PREMIO INCENTIVANTE, L'OCCASIONE MANCATA - di Mauro Masi

mercoledì 13 dicembre 2000

Esistono principi e valori che appartengono al modo sentire di una Comunit�. Ne rappresentano l'identit�, i valori unificatori delle singole individualit�. Tali valori vengono tradotti in Costituzioni ed entrano a far parte stabilmente delle relazioni tra amministratori ed amministrati.

Sono, come le ha definite N. Bobbio, le regole del gioco. Il rispetto di tali valori pone l'esercizio del potere in una dimensione etica, ne sancisce la legittimit�. Quando gli atti amministrativi non sono compresi, quando non ne sono intesi i valori ispiratori, si produce una crisi del consenso verso l'amministratore. � troppo importante la funzione dell'amministratore, per accettare che sia esercitata in carenza dei valori ampiamente condivisi che riuniscono le persone tanto diverse presenti nella comunit�. Un potere espresso in assenza di condivisione dei principi che lo ispirano, viene percepito come violenza e con la violenza (ancorch� istituzionalizzata) si afferma.

A ci� si aggiunga che gli atti d'amministrazione in odore di arbitrariet� colpiscono l'archetipo del potere che ne esce desacralizzato, secolarizzato. Questa premessa per introdurre le ragioni di una delusione. Un sentimento di delusione diffuso tra chi si aspettava un riconoscimento quantitativamente coerente con un'ideale gerarchia formata dal diverso impegno (e non di rado sacrificio) richiesto al personale.

Tutti sono certamente importanti in egual misura, questo non si discute. Ma a qualcuno � chiesta qualcosa di pi� in via continua, e questo qualcuno si aspettava che attraverso l'equa ripartizione del cd. "premio incentivante" questo maggior impegno fosse sancito come un valore meritevole di pubblico riconoscimento.

Tale riconoscimento genera un prestigio nella piccola comunit� dei colleghi ed infonde quella particolare dignit� che consente di sostenere l'onere di una preparazione professionale che, prescindendo da imperativi di perfettibilit� etica e culturale, � necessario strumento del lavoro quotidiano dei Finanzieri.

A nulla varr� obiettare che un tale piano di ripartizione � stato sottoposto all'Organo di rappresentanza, per poter poi respingere responsabilit�. Un potere che si determina in carenza di confronto paritetico tra i portatori dei diversi interessi, ha il dovere di agire secondo equit� e giustizia. Non sono rilevanti, se non ai fini di una dossografia sociale, le mode e gli umori che sono raccolti per sostenere una scelta che � comunemente avvertita come iniqua.

MAURO MASI

(1) Codici penali, Tribunali e carceri militari. Concetto ripreso dalla sociologia di M. WEBER.
(2) Concetto ripreso dalla psicanalisi di C.G. JUNG.

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