I NOVE PUNTI ESSENZIALE DI FICIESSE DA PRESENTARE A TUTTE LE FORZE POLITICHE PER UNA RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA DEI MILITARE AL PASSO COI TEMPI E CON L’EUROPA: SOSTANZIALE SINDACALIZZAZIONE E NO AL PROGETTO SCANU

lunedì 29 settembre 2014

 

Il direttivo nazionale dell'Associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà, riunitosi il giorno 27 settembre 2014, ha approvato all'unanimità un documento programmatico inerente la riforma della rappresentanza militare attualmente in discussione alla Camera.

La Segreteria nazionale nei prossimi giorni darà attuazione al mandato ricevuto dal direttivo, predisponendo appositi documenti da inviare a tutti i gruppi politici.

RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE

I nove punti determinanti di Ficiesse per attuare una vera riforma della rappresentanza militare:

  1. Sindacalizzazione delle polizie ad ordinamento militare.
  2. l’abrogazione dell’art. 1475 del d.lgs. n. 66/2010 Codice dell’Ordinamento Militare ed il riconoscimento pieno del diritto di associazione, anche professionale, per i militari;
  3. una reale ed effettiva autonomia gestionale, finanziaria e patrimoniale della rappresentanza;
  4. l’attribuzione di un reale potere contrattuale (di comparto e di amministrazione), con l’estensione dei poteri già previsti per il personale delle forze di polizia ad ordinamento civile;
  5. il potenziamento della contrattazione di 2° livello con l’implementazione delle risorse destinate all’efficienza e lo spostamento sulla contrattazione integrativa delle risorse destinate al trattamento accessorio;
  6. l’allargamento delle materie di competenza della Rappresentanza;
  7. effettivi istituti di controllo di attuazione delle norme contrattuali di conciliazione, o arbitrato efficaci, con lo scopo di consentire la deflazione del contenzioso amministrativo;
  8. forme di partecipazione, informazione e consultazione del personale simili a quelle già previste per il pubblico impiego privatizzato;
  9. l’estensione della capacità processuale anche agli organi della rappresentanza.

Alla luce dei punti sopra evidenziati appare evidente che il disegno di legge n. 1963 (Scanu e altri), attualmente calendarizzato insieme ad altri tre progetti, presso la IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, non appare assolutamente adeguato a rappresentare efficacemente le esigenze del personale militare.

 

 


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