BERLUSCONI CONVOCA I POLIZIOTTI E SPIAZZA IL GOVERNO SULLA PROTESTA. ESECUTIVO A CACCIA DI FONDI PER GLI STIPENDI. DAL 23 SONO PREVISTE LE MOBILITAZIONI (Corriere della Sera)

sabato 13 settembre 2014

 

Corriere della Sera - 13 settembre 2014

BERLUSCONI CONVOCA I POLIZIOTTI
E SPIAZZA IL GOVERNO SULLA PROTESTA

Mercoledì l’incontro. Esecutivo a caccia di fondi per gli stipendi.
I sindacati saranno ricevuti a Palazzo Grazioli. Dal 23 sono previste le mobilitazioni

ROMA - La convocazione è fissata per il 17 settembre «presso il parlamentino di Palazzo Grazioli». Quel giorno alle ore 16 i rappresentanti di forze dell’ordine e forze armate saranno ricevuti da Silvio Berlusconi. In attesa che il presidente del Consiglio Matteo Renzi trovi una soluzione per eliminare i tetti stipendiali di agenti e militari e fissi l’incontro che aveva promesso la scorsa settimana, il leader di Forza Italia entra nella partita. E lo fa, come viene sottolineato nella lettera tramessa ieri ai sindacati, «per intervenire nei confronti del governo con una presa di posizione decisa».

È una mossa inaspettata che spiazza Palazzo Chigi. La procedura sembra quella utilizzata quando a guidare l’esecutivo era proprio Berlusconi: un’«apertura» forte che mira anche a ottenere consenso. E arriva mentre i tecnici del ministero della Difesa e dell’Interno si affannano per trovare le «coperture» finanziarie necessarie a sbloccare gli stipendi entro la fine del 2014 e così consentire di ottenere l’adeguamento per il 2015. In realtà i soldi per l’anno in corso sono già stati accantonati e una parte sono a disposizione anche per il successivo. Rimangono però alcune «voci» scoperte e il rischio forte è che non si riesca a far quadrare i conti entro il 23 settembre, quando cominceranno le mobilitazioni.

Per quella data alcuni sindacati di polizia - primo fra tutti il Sap - hanno indetto «l’astensione dal lavoro per tre ore». Il giorno successivo scenderanno invece in piazza accanto ad alcuni «gruppi» che attraverso i social net-work hanno deciso di schierarsi dietro lo slogan «sblocchiamo i nostri stipendi». Alcuni rappresentanti dei Cocer hanno deciso di schierarsi «a titolo personale», ma questo non attenua la portata della protesta. Una mobilitazione eclatante e senza precedenti, soprattutto tenendo conto che è stata annunciata chiedendo anche le dimissioni dei ministri competenti il giorno dopo le dichiarazioni di una settimana fa della responsabile del dicastero Pubblica amministrazione, Marianna Madia, per annunciare l’estensione del blocco degli stipendi in vigore dal 2010 anche per il 2015 nonostante l’impegno preso nel luglio scorso di ripristinare gli aumenti sulla base delle promozioni ottenute.

Daniele Tissone, segretario della Silp Cgil, è chiaro: «Attendiamo la convocazione del presidente del Consiglio, se questa non ci sarà vedremo le iniziative da mettere in campo. Ad oggi a noi interessa sottolineare il valore della nostra vertenza sindacale, rifiutando le strumentalizzazioni politiche che si vogliono fare sulla pelle dei poliziotti». Gianni Tonelli del Sap ha una linea più dura: «Siamo a Montecitorio da oltre un mese e centinaia di cittadini hanno già firmato la nostra petizione per ridurre il numero di forze dell’ordine e per riformare l’apparato della sicurezza italiano».

Due giorni fa il Cocer della Guardia di Finanza guidato dal generale Bruno Bartoloni è stato ricevuto dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta e ha ribadito come «la specifica dinamica di funzionamento delle amministrazioni di polizia, militari e dei vigili dei fuoco, è inconciliabile con il blocco del tetto salariale poiché fissa per ciascun dipendente come limite massimo di retribuzione quello percepito nel 2010, senza tenere conto delle progressioni di carriera, delle maggiori mansioni svolte o della maggiore quantità di lavoro prestato». E soprattutto il fatto che i fondi sono stati accantonati utilizzando voci di bilancio riservate al personale e dunque soldi che sono comunque destinati a chi invece non riesce a ottenerli.

Una posizione che vorrebbero illustrare a Renzi, ma la convocazione tanto attesa non è arrivata e Berlusconi ha deciso di giocare d’anticipo. A organizzare la riunione sono stati Maurizio Gasparri e Paolo Romani. Adesso nel Pd c’è chi cerca di convincere il premier a sbloccare la situazione prima di mercoledì, consapevoli di quanto importante sia rispondere alle istanze di poliziotti, carabinieri, finanzieri e militari. Soprattutto per mantenere l’impegno che era stato preso appena un mese e mezzo fa.

http://www.corriere.it/cronache/14_settembre_13/berlusconi-convoca-poliziotti-spiazza-governo-protesta-be9db75c-3b00-11e4-9b9b-3ef80c141cfc.shtml

 


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