POLIZIA, SI STUDIA UN PIANO A TAPPE PER SUPERARE I TETTI ALLE RETRIBUZIONI. IMPOSSIBILE TROVARE GLI 800 MILIARDI CHE SERVONO NEL 2015 (il Messaggero)

venerdì 12 settembre 2014

 

Il Messaggero - 12 settembre 2014

POLIZIA, SI STUDIA UN PIANO A TAPPE PER SUPERARE I TETTI ALLE RETRIBUZIONI

Impossibile trovare gli 800 miliardi che servono nel 2015

di Michele Di Branco

LA VERTENZA

ROMA - Un piano a tappe articolato in più anni per diluire l'impatto finanziario sui conti pubblici. E' questo lo schema che sta prendendo forma sulla questione delle retribuzioni delle forze di Polizia. «Nel2014 il comparto ha avuto più di 700 milioni e anche il 55% di possibilità di sostituire quelli che erano andati in pensione» ha ricordato ieri il ministro degli Interni Angelino Alfano che, di concerto con la collega della Difesa Roberta Pinotti, sta lavorando per cercare di risolvere il problema e disinnescare in questo modo il rischio degli scioperi evocati e stigmatizzati dal premier Matteo Renzi. «Quest' anno è segnato da un grande attivo dopo anni di passivo - ha spiegato Alfano - e noi non prevediamo di dare una botta alla sicurezza, anzi stiamo lavorando per trovare risorse che possono contribuire allo sblocco degli stipendi e quindi all'eliminazione del tetto salariale».

LE COPERTURE

Le risorse, appunto, sono ovviamente il nodo centrale della questione. Fonti del Viminale vicine al dossier ribadiscono che gli 800 milioni di euro necessari nel 2015 per allineare gli avanzamenti di grado con i trattamenti economici fermi ormai da 4 anni non ci sono. Il che vuol dire che si lavora per una soluzione graduale nella consapevolezza che, avverte il ministero degli Interni invitando alla collaborazione i sindacati delle forze dell' ordine, «tutto e subito o tutto o niente» non è una piattaforma accettabile per continuare il dialogo in termini proficui. Insomma, il governo riconosce che le istanze dei 305 mila uomini e donne in divise sono legittime. Ma Palazzo Chigi, come ha ribadito in più di una circostanza, non si farà mettere all'angolo. In questo clima, continua la caccia ai 400 milioni di euro individuati come primo step per finanziare, a partire già da ottobre, una prima fase di sblocco dei salari, ma non del contratto, di forze di polizia e militari. Trova conferma, in queste ore, l'ipotesi di attingere, anche se parzialmente, al Fondo unico di giustizia nel quale confluiscono le risorse finanziarie della criminalità sottoposte a sequestro cautelare. Si tratta di un contenitore da 3 miliardi di euro. Anche se, frenano dal ministero degli Interni, non si tratta di risorse strutturali e comunque le cifre in ballo sarebbero inferiori a 1 miliardo in quanto non tutti i sequestri si trasformano poi in confische.

IL COCER

Intanto ieri sera il Cocer della Guardia di finanza ha incontrato al Mef il sottosegretario Pier Paolo Baretta. I sindacalisti delle Fiamme Gialle, in una nota al termine del colloquio, hanno attaccato «l'evidente incostituzionalità della reintroduzione del tetto in quanto reiterazione di una misura lesiva del principio di uguaglianza». Secondo i calcoli del corpo, peraltro, l'ulteriore stop delle retribuzioni, nel 2015, potrebbe costare ai dipendenti un danno economico di 1 miliardo di euro. Danni di una certa rilevanza li sta patendo anche la Polizia di Stato. Dall'analisi dei dati della ragioneria del ministero dell'Economia emerge infatti che circa 30 mila tra agenti, dirigenti e ufficiali sta scontando l'effetto delle promozioni bianche innescato dal congelamento degli scatti introdotto dal governo Monti. In pratica un terzo del personale si ritrova in busta paga una cifra che non corrisponde con la propria qualifica. A questa evidente ingiustizia il governo intende porre riparo anche se, nel quadro complessivo di riorganizzazione delle forze dell'ordine, si profila una stretta temporale delle progressioni di carriera.

 


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