CHE VITA FACILE PER I LADRI, MA PERCHÉ’ LE GUARDIE STANNO SEDUTE? - di Domenico Vallefuoco

mercoledì 18 giugno 2014

“Troppa ipocrisia sulle inchieste” è il titolo di un articolo a firma di Antonio Polito, pubblicato qualche settimana fa sul Corriere della Sera, ecco un breve tratto: “…Bisogna infatti uscire dall’ipocrisia cui stiamo assistendo anche di fronte a questa nuova, clamorosa conferma che l’Italia è una repubblica fondata sulla corruzione, seconda nel mondo sviluppato solo al Messico e alla Grecia: un Paese che pur avendo più di duemila miliardi di debito pubblico ne riesce a buttare 60 all’anno in mazzette. È l’ipocrisia di chi convive giorno e notte con la corruzione e la vede solo quando un procuratore la svela. L’ipocrisia di organizzazioni, dai partiti alla Lega Coop alla Confindustria, che potrebbero fare meno convegni sulla legalità e più verifiche interne sullo standard etico dei propri iscritti….”.

Sessanta miliardi di euro anno,  114.000,00 euro al minuto, una catena di montaggio sempre attiva che confeziona e recapita  buste, valige, custodie di cellulari, contenitori a tenuta stagna e chi più ne ha più ne metta. Tutti pieni di contanti, sì quelli che non possono circolare più di mille e che hanno costretto migliaia di pensionati sociali ad aprire un conto perché una volta all’anno, in occasione della tredicesima, superano i mille euro: “sapete, l’antiriciclaggio, più di mille non possiamo darvi… e va bene se serve a mettere in difficoltà i malfattori, apriamo pure questo inutile conto, evidentemente, questa volta vorranno fare proprio sul serio…” sì, sì, da domani, però.

Se il tenente Colombo non fosse solo un personaggio televisivo, domanderebbe: “sì, la magistratura, dopo anni di saccheggio... ma i cani perché non hanno abbaiato prima? L’investigatore, andrebbe subito a chiedere ai loro padroni dove fossero a quell’ora. I padroni, quelli che partono da eletti e si trasformano in proprietari, quelli che piazzano i cani alle finte porte, quelli che i cani da guardia li tengono nei salotti e quelli muti nei cortili.

Guardie da ufficio, da convegni, da studi sui fenomeni più fantasiosi, da prime alla Scala…qualcuno ha pensato di portarne alcune persino in Parlamento, tra le più note (l’on. Milanese lo si è conosciuto dopo, ma suo malgrado): l’ex Speciale, che dopo le storie del  pesce e degli encomi alla “viva il parroco”, gli è stato donato, in aggiunta ai benefit di fine corsa, un onorevole vitalizio da politico.

Oggi, quasi tutti i malandrini hanno messo la cravatta, mafiosi compresi, che certamente, proprio adesso che si fanno anche ottime amicizie, non vogliono stare a guardare. Se capita, leggete qualche recente articolo sulle dichiarazioni del neopentito IOVINE, uno dei capi del clan dei Casalesi. Un imprenditore ben considerato dalla politica locale, i soldi glieli portava a domicilio ed il destinatario era semplicemente un superlatitante.

Una volta, per indicare una condizione contrapposta, si diceva “sono come guardie e ladri” oggi si usa di più “stanno tutti come sedere (diciamo) e camicia”.

Domenico Vallefuoco

(Direttivo nazionale FICIESSE)

 


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