PUBBLICO IMPIEGO, ANCORA UN ANNO DI CONTRATTI BLOCCATI (IlSole24Ore)

venerdì 17 ottobre 2014

Il Sole 24 Ore - 17 ottobre 2014

PUBBLICO IMPIEGO, ANCORA UN ANNO DI CONTRATTI BLOCCATI

Dopo quattro anni di stop, risparmi per 11,5 miliardi più sei miliardi dovuti al parziale blocco del turn over (300mila dipendenti in meno)

di Davide Colombo

ROMA - La legge di Stabilità 2015 confermerà per un altro anno il blocco economico dei contratti pubblici. In attesa del testo definitivo del disegno di legge, accompagnato dai numeri delle relazioni illustrativa e tecnica, vale per il momento una stima di minor spesa per l'anno venturo che oscilla tra i 2,1 e i 2,5 miliardi di euro. La nuova stretta non mancherà di lasciare il segno nel percorso di attuazione della riforma della Pa (il ddl delega è all'esame del Senato) visto che il pubblico impiego arriva a questo nuovo appuntamento riformatore dopo quattro anni di blocco dei contratti che hanno prodotto minor spesa per 11,5 miliardi in termini cumulati cui si aggiungono i sei miliardi di risparmi dovuti al parziale blocco del turn over (che ha ridotto di circa 3oomila unità il numero di dipendenti).

Il blocco riguarda anche l'indennità di vacanza contrattuale, che non verrà più recuperata, e gli automatismi stipendiali del personale non contrattualizzato. Mentre per Polizia e Forze armate arriva il promesso sblocco economico degli scatti di carriera a partire dal gennaio prossimo, un'apertura che s'estende anche alle magistrature e l'Avvocatura dello Stato.

Il pacchetto pubblico impiego della Stabilità si completa con norme di revisione degli accordi nazionali quadro sul funzionamento delle forze di Polizia che hanno fatto seguito agli anni di blocco dei contratti. C'è, tra l'altro, il rinvio di un anno delle nuove assunzioni (con un risparmio di 19,7 milioni) e un taglio di 119 milioni sulle spese previste per il riordino delle carriere. E c'è il dimezzamento delle rappresentanze militari (si passa da un rappresentante ogni 250 elettori a uno ogni 500) e il tetto alla spesa per il funzionamento degli organismi di rappresentanza nelle Forze armate e nella Guardia di Finanza, dove i trattamenti economico non potranno essere superiori al 50% di quanto speso nel 2013.

Altre misure di contorno riguardano l'estensione del limite massimo retributivo (240mila euro lordi l'anno) anche ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione dei ministeri e l'esclusione dal divieto di cumulo di trattamenti accessori del personale del ministero della salute, l'Aifa e l'Istituto superiore di Sanità.

In una nota congiunta i segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Affili, ieri hanno bocciato la manovra del Governo: «La televendita del presidente del Consiglio -sottolineano -è l'ultima prova dell'incapacità di cambiare. Dal più giovane dei governi, la più vecchia delle politiche: chi non sa riorganizzare il welfare taglia i servizi pubblici. Questi ulteriori 15 miliardi di tagli lineari scellerati, di cui aspettiamo quantomeno i dettagli, mettono in ginocchio i servizi pubblici, unico argine a una crisi che sta impoverendo il Paese. E il risultato sarà un'altra ondata di tasse locali». La manifestazione dei lavoratori pubblici in calendario l'8 novembre «sarà il primo passo di una grande mobilitazione per cambiare davvero il sistema di welfare».

Il blocco dei contratti pubblici era già scontata nei tendenziali di spesa contenuti nella Nota di aggiornamento del Def. I redditi da lavoro dipendenti sono cifrati in calo per tutto il periodo di previsione, ovvero fino al 2018, quando si assesteranno al 9,2% del Pil contro il 10% di quest'anno e il 9,9% dell'anno prossimo. In termini monetari questa voce di spesa resterebbe congelata attorno ai 163 miliardi di euro l'anno.

IN SINTESI

I TAGLI

Confermato per un altro anno il blocco economico dei contratti pubblici. L'entità del risparmio è stimato tra i 2,1 e i 2,5 miliardi. Il blocco riguarda anche l'indennità di vacanza contrattuale e gli automatismi stipendiali del personale non contrattualizzato

IL COSTO NEL TEMPO

I redditi da lavoro dipendenti sono cifrati in calo per tutto il periodo di previsione, ovvero fino al 2018, quando si assesteranno al 9,2% del Pil contro il 10% di quest'anno e il 9,9% dell'anno prossimo. In termini monetari questa voce di spesa resterebbe congelata attorno ai 163 miliardi di euro l'anno. 


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