti esorbitanti nonche'

l'acquisto di immobili a Roma. Una vicenda poi archiviata dal

gip del Tribunale di Roma come ricordano in una nota diffusa gli

avvocati Roberto Guida, Luigi Petrillo e Luigi Pezzullo, legali

di D'Avanzo.

   Gli scenari che configurano gli inquirenti sono dunque quelli

di un sistema assai piu' ramificato, che chiamerebbe in causa

ufficiali e sottufficiali, e non solo attraverso accertamenti

fiscali compiacenti in cambio di tangenti. Ipotesi che saranno

verificate attraverso una serie di attivita', come acquisizioni

di documenti e interrogatori.  (ANSA).

 

FISCO: AG. ENTRATE SENZA GUIDA, BRACCIO FERRO SU NOMINA

FORSE IN CDM CON NORME SEMPLIFICAZIONI. OK COMMISSIONI DL IRPEF

   (ANSA) - ROMA, 12 GIU - Sono passate oltre due settimane

dall'addio di Attilio Befera e l'Agenzia delle Entrate resta

ancora in attesa di un nuovo Mr Fisco.

   La scelta per la successione appariva inizialmente quasi

scontata con in pole position Marco di Capua, sponsorizzato dal

ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Il vice di Befera,

ben voluto all'interno dell'Agenzia, incaricato di gestire il

lavoro a stretto contatto con il Tesoro ma anche i tavoli di

confronto con i principali interlocutori dell'amministrazione,

avrebbe infatti garantito una certa continuita' di azione. Il suo

nome ha pero' ultimamente perso terreno, perche' da qualcuno

avvicinato agli scandali che hanno travolto in questi giorni la

Guardia di Finanza, anche se Di Capua non e' in realta'

minimamente coinvolto. Il nodo resta dunque ancora senza

soluzione, a meno che domani in cdm il premier Matteo Renzi non

redima direttamente la questione.

   In certi ambienti politici del Pd vicini all'ex ministro

Vincenzo Visco, Di Capua e' stato infatti associato all'area

tremontiana di Marco Milanese e quindi alla lobby di finanzieri

affaristi finita sotto la lente della magistratura. Il

vicedirettore dell'Agenzia non e' implicato in nessuna indagine,

ma il suo passato di ex ufficiale della Gdf pesa comunque, in

certi ambienti, sulla sua candidatura. Senza neanche troppi giri

di parole lo stesso Visco oggi ha lasciato intendere il suo

orientamento: "un governo di destra ha organizzato l'

amministrazione finanziaria piu' repressiva, non a caso ci sono

tutti questi ufficiali della Guardia della Finanza nell'

amministrazione". L'ex ministro spingerebbe dunque per Massimo

Romano, gia' alla guida delle Entrate per due volte negli anni

duemila, o in alternativa per Rossella Orlandi, ex vicedirettore

dell'Accertamento, braccio destro di Luigi Magistro, oggi alla

Direzione del Piemonte.

   La partita (tra i nomi papabili emergono anche quelli di

Yoram Gutgeld, consigliere economico di Renzi, oggi deputato, e

Stefano Scalera, direttore del Demanio) potrebbe approdare

domani in consiglio dei ministri, insieme ad un pacchetto di

semplificazioni fiscali cui sta lavorando il viceministro Luigi

Casero e che vanno dalla revisione dei Caf, al riordino delle

detrazioni e dei regimi semplificati, a partire da quelli

minimi.

   Praticamente archiviato il dl Irpef, che oggi ha ottenuto -

pur tra le polemiche di Lega e M5S - il via libera senza

modifiche delle Commissioni della Camera, il governo potrebbe

occuparsi anche del nuovo decreto competitivita', che contiene

tra l'altro il taglio delle bollette per le imprese e misure per

il rafforzamento patrimoniale, con incentivi per chi si quota in

Borsa. L'approvazione del provvedimento non e' esclusa ma, data

la mole degli argomenti sul tavolo del cdm - a partire dalla

riforma della p.a. - , e' altrettanto possibile che il testo

venga rinviato o che si proceda solo a un primo esame. (ANSA).

 

P.A.: IN BOZZA DDL VIA POLIZIA PENITENZIARIA E CFS

PROGETTO E' DI ASSORBIRLI IN ALTRI CORPI POLIZIA, POLEMICHE

   (ANSA) - ROMA, 12 GIU - Basta con la Polizia penitenziaria e

con il Corpo forestale dello Stato: gli agenti dei due corpi

(8.500 nel primo caso, 38mila nel secondo) verrebbero

riassorbiti dalle altre forze di polizia che cosi' passerebbero

dagli attuali cinque a tre (Polizia di Stato, Carabinieri e

Guardia di finanza). La misura e' contenuta nella bozza della

riforma della Pubblica amministrazione che andra' domani

all'esame del Consiglio dei ministri.

   Non e' la prima volta - e prevedibilmente non sara' l'ultima -

che si parla della necessita' di sfoltire i corpi di polizia per

ottenere una razionalizzazione delle risorse ed evitare

duplicazioni e sprechi. Il commissario alla spending review

Carlo Cottarelli nel suo piano aveva auspicato "sinergie" tra i

corpi. Nella bozza di riforma del ministro Marianna Madia c'e'

ora il taglio di Forestale, attualmente alle dipendenze del

ministro delle Politiche agricole e Penitenziaria, incardinato

sotto il ministero della Giustizia.

   Una misura drastica destinata ad incontrare una forte

opposizione, come ogni volta che si pensa di toccare

l'organizzazione del personale impiegato nella sicurezza

pubblica. Tanto piu' se si parla di cancellare corpi con una

lunga storia (il Cfs e' stato fondato nel 1872, la penitenziaria

ha le sue origini nel 1817).

   I futuri 'assorbiti' sono subito insorti. Il segretario

nazionale dell'Ugl Corpo Forestale dello Stato, Danilo Scipio e

il segretario nazionale dell'Ugl Polizia Penitenziaria, Giuseppe

Moretti, spiegano che se il progetto si concretizzasse, ci

sarebbero "serie conseguenze non solo per la gestione delle

emergenze ambientali e della custodia detentiva, ma anche per il

sistema sicurezza nel suo complesso". Piu' cauto Leo Beneduci,

segretario del sindacato di agenti penitenziari Osapp: "Una

riforma di questo tipo - osserva - e' positiva se risolve i

problemi di organico, negativa se comporta un dequalificazione

del corpo. Ricordiamo che gli organici sono sotto di 8.000

unita', e sono stati fissati nel 1992, quando in Italia c'erano

35mila detenuti: ora sfiorano i 60mila".

   Plausi arrivano invece dai corpi che resterebbero. Per Gianni

Tonelli, segretario del sindacato di polizia Sap, "i cittadini

non possono piu' sopportare il carrozzone di sette forze di

polizia (cinque statali e due locali): per noi e' una vittoria

che anche il Governo sia approdato su questa posizione per la

quale ci battiamo da tempo". (ANSA).

 

P.A.: SAP; BENE UNIFICAZIONE CORPI POLIZIA, BASTA CARROZZONI

   (ANSA) - ROMA, 12 GIU - "I cittadini non possono piu'

sopportare il carrozzone di sette forze di polizia (cinque

statali e due locali): per noi e' una vittoria che anche il

Governo sia approdato su questa posizione per la quale ci

battiamo da tempo". Cosi' Gianni Tonelli, segretario del

sindacato di polizia Sap, commenta la bozza del ddl sulla

riforma della P.A. che prevede l'assorbimento del Corpo

forestale dello Stato e della polizia penitenziaria negli altri

corpi.

   "Sono mesi - ricorda Tonelli - che, contro il progetto di

tagli e spending review, abbiamo rilanciato una proposta per

avviare un processo di unificazione delle forze di polizia. Tre

righe di testo - aggiunge - non sono sufficienti per esprimere

un giudizio compiuto, ma speriamo che la riforma vada nella

direzione auspicata e ci aspettiamo di essere al piu' presto

convocati, perche' il parere dei vertici delle forze di polizia

non e' quello ideale da tenere in considerazione". (ANSA).

 


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