ROLEX E VIAGGI, LA GDF A LIBRO PAGA DEL RE DELLE FARMACIE. COSÌ IL MANAGER MATACHIONE CORROMPEVA DUE COLONNELLI. INDAGATO ANCHE IL NUMERO DUE BARDI (Il Fatto Quotidiano)

mercoledì 15 ottobre 2014

Il Fatto Quotidiano – 15/10/2014

ROLEX E VIAGGI, LA GDF A LIBRO PAGA DEL RE DELLE FARMACIE

Voli per Parigi e tanti regali, così il manager Nazario Matachione corrompeva due colonnelli. Indagato anche il numero due Bardi

di Marco Lillo

inviato a Napoli

Se continua così il Comando della Guardia di finanza dovrà aprire una succursale nel carcere militare di Santa Maria Capua a Vetere. Qui devono essere rinchiuse per legge tutte le fiamme gialle ingrigite dalle manette. Così, dopo Marco Milanese (ex assistente del ministro Tremonti); Emilio Spaziante (ex comandante in seconda della GdF); Fabio Massimo Mendella (ex comandante provinciale di Livorno) ora anche il colonnello Fabrizio Giaccone, attuale responsabile della Finanza allo scalo di Fiumicino, è finito dietro alle sbarre in questa ex caserma. Giaccone, romano, 47 anni, è stato arrestato con l’accusa di essersi fatto corrompere a suon di Rolex Daytona, viaggi a New York e a Parigi, quando era a capo del comando di Torre Annunziata, da uno degli uomini più ricchi della zona: Nazario Matachione, di Torre del Greco, 44 anni, re delle farmacie e fino al 2005 il patron della squadra di calcio di Torre Annunziata il glorioso Savoia 1908, attualmente in Lega Pro. Il Gip Dario Gallo ha arrestato di nuovo anche il predecessore di Giaccone al comando della Guardia di Finanza di Torre Annunziata, il colonnello Fabio Massimo Mendella: avrebbe tramato con Giaccone per insabbiare l’indagine nata da un esposto anonimo sui suoi rapporti con il re delle farmacie.

Mendella “al fine di occultare i reati compiuti in precedenza” raccontò le accuse contenute nell’esposto del 2010 al re delle farmacie e gli presenta il suo successore: il colonnello Giaccone. A quel punto anche quest’ultimo comincia ad approfittare della generosità di Matachione. Se Mendella dopo una verifica del 2010 alla SMC Crociere, chiese secondo l’ammini – stratore della SMC Gabriele Cafiero una crociera e, secondo il Gip Dario Gallo “ha fruito della crociera non pagando nulla”, anche Giaccone non voleva esser da meno. La moglie di Mendella era stata assunta per pochi mesi nel 2009 in una farmacia di Matachione e, secondo i pm, l’assun – zione sarebbe stata fittizia per garantire le provvidenze economiche delle madri lavoratrici alla signora Mendella, allora in maternità. In pratica i due colonnelli sono accusati dai pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano, coordinati dall’aggiunto Vincenzo Piscitelli, di una ‘staffetta’ nella gestione dei rapporti illeciti con Matachione e di avere cooperato per insabbiare le accuse dell’esposto anonimo su Mendella e Matachione. Nell’elenco delle esigenze cautelari spicca un filone interessante: le coperture garantite a Matachione, al ritorno dai suoi frequenti viaggi in Brasile con bagagli al seguito, dal colonnello Giaccone nella sua veste di capo della Finanza di Fiumicino. Anche i comandi napoletani e meridionali dell’epoca non fanno una bella figura e informano il colonnello Mendella quando arriva al Comando Generale un esposto anonimo sui suoi rapporti con Matachione.

Indagato anche il generale Vito Bardi, allora comandante interregionale dell’Italia meridionale, poi divenuto comandante in seconda della Guardia di Finanza. Mendella e Bardi erano già indagati, per la corruzione raccontata dall’imprenditore Pietro Pizzicato. Anche se è giusto sottolineare le posizioni diverse (Bardi già una volta indagato e poi prosciolto è coinvolto marginalmente) sono ormai davvero troppe le indagini nelle quali emergono nomi di alti ufficiali della Guardia di Finanza. La politica se ne occupa a modo suo. Il senatore Ciro Falanga è citato a pagina 13 dell’ordinanza di arresto contro i due colonnelli per la sua visita al carcere di Santa Maria Capua a Vetere dell’8 luglio del 2014. Il giorno dopo i giornali riportavano il suo racconto pieno di considerazioni umane sui poveri finanzieri detenuti. Appena uscito però Falanga si premurò di fare una telefonata: “Falan – ga riportava, all’esito della sua visita presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, al Matachione i saluti del Mendella”. Si può immaginare il sospiro di sollievo del presunto corruttore per quel messaggio rassicurante proveniente dal suo presunto corrotto. A mettere nei guai il re delle farmacie della zona stabiese è stata la moglie, Maria Palomba, una bella signora bionda che si è separata legalmente dal maggio 2013. Tre giorni dopo i primi arresti di Mendella e De Riu, arriva una segnalazione anonima da fonte confidenziale ai Carabinieri di Torre Annunziata: Matachione dal 2009 – secondo il confidente – pagava la copertura della Finanza al comandante Mendella.

Tre giorni dopo i pm fanno scattare la perquisizione dell’abitazione della moglie separata di Matachione. Quando la convocano come persona informata dei fatti la signora potrebbe tacere sulle malefatte dell’ex marito, ma lei parla alla grande. I finanzieri a casa sua trovano due documenti esplosivi: un estratto conto e un “appunto per il comandante” avente ad oggetto “Tale dr. Matachione” redatto su foglio intestato “GdF Comando Provinciale di Napoli Sezione I”. L’appunto “mai e poi mai avrebbe dovuto avere una divulgazione esterna” e “proveniva dalla sezione I diretta dal Generale Giovanni Mainolfi, il quale dopo aver ricevuto l’esposto dal Comando Generale il 9 febbraio del 2010 lo trasmise al Comandante del Nucleo Polizia Tributaria”. Il comandante del Nucleo che lo aveva ricevuto, Fabio Baldassarri, con lungimiranza, annotò che dell’esistenza dell’esposto anonimo contro Fabio Massimo Mendella, quest’ultimo “era stato informato dalla superiore gerarchia anche se non credo che lo scritto gli sia stato mostrato”. Quando i pm convocano il generale Mainolfi, poi divenuto commissario dell’Agea con l’allora ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo, il comandante provinciale dell’epoca candidamente non esclude di essere stato lui a informare Mendella “dando per scontato che Mendella comunque lo avrebbe saputo dal generale Vito Bardi”anche “in considerazione delle note relazioni che c’erano tra i due”. Poi ci sono gli estratti della carta di credito da cui risultano due viaggi pagati al colonnello Fabrizio Giaccone e alla sua famiglia: 9 mila e 423 euro per un volo Roma- New York nell’ottobre del 2010 più 9 mila e 200 euro per il pernottamento al Jumeirah Essex House Hotel di New York; e poi 706 euro per i soliti quattro biglietti per Parigi nel dicembre del 2011 e altri 8mila e 480 euro per il soggiorno al Mandarin Oriental Paris. La ex moglie di Matachione racconta ai pm che il marito aveva comprato un Rolex al colonnello ma Giaccone lo rifiutò per chiedergli un altro modello: un Rolex Daytona. Accusa ritenuta riscontrata perché il 28 febbraio del 2011 il colonnello Giaccone presenta ai Carabineri di Eur Torrino a Roma una denuncia per un furto ai suo danni di un Rolex Daytona.

 


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