CASO MAGGIORE BARILARO, INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA PRESENTATA AL MINISTRO DELL'ECONOMIA DALL'ONOREVOLE RUSSO SPENA (RC)
Pubblichiamo il testo dell’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Santi Russo Spena (Rifondazione Comunista) al Ministro dell’economia e delle finanze sul congedamento del maggiore della Guardia di Finanza Sergio Barilaro.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA DELL’ON. SANTI RUSSO SPENA
AL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
Per sapere –
premesso che: in data 6 giugno 2002, il maggiore della guardia di finanza Sergio Barilaro, ha presentato una istanza di collocamento in congedo con decorrenza 1° luglio 2002;
nella detta istanza l'ufficiale si vede costretto a chiedere il collocamento in congedo per fronteggiare un trasferimento dalla sede di Milano ove ha prestato servizio ed ove vive unitamente alla famiglia, a quella di Cosenza, con conseguenti problematiche di tipo familiare; tenuto conto delle ragioni illustrate dall'ufficiale del corpo che ha patito un trasferimento a 1.200 chilometri di distanza dai propri affetti obiettivamente in una condizione di assoluta arbitrarietà di scelta ed in presenza di altri ufficiali che gradiscono quella assegnazione;
preso atto che, come egli stesso afferma, qualora intervenisse un ripensamento dell'Amministrazione, ritirerebbe la domanda di congedo -:
se consideri la perdita di un ufficiale superiore della guardia di finanza, con sedici anni di servizio ed una esperienza operativa di primissimo livello, un costo sostenibile dal cittadino pur di non ammettere un errore nella gestione dei trasferimenti da parte della guardia di finanza;
quello che, ad avviso dell'interrogante, si palesa come se effettivamente la guardia di finanza, nell'assegnazione alle diverse sedi di servizio, non differenzi tra gli ufficiali con famiglia al seguito e gli ufficiali di pari anzianità che siano scapoli, in dispregio agli articoli 30 e 31 della Carta costituzionale;
quale sia l'esatto numero degli ufficiali che, spontaneamente e prima del raggiungimento dei limiti di età, negli ultimi quattro anni abbia lasciato il Corpo;
se il comando generate della guardia di finanza abbia richiesto a ciascuno il motivo di tale scelta;
se tale situazione non debba essere rivista, ad esempio prevedendo vantaggi non soltanto di tipo economico ma anche di carriera per chi si offre di coprire una sede disagiata;
se risulti provato che il maggiore Sergio Barilaro, nel corso della sua carriera, sia stato sempre trasferito in corso d'anno e non nell'ambito della pianificazione annuale dei trasferimenti (con ciò significando che il predetto ha sempre risposto in passato alle improvvise esigenze dell'amministrazione di cui fa parte);
se effettivamente, in conseguenza della nota indagine "Mani pulite" nella quale numerosi finanzieri furono arrestati nel 1994, il maggiore Sergio Barilaro sia stato assegnato ad uno degli incarichi più delicati alla sede di Milano, con l'incarico di ricostruire il rapporto di fiducia con quella procura della Repubblica;
se risulti provato che il predetto ufficiale, abbia svolto con professionalità ed impegno l'incarico richiesto, riscuotendo in più occasioni il plauso della locale magistratura;
se risulti corrispondente al vero che, quando il maggiore Barilaro è stato trasferito a Cosenza (anno 2001) assegnandolo ad un incarico da maggiore pure se all'epoca era un capitano che doveva ancora essere valutato per la promozione, al comando generate della Guardia di finanza, I reparto-ufficio personale ufficiali, c'era ad esempio un ufficiale già con il grado di maggiore che aveva prestato quasi sempre servizio non operativo, scapolo, che inviato alla sede di Cosenza avrebbe obiettivamente avuto meno problemi familiari rispetto al maggiore Barilaro;
se nella scelta tra i due siano state considerate le differenti situazioni familiari, le differenti distanze tra gli affetti, i differenti incarichi che prestavano i due ufficiali;
se sia vero che il detto ufficiale, pur senza aver quasi mai svolto attività operativa sia stato assegnato o debba essere assegnato alla sede di Roma del SISMI;
se risulti provato che al termine del corso superiore di polizia tributaria, gli ufficiali titolari vengano ordinariamente trasferiti ad incarichi presso nuclei provinciali e regionali di polizia tributaria;
se effettivamente nel 2001 tutti gli ufficiali licenziati dal corso siano in effetti stati trasferiti a nuclei regionali e provinciali di pt, ad eccezione di un maggiore trasferito al comando generale;
se, in caso positivo, non ritenga uno spreco titolare un ufficiale per poi impiegarlo in incarico d'ufficio;
se corrisponda al vero che il detto maggiore, in passato abbia svolto 'incarico di aiutante di campo di un qualche generale del corpo;
se risulti provato che, sempre all'epoca del trasferimento patito dal maggiore Barilaro, vi fosse un altro collega di corso dell'ufficiale, il quale da numerosi anni prestava servizio al comando generale-ufficio informatica e, pur essendo scapolo e risiedendo in una sede più vicina a Cosenza, rispetto a quella del maggiore Barilaro, non è stato trasferito a Cosenza in sua vece;
se nella scelta del maggiore Barilaro per coprire la sede di Cosenza, sia stato considerato che le professionalità e le esperienze maturate negli incarichi ricoperti a Milano dall'ufficiale, in materia di fiscalità internazionale, di indagini finanziarie su società quotate in Borsa, probabilmente a Cosenza sarebbero state dilapidate;
se corrisponda al vero che con la lista dei trasferimenti del 2001 dal nucleo regionale di Milano siano stati trasferiti ben sei capitani (compreso l'allora capitano Barilaro) contro l'arrivo di uno soltanto;
quale fosse la situazione deficitaria degli ufficiali in quel reparto, rispetto alle dotazioni organiche;
se corrisponda al vero che con la lista dei trasferimenti del 2001 dal comando generale siano stati trasferiti sei capitani contro 24 in arrivo;
se tale atteggiamento corrisponda ad una sana e prudente gestione delle proprie risorse da parte della Guardia di finanza;
quale sia lo scopo per il quale tutti i generali di grado apicale debbano preventivamente riunirsi per approvare l'emanando elenco del trasferimenti;
se effettivamente al verificarsi del trasferimento del maggiore Barilaro, il procuratore della Repubblica di Milano, abbia formalmente richiesto la permanenza a quella sede dell'ufficiale, al fine di non pregiudicare talune indagini in corso;
se effettivamente al maggiore Barilaro, in seguito al verificarsi di noti eventi luttuosi di rilevanza internazionale, fosse stata affidata da quella procura la direzione di complesse indagini finanziarie connesse ad estremisti islamici;
se risulti corrispondente al vero che di fronte alla rinnovata necessità del procuratore di Milano, in conseguenza di queste ultime indagini, il comando generale abbia ritenuto di non revocare il trasferimento del maggiore Barilaro ma di procrastinarlo di appena due mesi, rappresentando al procuratore D'Ambrosio che non vi sarebbero state altre proroghe;
quale fosse la rilevanza delle indagini in corso da parte della procura di Orbassano che, nello stesso periodo, invece sarebbe stata "accontentata" in una analoga richiesta concernente altro ufficiale; considerato che l'ufficiale sarebbe stato trasferito unicamente "per dare il cambio ad altro ufficiale in sede non ambita", come asserito dal comando generale, per quale motivo, pure in presenza di tre colleghi desiderosi di coprire la sede di Cosenza, reperiti dallo stesso Maggiore Barilaro, il comando generale abbia ritenuto di non soprassedere a tale irrazionale trasferimento;
se risulta provato che alla sede di Cosenza rivesta attualmente l'incarico di comandante provinciale un colonnello che aveva gia svolto servizio in sede non ambita, quando vi sono decine di colonnelli del corpo che questo sacrificio non l'hanno patito;
se, in definitiva, alla luce delle motivazioni riportate nella suddetta istanza e delle connesse improvvide determinazioni del comando generale della Guardia di finanza, non sia necessario o quanto meno opportuno che il predetto comando generale desista da tale trasferimento, per lo meno fino al verificarsi delle condizioni di tipo familiare che l'ufficiale richiede per potersi temporaneamente allontanare dalla famiglia;
se, più in generale, l'onorevole Ministro non ritenga di doversi procedere ad una completa riforma della disciplina dei trasferimenti nella Guardia di finanza che, annualmente, proprio in ragione della apparente arbitrarietà con la quale essi si manifestano, costano enormemente alle casse del contribuente, in termini di esodo di ufficiali preparati e professionalizzati, che transitano in attività professionali presso privati
(4-03207)