STORIA DI BOLIS, IL CAPITANO DELLA GUARDIA DI FINANZA ESILIATO DAL MOSE ALLA PUGLIA. "LA COLPA DEL FINANZIERE, SECONDO PIERGIORGIO BAITA, ERA STATO LO ZELO NELLA VERIFICA FISCALE" (Il Fatto Quotidiano)

sabato 21 giugno 2014

Il Fatto Quotidiano - 21 giugno 2014

STORIA DI BOLIS, IL CAPITANO ESILIATO DAL MOSE ALLA PUGLIA

STAVA CONDUCENDO LE INDAGINI SULLO SCANDALO PRIMA DI ESSER SPEDITO A SAN SEVERO, NEL FOGGIANO

A VERBALE

"La colpa del finanziere, secondo Piergiorgio Baita della Mantovani, era stato lo zelo nella verifica fiscale"

di Amurri Sandra

Gli studenti del quinto anno e i docenti del polo tecnologico "Minuziano Di Sangro Alberti" non sapevano che quel professore salito in cattedra su invito del dirigente scolastico Giuseppe De Cato per tenere una lezione sul valore della legalità, con l'obiettivo di trasmettere ai più giovani la consapevolezza del loro ruolo di cittadini, fosse un capitano della Guardia di finanza trasferito perché "troppo zelante". Siamo a San Severo in provincia di Foggia. Qui, tre anni fa, il capitano Samuel Bolis è stato spedito, dal nucleo di Padova, dove era in servizio da quattro anni mentre stava conducendo le indagini dell'inchiesta sul Mose. Il capitano, 35 anni, nato in una famiglia di imprenditori del nord Italia, di quelli sani che lavorano sodo e pagano le tasse, liceo classico e scuola della Guardia di finanza, come suo fratello, il maggiore Amos, uno dei quattro ufficiali a capo dei 40 uomini che continuano a far camminare l'inchiesta veneziana, nonostante lo sbarramento del fuoco amico, nell'aprile del 2010, coordinava la verifica fiscale alla Mantovani spa. Durante i primi giorni, rivelano i contabili, in azienda si respirava un clima collaborativo. Poi d'un tratto è diventato ostile: "Abbiamo da fare, tornate domani, dobbiamo cercare i documenti...".

COSA ERA accaduto? Avevano la certezza che il capitano Bolis sarebbe stato trasferito, esattamente come richiesto, e quella verifica sarebbe finita in una farsa. Tempo qualche settimana, cosi a freddo, al capitano Samuel Bolis arriva dal Comando generale la lettera di trasferimento, destinazione: San Severo. Inutile tentare di rintracciare il capitano, divenuto nel frattempo maggiore, chi lo conosce ci dice che non parlerebbe neppure sotto tortura, come fanno i servitori dello Stato: incassano in silenzio le ingiustizie e continuano a scovare i malfattori che divorano il Paese. Nessuno mai gli aveva consigliato di lasciar perdere, di occuparsi di altro? Di certo se è avvenuto la sua scontata risposta sarà stata: continuare ad essere "troppo zelante". In nome di quei principi che qualche giorno fa ha spiegato agli studenti: "Tutti i cittadini, sono titolari di diritti e doveri che investono anche il piano economico. Dovete apprezzare il valore della legalità economica, non per timore delle relative sanzioni, ma per la sua utilità sul piano sociale".

NON EROI, finanzieri che fanno normalmente il proprio dovere. Quanto basta nel Paese capovolto in cui i ladri rincorrono le guardie, per essere puniti. Era stato Piergiorgio Baita, ex ad della Mantovani, nell'interrogatorio del 28 maggio 2013 parlando di Roberto Meneguzzo, ad di Palladio Finanziaria — che aveva consegnato a Giovanni Mazzacurati del Cvn un telefono munito di una tecnologia non intercettabile — a fare un riferimento al caso: "Meneguzzo dice a Mazzacurati: ho fatto spostare questo della Finanza. Adesso ti arriverà la notifica, ti interrogherà qualcuno, devi dire ecc...". Il nome di quel finanziere lo consegnerà ai pm Mirco Voltazza, faccendiere di riferimento di Baita: "La colpa di Bolis, secondo Baita era quella di essere stato troppo zelante nella conduzione della verifica fiscale". Ma come è avvenuto questo trasferimento? Chi lo ha ordinato e chi lo ha eseguito? Baita questo non lo ha detto nelle sue confessioni fiume in cui sembra aver segato solo i rami che non avevano fiorito come il generale Emilio Spaziante. Lui è un ingegnere non un filosofo, non procede per metodo ma per risultati e quando i risultati non ci sono si libera di chi non li ha raggiunti. Forse per questo ha taciuto il nome di chi ha decretato il trasferimento del capitano?

INTANTO a San Severo il maggiore Bolis è riuscito a svelare un giro nazionale di docenti assunti senza laurea grazie a false certificazioni, un traffico enorme di rame e molto altro. Sempre perché non riesce proprio a togliersi quel vizio di essere "troppo zelante". 


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