I COIR DELLE FIAMME GIALLE IN AUDIZIONE IN PARLAMENTO ESPRIMO IL LORO SUPPORTO ALLA RICHIESTA DEL COCER PER UNA RAPPRESENTANZA AUTONOMA DEI FINANZIERI E PER IL DIRITTO D’ASSOCIAZIONE

giovedì 03 luglio 2014

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il documento consegnato il 1° luglio dai rappresentanti di tutti i CoIR della Gardia di finanza, auditi dalla Commissione Difesa della camera in merito alla riforma della rappresentanza dei militari.

 

                 Guardia di Finanza

Consigli Intermedi di Rappresentanza

 

 

Roma, 1° luglio 2014

 

“Prospettive di tutela per noi Finanzieri”…è giunta l’ora?

 

Onorevoli,

 

sono il Luogotenente Alessandro Margiotta, delegato Coir dell’Italia Centro Settentrionale della Guardia di Finanza e do lettura del documento unitario che tutti i delegati intermedi oggi presenti hanno inteso predisporre in occasione di questa audizione, in ragione di una consolidata e concorde posizione sullo specifico tema della riforma dell’istituto della Rappresentanza Militare.

 

Nel ringraziarvi dell’opportunità accordata anche ai Coir di esprimere il proprio orientamento sui progetti di riforma della Rappresentanza Militare ora al vaglio di questa Commissione, vogliamo sin da subito esprimere la piena condivisione del documento prodotto dal Consiglio Centrale di Rappresentanza nell’audizione dello scorso venerdì 27 giugno, con particolare riferimento ai punti che la Rappresentanza della Guardia di Finanza ritiene fondamentali nel processo di riforma dell’attuale istituto.

 

Vogliamo precisare che non si tratta affatto di una condivisione di circostanza o della necessità di dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio la coesione degli organismi della Rappresentanza della Guardia di Finanza su un tema tanto importante quale quello all’esame di questa Commissione.

 

In realtà, si tratta di una condivisione che ha origine, come accennato dallo stesso Co.Ce.R. nel suo documento del 26 giugno 2014, da due assise plenarie tra tutti i Consigli della Rappresentanza della Guardia di Finanza svoltesi nel 2008 e nel 2011, nelle quali sono state dettate, all’unanimità, le linee guida da seguire in un auspicato percorso di riforma dell’istituto della Rappresentanza Militare.

 

Già allora infatti emersero quali si riteneva dovessero essere gli elementi caratteristici di un idoneo strumento di tutela:

 

  • esterno e autonomo dall’Amministrazione, realizzando, nell’interesse dei finanzieri e dell’efficienza della stessa Guardia di Finanza, la separazione fra la linea di comando e l’organo di tutela del personale;

 

  • giuridicamente in grado di contrattare, sia al primo sia al secondo livello. In quest’ambito, anche alla luce dell’evoluzione dell’assetto dello Stato, andava ricompresa la possibilità di interfacciarsi con le Regioni e gli enti locali per le materie di loro competenza;

 

  • capace di tutelare concretamente, sia sul piano collettivo sia su quello individuale, il personale anche attivando procedure di conciliazione e di arbitrato che permettessero di limitare il ricorso al contenzioso in sede giudiziaria.

 

Tali linee guida sono nate in quelle occasioni, si sono nel tempo consolidate e sono state ampiamente confermate in una serie di riunioni congiunte con i consigli di base ed in una videoconferenza nazionale del gennaio 2014.

 

In buona sostanza, si richiedeva allora e si richiede oggi una rivisitazione dell’attuale modello, dando piena attuazione al ruolo di parte sociale degli organi di rappresentanza.

 

Difatti, una riforma della Rappresentanza Militare per noi finanzieri non può non reggersi su questi pilastri:

 

  • autonomia finanziaria e giuridica;

 

  • reali ed effettivi poteri di contrattazione di primo e secondo livello;

 

  • reali ed effettivi poteri di controllo delle norme contrattuali;

 

  • reali ed effettivi poteri di tutela collettiva ed individuale.

 

 

Onorevoli, siamo consapevoli che già in passato progetti di riforma della Rappresentanza Militare, per certi versi analoghi, sono inesorabilmente naufragati, ma siamo altresì coscienti che quelli attuali si inseriscono in un contesto storico particolare, caratterizzato da una volontà di cambiamento che ha condotto, in tutti i settori, a pensare ed agire secondo schemi indirizzati al rinnovamento sia delle istituzioni che delle regole del loro funzionamento.

 

E’ proprio perché ci troviamo in questo particolare contesto che anche in questa circostanza non abbiamo voluto cedere all’istinto di lasciare solo ad altri il compito di definire ambiti e confini della riforma e dei conseguenti nuovi diritti in ipotesi sorgenti per i lavoratori del comparto, beneficiando di una sostanziale deresponsabilizzazione in merito agli effetti ed alla funzionalità del nuovo sistema.

 

Consapevoli del fatto che le norme di tutela dei diritti individuali e collettivi che potrebbero essere emanate al termine dell’iter dei progetti di legge incideranno permanentemente sulla condizione lavorativa del personale e sulla funzionalità delle relative Amministrazioni, abbiamo inteso ancora una volta ribadire la nostra posizione in merito, assumendoci la responsabilità di partecipare idealmente al processo riformatore, offrendo la nostra più ampia collaborazione a voi, Onorevoli, che avrete il compito di esaminare in sede referente i progetti di legge.

 

A questa collaborazione da noi offerta speriamo corrisponda l’abbandono, da parte degli stati maggiori della Difesa, di forme di “resistenza” nei confronti di una riforma non più rinviabile, come auspicato anche da alcuni di voi, pur prendendo atto che i segnali in questo senso non appaiono confortanti, se si analizza la bozza di disegno di legge sulla specificità del comparto da ultimo elaborata proprio dallo Stato Maggiore della Difesa.

 

Se mai così fosse, le particolari funzioni di Polizia Economica e Finanziaria demandate al Corpo richiederebbero l’inserimento della Guardia di Finanza in un modello di Pubblica Amministrazione distinta da quelle del comparto Difesa.

 

Ribadiamo quindi che anche per i consigli intermedi oggi presenti i punti fondamentali nel processo di riforma devono essere:

 

  1. il riconoscimento di parte sociale e del ruolo negoziale;

 

  1. l’autonomia piena dalla linea di comando;

 

  1. il riconoscimento del diritto di associazione;

 

  1. la previsione di funzioni di tutela affidate esclusivamente a personale in servizio;

 

  1. il superamento degli organismi interforze;

 

  1. l’individuazione del Ministro dell’Economia e delle Finanze e delle Commissioni Finanze quali interlocutori diretti per la Guardia di Finanza;

 

  1. il riconoscimento della capacità di agire a tutela dei diritti collettivi ed individuali del personale, anche con procedure di conciliazione con l’Amministrazione.

 

 

Auspichiamo quindi che i tempi siano realmente maturi per concludere un ormai indifferibile processo di riforma tante volte iniziato e mai portato a termine a causa di dinamiche estranee agli organismi della rappresentanza militare.

 

Onorevoli, vi chiediamo di prestarci ascolto e di dare concretezza allo spirito riformatore da noi sempre auspicato ed oggi anche da voi idealmente perseguito.

 

Grazie.

 

 

Gen. B.                        Raffaele     Romano   

Ten.Col.                      Marco         Boccacci

Lgt.                              Antonio      Giannuzzi

Lgt.                              Alessandro         Margiotta

Lgt.                              Marcello     Adinolfi

M.A.                             Salvatore   Colangelo

M.C.                             Luigi           Iannone

M.O.                             Giacomo    Mannino

Brig.C.                         Luigi           Palma

 


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