LA MINISTRA PINOTTI NON SI SBILANCIA SUL BLOCCO DEGLI STIPENDI DEI MILITARI: PER ORA STIAMO CERCANDO LE RISORSE NEI BILANCI DI CIASCUNA AMMINISTRAZIONE PER SBLOCCARLI IN AUTUNNO

mercoledì 23 luglio 2014

Oggi la Ministra della Difesa Pinotti, nel rispondere ad una interrogazione di alcuni suoi colleghi parlamentari del Partito Democratico, non ha potuto prendere impegni concreti in relazione ad un eventuale sblocco degli stipendi dei militari già dal prossimo autunno. Sostanzialmente, la Ministra ha affermato che i vari Dicasteri interessati stanno ancora cercando all’interno dei loro bilanci quelle risorse necessarie per tale sblocco; in pratica l’eventuale ripresa delle dinamiche salariali sarà finanziata con le risorse già destinate a ciascuna Amministrazione.

Di seguito l'interrogazione ed il resoconto parlamentare con la risposta della Ministra; le evidenziazioni sono a cura della redazione del sito.

 

 

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00964

presentato da

SCANU Gian Piero

testo di

Martedì 22 luglio 2014, seduta n. 269

SCANU, VILLECCO CALIPARI, AIELLO, BOLOGNESI, D'ARIENZO, FERRO, FIORONI, FONTANELLI, CARLO GALLI, GAROFANI, GREGORI, MARANTELLI, MASSA, MOSCATT, SALVATORE PICCOLO, GIUDITTA PINI, STUMPO, VALERIA VALENTE, ZANIN, MARTELLA, ROSATO e DE MARIA.

Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
nei confronti del personale militare opera fin dal 2006 un blocco contrattuale, adottato nei confronti di tutto il pubblico impiego;
la situazione si è ulteriormente aggravata con il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, che ha previsto l'esclusione, per l'intero triennio 2011-2013, di tutti i meccanismi di adeguamento stipendiale previsti per legge, sia quelli relativi a scatti e classi di stipendio, collegati all'anzianità di ruolo, nonché, addirittura, dal riconoscimento dei benefici economici correlati alle progressioni di carriera;
tali disposizioni, come è noto, sono state prorogate fino al 31 dicembre 2014 dal successivo decreto del Presidente della Repubblica 4 settembre 2013, n. 122;
si è di fronte a una serie di norme, imposte da una particolare situazione di difficoltà della finanza pubblica, che hanno creato un disagio generalizzato;
la particolare condizione dello stato giuridico e del trattamento economico del personale delle Forze armate ha, inoltre, generato situazioni paradossali e non in linea con l'ordinamento gerarchico, i cui effetti sono andati ben al di là del principio, genericamente inteso, di congelare il trattamento economico in essere, evitando che subisse aumenti;
su un piano più generale, il richiamato blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali, in assenza di procedure di concertazione, ha pertanto pregiudicato la maturazione di alcuni istituti strettamente connessi alla valorizzazione dell'anzianità di servizio e alla correlata acquisizione di crescenti competenze professionali, nonché di più impegnative responsabilità di servizio;
gran parte degli operatori, uomini e donne, delle Forze armate percepiscono trattamenti economici medio-bassi che dovrebbero essere migliorati e, anche se nei confronti di una piccola parte di tali operatori, quelli il cui trattamento economico non supera i 25 mila euro annui lordi, è intervenuto il decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 89 del 2014, con il bonus di 80 euro, la situazione generale rimane assolutamente critica;
la questione è stata oggetto nella settimana scorsa di un'approfondita discussione svoltasi in Aula sulla base di ben otto mozioni presentate dai vari gruppi parlamentari;
il Governo ne ha accolte tre – riconoscendo che la misura colpisce il personale del comparto in misura anche più afflittiva rispetto agli altri pubblici dipendenti, pur penalizzati – ivi inclusa quella presentata dal Partito democratico, riformulando il dispositivo nel senso di: «(...) valutare, in vista della predisposizione del disegno di legge di stabilità per il 2015, l'individuazione di misure finalizzate ad assicurare al personale di tutti i comparti il recupero, nella misura compatibile con l'andamento delle finanze pubbliche, dei trattamenti economici connessi con impiego e funzione, con l'effettiva presenza in servizio e con la maturazione dei requisiti di anzianità e di merito, ripristinando meccanismi di concertazione con le organizzazioni di rappresentanza del comparto stesso, al fine di riconoscere la giusta dignità professionale per gli operatori di questo comparto (...)» –:
se vi siano eventuali azioni aggiuntive rispetto all'impegno già assunto dal Governo in sede di discussione delle mozioni citate, con le quali ci si propone di assicurare al personale del comparto, quanto prima e comunque entro l'autunno 2014, un ritorno alle normali dinamiche retributive. (3-00964)

 

Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 270 di mercoledì 23 luglio 2014

 

(Iniziative a favore del personale militare al fine di un ritorno alle ordinarie dinamiche retributive – n. 3-00964)

  PRESIDENTE. Il deputato D'Arienzo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scanu n. 3-00964, concernente iniziative a favore del personale militare al fine di un ritorno alle ordinarie dinamiche retributive (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  VINCENZO D'ARIENZO. Signor Presidente, gentile Ministro, lei sa bene da quanti anni sul comparto militare e sul personale militare incidano il blocco contrattuale, il blocco triennale, la proroga per il 2014. Di fatto quelle scelte, che erano ragionante per motivi economici – il Paese era in difficoltà per il comparto militare, in ragione delle progressioni di carriera, degli impegni, delle specificità, delle varie attribuzioni che ci sono – sono andate ben oltre, al di là del congelamento del trattamento economico, con situazioni anche paradossali, che sono note, come quella di impedire la maturazione di alcuni istituti che sono connessi alla valorizzazione dell'anzianità di servizio, nonché alle maggiori responsabilità che, nel corso della progressione di carriera, si assumono.
  La settimana scorsa, in quest'Aula, sono state approvate delle mozioni, tre, di cui una del Partito Democratico, nell'ambito della quale il Governo si impegna a valutare, in occasione della prossima legge di stabilità, come fare in modo di recuperare i trattamenti economici connessi con impiego e funzioni, in particolare, che sono stati danneggiati dal blocco. La domanda attuale, alla luce poi del ...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  VINCENZO D'ARIENZO. ...dibattito che c’è stato in quest'Aula – e vado alla domanda – è se attualmente vi siano azioni aggiuntive ed ulteriori impegni che il Governo sta portando avanti, al fine di assicurare al personale del comparto militare quanto prima e comunque entro l'autunno del 2014, un ritorno alle normali dinamiche di retribuzione.

  PRESIDENTE. La Ministra della difesa, Roberta Pinotti, ha facoltà di rispondere.

  ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Signor Presidente, la discussione delle mozioni di cui vi è cenno nell'interrogazione in esame ha costituito certamente un'occasione utile per un confronto sulle diverse posizioni espresse dai vari gruppi parlamentari attraverso la presentazione di singoli atti in materia di progressione di carriera ed automatismi retributivi per il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico. È emersa in quella sede la volontà condivisa di affrontare con incisività la questione del trattamento stipendiale del personale in argomento, pur dovendo necessariamente tener conto dei vincoli di bilancio imposti e dell'esiguità delle risorse a disposizione.

  Pertanto, in piena concordanza con la volontà politica emersa in Parlamento ed in linea con quanto da me espresso durante la presentazione delle linee programmatiche del mio Dicastero, mi sto fattivamente adoperando per l'auspicato sblocco stipendiale, consapevole che esso colpisce fortemente il personale del comparto sicurezza e difesa, verificando la possibilità di un suo anticipo rispetto alla sua attuale scadenza di fine anno. In quell'occasione ebbi modo di rimarcare quanto indispensabile sia venire incontro, almeno in parte, alle specifiche esigenze del personale del comparto difesa e sicurezza con interventi mirati su alcuni istituti e meccanismi retributivi che attenuino gli effetti del blocco stipendiale. Infatti, il comparto presenta profili di specificità che amplificano gli effetti del blocco stesso. In primo luogo, il personale, nella prospettiva di una progressione gerarchica, consegue retribuzioni che sono inizialmente basse in relazione alla delicatezza dei compiti assolti, ma aumenteranno nel tempo. Se, tuttavia, l'aumento non si verifica, il trattamento economico permane insufficiente e inadeguato.
  Sotto un secondo profilo, la struttura gerarchica comporta necessariamente, e anche a prescindere dall'incarico, l'assunzione di responsabilità maggiori al conseguimento di un grado più elevato, responsabilità che in situazioni di blocco non vengono retribuite. Ancora: viene mortificata la meritocrazia dato che il personale più meritevole consegue avanzamenti più veloci, ma non compensati economicamente laddove i meno meritevoli, per il solo fatto di essere arrivati ai medesimi gradi prima dell'inizio del blocco, vengono retribuiti in misura superiore. Infine, la previsione di un'età ordinamentale per il collocamento in quiescenza comporta, in un regime di pensioni contributive, rilevanti svantaggi economici che risultano oltremodo aumentati se anche i contributi versati sono stati congelati dal blocco. Una criticità ancora maggiore se collegata al mancato avvio della previdenza complementare per il comparto difesa e sicurezza con effetti negativi che, quindi, non si esauriscono negli anni del blocco, ma che si ripercuoteranno anche sul trattamento pensionistico. Una situazione insostenibile che va affrontata con il pieno concorso anche della rappresentanza militare.
  Pertanto, coerentemente agli obiettivi da me prefissati all'inizio del mio mandato, sto lavorando, insieme agli altri Ministri interessati (interno, economia e finanze, giustizia, qui presente, politiche agricole, alimentari e forestali), alla ricerca di risorse disponibili all'interno dei bilanci dei nostri Dicasteri che siano effettivamente impiegabili per l'anticipazione dello sblocco sin dal prossimo autunno.

  PRESIDENTE. Il deputato Scanu ha facoltà di replicare. Ha due minuti, chiedo il rispetto dei tempi, grazie.

  GIAN PIERO SCANU. Signor Presidente, signora Ministra, innanzitutto noi firmatari di questa interrogazione la ringraziamo per la serietà delle risposte che ha voluto offrire alla nostra attenzione e ci dichiariamo ampiamente soddisfatti per le cose che lei ha appena comunicato a questo Parlamento. Ci è risultato, infatti, assolutamente evidente, non soltanto il dato rappresentato dalla piena conoscenza e competenza della materia da parte sua, ma anche l'altrettanto intelligibile volontà da parte sua, e ci auguriamo dell'intero Governo, di porre fine ad una situazione che per noi è assolutamente vergognosa. Il comparto difesa e sicurezza, a nostro giudizio, rappresenta l'eccellenza della pubblica amministrazione e al danno che questo blocco ha determinato da tempo si è aggiunta la beffa, tant’è che in luogo della specificità di cui quel comparto è portatore, questo tipo di differenziazione i 500 mila lavoratori l'hanno vissuta e la stanno vivendo con il segno negativo.
  Quindi, nel ringraziarla, la esortiamo a rappresentare la determinazione e la convinzione dell'intero gruppo parlamentare del Partito Democratico anche nei confronti dei suoi colleghi, soprattutto dell'economia e delle finanze, in maniera tale che sappiano trovare nell'ambito delle rispettive amministrazioni le giuste modalità per reperire i finanziamenti necessari.

 


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