SCOPPIA LA GRANA DELL’ASSEGNO DI FUNZIONE. FORTI CRITICHE DELLE ALTRE SEZIONI ALLA POSIZIONE DEI CARABINIERI. UN DURO COMUNICATO DELLA SEZIONE GUARDIA DI FINANZA

venerdì 17 ottobre 2003

E’ scontro tra la Sezione Cocer dei Carabinieri e tutte le altre componenti dell’Organismo centrale della rappresentanza sulle modalità di corresponsione dell’assegno di funzione.

Secondo i delegati dell’ex “Arma”, l’assegno dovrebbe essere corrisposto, come previsto dal vigente contratto, con riferimento a tre fasce: 17, 27 e 33 anni di servizio. Secondo tutti gli altri rappresentanti del personale con le stellette, a due sole fasce: 19 e 29 anni.

Stiamo parlando di un emolumento di un certo rilievo per il personale non dirigente e non direttivo delle forze armate e di polizia che attualmente, per un maresciallo aiutante con 19 anni di anzianità , vale 93, 82 euro al mese.

Il contratto siglato lo scorso anno aveva previsto che la disciplina dell’assegno di funzione sarebbe cambiata con l’abbassamento delle attuali fasce di 19 e 29 anni a 17 e 27 anni e con l’introduzione di una terza fascia a 33 anni.

Nel luglio scorso, però, i Cocer e i sindacati di polizia hanno chiesto di rivedere l’opportunità dell’innovazione che sembra penalizzi l’anzianità di servizio, in un momento in cui tale requisito è stato già pregiudicato dal decreto sulla parametrazione.

Tutte le sezioni Cocer, ad eccezione dei Carabinieri, hanno convenuto sulla necessità di mantenere le fasce dei 19 e 29 anni.

Tra i 17 e i 19 anni, infatti, è stato calcolato che si trovino attualmente circa 6.500 unità di personale. Poiché lo stanziamento è fisso (135 milioni di euro), far scendere la soglia di due anni vuol dire che l’incremento dell’assegno di funzione passerebbe dal 53% al 30% dell’ammontare attuale dello stesso emolumento.

Spieghiamoci meglio.

In soldoni, quel maresciallo aiutante con 19 anni di servizio:

-                     -                     nella ipotesi della soglia a 19 anni, arriverebbe a percepire 143,54 euro derivanti dalla sommatoria degli attuali 93,82 + l’aumento di 49,72 (pari al 53% di 93,82);

-                     -                     nell’ipotesi della soglia a 17 anni, si troverebbe in tasca 121,97 euro derivanti da 93,82 + l’aumento di 28,15 (il 30% di 93,82).

In queste ultime settimane si sono susseguiti una serie di incontri e di confronti. I delegati dei Carabinieri hanno accettato l’eliminazione della terza fascia (quella dei 33 anni) e il ripristino della seconda a 29 anni, ma sembra siano stati irremovibili sulla necessità di mantenere l’abbassamento della prima fascia a 17 anni di servizio.

Secondo i Cocer di Esercito, Marina, Aeronautica e Finanza, però, questa scelta sarebbe dannosa per tutto il personale, comprese le 6.500 unità che hanno raggiunto i 17 anni di servizio e non ancora i 19, come spiega il delegato del Cocer Esercito, maresciallo Giovanni SABINO, in un articolo che pubblichiamo in altra parte di questo sito.

Inoltre, sembra che i tentativi di ulteriori confronti con i delegati dell’Arma siano stati rifiutati e che questo atteggiamento di chiusura avrebbe irritato i delegati delle altre sezioni.

Il Cocer della Guardia di Finanza ha diffuso, così, un comunicato molto duro - che riportiamo più avanti – dove spiega le ragioni della sua posizione con un pressante invito a riprendere il dialogo.

 

  

IL COMUNICATO DEL COCER-GDF SULL’ASSEGNO DI FUNZIONE

 

ASSEGNO FUNZIONALE: DEVE PREVALERE LO SPIRITO DI RESPONSABILITA’ DI TUTTI I DELEGATI DEL COCER INTERFORZE NEL SUPREMO INTERESSE DEL PERSONALE TUTELATO

 

 

Con il D.L. 21.09.1987, nr. 387, convertito con modificazioni in legge dall’art. 1 della legge 20.11.87, nr. 472, è stato attribuito, a far data dal 1° giugno 1987, in aggiunta alla RIA, al personale appartenente ai vari ruoli e qualifiche della Polizia di Stato e gradi corrispondenti dei Corpi di Polizia, al compimento di 19 e 29 anni di servizio comunque prestato senza demerito nelle Forze di Polizia, un assegno funzionale pensionabile, non cumulabile con il trattamento economico dirigenziale e non spettante al personale con qualifiche dirigenziali e gradi corrispondenti.

Il protocollo d’intesa siglato al termine degli incontri del maggio 2002 per il “contratto” 2002/2005, prevede tra l’altro la revisione dell’istituto dell’assegno funzionale con i seguenti obiettivi:

a)      a)      anticipo delle attuali fasce di anzianità di servizio di riferimento dell’assegno esistente: da 19 a 17 anni e da 29 a 27 anni;

b)      b)      introduzione di una terza fascia di anzianità quale riferimento per un nuovo assegno;

c)      c)      incremento delle misure dell’assegno attualmente vigenti;

d)      d)      computo, per il personale dei Corpi di Polizia (ad ordinamento civile e militare), del servizio “comunque prestato”, quindi anche dell’eventuale servizio di leva.

Nel mese di luglio 2003, nell’ambito della concertazione integrativa presso la Funzione Pubblica, le rappresentanze dei militari e quelle dei sindacati del comparto difesa e sicurezza hanno opportunamente chiesto la possibilità di rinviare ad altra data le trattative relative alla revisione del predetto emolumento, in considerazione delle situazioni di dissonanza appalesatesi nel corso dei veri interventi.

Si sono in pratica manifestate due correnti di pensiero: la prima corrente, costituita dall’intero Comparto Difesa (Cocer Sezione Esercito, Sezione Marina e Sezione Aeronautica), dal Cocer Sezione Guardia di Finanza (in tutto circa  i 4/5 del Cocer Interforze) e dai più rappresentativi sindacati,  incline a discostarsi dagli obiettivi individuati nel protocollo d’intesa in quanto, allo stato delle cose, risultati non più attuali e vantaggiosi e quindi penalizzanti per il personale, la seconda costituita dalla sola Sezione Cocer Carabinieri,  propensa all’abbassamento delle fasce di percezione dell’assegno “de quo” a 17 e 27 anni e addirittura favorevole all’introduzione di una terza fascia a 33 anni.

Dal mese di settembre il  Cocer Carabinieri, attraverso delle proiezioni elaborate da alcuni delegati  relative al differenziale inflattivo, tematica di cui a breve dovrebbero riprendersi le trattative presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, hanno dato inizio ad una vera e propria campagna propagandistica presso le altre componenti del Cocer Interforze e presso alcuni sindacati di Polizia con il proposito di dimostrare la convenienza dell’abbassamento delle fasce di percezione dell’emolumento attraverso la ricerca di nuove alleanze e la concentrazione di nuove attenzioni sulla soluzione prospettata.

In realtà lo studio presenta diversi punti critici in quanto si limita ad affrontare il problema solo dal punto di vista del personale con anzianità 17 e 18 anni.  

Tende affannosamente a dimostrare che in caso di mantenimento delle attuali fasce (19/29), il personale delle suddette anzianità “ammortizzerebbe” il mancato emolumento (euro 2229;18) in 9 anni, calcolando il tasso come segue:

-          -          incremento ipotesi 19/29 (euro 473,33) – incremento ipotesi 17/27 (euro 223,70) = euro 249,63.

L’elaborato non considera però la posizione del personale portatore di anzianità pari o superiore a 19 anni (che risulta essere in maggioranza sia tra i rappresentanti che tra i rappresentati del Cocer Carabinieri) che, come si può ricavare dalla formula suddetta, vedrebbe dimezzato l’aumento dell’assegno di funzione in caso di inopinato abbassamento delle fasce.

E’ pur vero che l’abbassamento favorirebbe apparentemente una determinata aliquota di personale, ma le disponibilità, purtroppo, non consentono un incremento significativo dell’assegno di funzione per tutta la più ampia platea: in altre parole, favorirebbe apparentemente solo chi attualmente non lo percepisce (personale con 17 e 18 anni di anzianità).

Tale aspetto, unito all’esigenza di premiare comunque l’anzianità, considerati struttura ed effetti del nuovo sistema retributivo su base “parametrica”, consiglia di non procedere, al momento, all’abbassamento delle fasce, optando, nel generale interesse del personale rappresentato, per un assegno funzionale e pensionabile più congruo.   

A favore della predetta tesi sostenuta dalla quasi totalità del Cocer Interforze, milita anche la circostanza che non sussistono posizioni predefinite da parte della componente governativa, che è aperta ad eventuali variazioni rispetto all’impegno del protocollo d’intesa, al fine di valorizzare l’anzianità di servizio delle categorie destinatarie dell’emolumento, sulla base delle proposte formulate nella sede negoziale dalle delegazioni di rappresentanza del personale.

Giova al riguardo sottolineare che anche le Commissioni I e IV della Camera dei Deputati, nell’esprimere parere favorevole allo schema di decreto legislativo recante introduzione del sistema  dei parametri stipendiali del personale non dirigente delle Forze di Polizia e delle Forze Armate (Atto nr.227) hanno osservato, tra l’altro, l’opportunità, da valutarsi a cura del Governo nella prossima tornata di concertazione, di recuperare risorse al fine del riconoscimento dell’anzianità.

In relazione a quanto sopra enucleato appare chiaro che l’obiettivo individuato e perseguito dal Cocer Carabinieri, o meglio solo da una piccola parte dei suoi componenti, non remunera i legittimi interessi della maggior parte del personale rappresentato, poiché si rivolge solo ad un’esigua parte di esso. Si è dell’avviso che tanta caparbietà e pervicacia nel difendere una soluzione non vantaggiosa per la maggioranza, sia dettata più che da profondo convincimento sulla idoneità della linea adottata, dalla prevalenza in seno al Consiglio Centrale di Rappresentanza dell’Arma di singole posizioni da parte di singole categorie. Ad alcuni delegati verrebbe da chiedere se non sia finalmente giunto il momento di “crescere” e cominciare a muovere  nella direzione di un pieno, totale perseguimento dell’interesse e della tutela della collettività rappresentata, se non sia il caso di superare tutte le divisioni interne ed esterne e far prevalere lo spirito di responsabilità, quell’autentico e auspicato senso di responsabilità che dovrebbe connotare ogni rappresentante militare e sindacale.

Va da sé che l’attività di negoziazione in sede di concertazione delle FF.PP. trova la sua ragion d’essere nella comune volontà delle rappresentanze militari e sindacali di risolvere al meglio i problemi in modo oggettivo e flessibile. A volte però essa comporta soluzioni poco creative e innovative che soddisfano in maniera appena adeguata le aspettative iniziali: il compromesso e la ricerca di soluzioni ovvie è sempre in agguato e la tentazione di ricorrervi pur di pervenire ad una soluzione appena soddisfacente rispetto ai reali, originari interessi è forte, soprattutto nei momenti di difficoltà o di stallo dei lavori: è facile cadere nel conformismo o nella ripetitività nell’adozione delle soluzioni che in un’ottica negoziale dovrebbero, invece, essere ricercate in modo innovativo per adattarsi alle molteplici istanze del personale.

 

I DELEGATI COCER DELLA GUADIA DI FINANZA
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